Piramide di Cheope: differenze tra le versioni

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Al tempo di [[Gregorio Nazianzeno]] e [[Stefano di Bisanzio]] le piramidi iniziarono ad essere denominate ''granaio di [[Giuseppe (patriarca)|Giuseppe]]'' (il penultimo dei dodici figli di Giacobbe, che salvò l'Egitto dalla carestia ai tempi del Vecchio Testamento), un errore di interpretazione che durò sino alla fine del XV secolo. Questa definizione potrebbe esser nata dalla falsa etimologia del termine greco ''pyros'', grano. Al tempo della dominazione bizantina sull'Egitto non vi sono particolari attenzioni sulla Grande Piramide e con la perdita della lingua egizia, viene rafforzata l'interpretazione dei monumenti come granai.
 
Con la conquistata dagli Arabi nel 640, le cose non cambiano. Lo storico islamico [[al-Maqrizi]] (1364-1442), raccolse un certo numero di scritti islamici e copti sulle piramidi, che descrivevano quasi unanimamenteunanimemente che il nuovo accesso alla piramide fu scavato dal settimo califfo abbaside [[al-Ma'mun]], i cui uomini aveva scavato un cunicolo vicino all'accesso originale nel 820 (la cosiddetta galleria al-Ma'mun). Al-Maqrizi era ovviamente a conoscenza dei sarcofagi nelle camere funerarie e perciò del fatto che le piramidi non fossero granai, ma tombe.
 
Anche lo storico, filosofo e geografo arabo [[Abu al-Hasan 'Ali al-Mas'udi|al-Mas'udi]] riportò nella sua opera ''Akhbār al-zamān'' (''Le notizie del tempo'', in 30 volumi) il nuovo accesso di al-Ma'mun. Le sue descrizioni sono comunque alternate a fantasiosi abbellimenti. Le prime descrizioni della situazione all'interno della piramide di Cheope apparvero dalla prima metà dell'XI secolo dal medico [[Ali ibn Ridwan]] e all'inizio del XII secolo dallo scrittore arabo Muhammad al-Kaisi.