Eros con l'arco: differenze tra le versioni
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La copia più antica e fedele all'originale è probabilmente il torso conservato alla [[Centrale Montemartini]] (Musei Capitolini 2138), datato al [[I secolo a.C.]] Come si intuisce da questo marmo, l'originale bronzeo doveva presentare la gamba destra più avanzata rispetto alla sinistra, leggermente inclinata e con il tallone leggermente sollevato. Una seconda caratteristica dell'originale doveva essere la posizione del braccio sinistro il quale, differentemente dalle copie di età imperiale, doveva presentarsi aderente al torso nell'area dei pettorali, ma distaccato e proteso ad occupare lo spazio anteriore all'altezza dell'addome, il quale restava conseguentemente libero e ben modellato. Questo schema corrisponde alla tipica ricerca lisippea continuamente approfondita a partire dall'[[Agias]], come si può dedurre dalle riproduzioni ceramografiche dell'archetipo (Parigi, Museo del Louvre: MN706; Atene, Museo del Ceramico: PA156, 2443, 2444, 1932), fino alla piena realizzazione dell'[[Apoxyómenos]]. Il movimento sinuoso del busto con l'accentuato contrapposto si perde nelle copie più tarde, ma è ancora pienamente compreso nella copia al [[Museo nazionale romano]] (inv. 129185).
La comprensione del gesto dell'Eros, descritto nel passo di [[Publio Ovidio Nasone]] (''Metamorfosi'', V, 379-383: «''e opponendovi il ginocchio curvò il flessibile corno''») risulta più agevole a seguito del ritrovamento, nel Ninfeo degli [[Eroti]] di [[Ostia (Roma)|Ostia]] nel 1940, di due copie (Ostia, [[Museo ostiense]] 139
La posizione dell'arco differisce tra le varie ricostruzioni e copie. Nella copia dei Musei Capitolini il foro che ancora contiene il perno metallico al quale si agganciava l'arco bronzeo è stato riempito con stucco e si trovava sul lato esterno della coscia. Altre copie presentano la tangenza tra gamba e arco al di sotto del ginocchio, in una posizione che non può essere funzionale alla pressione necessaria all'azione, e alcune ([[Museo archeologico nazionale di Venezia]] 121; Museo nazionale romano) conservano l'estremità dell'arco a forma di testa d'aquila, un particolare che non è escluso potesse trovarsi nell'originale bronzeo. Assente doveva essere invece nell'archetipo il tronco d'albero e la posizione della faretra nelle copie marmoree risulta totalmente arbitraria.
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