Tranvia Ferrara-Codigoro: differenze tra le versioni
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Nel giugno [[1907]], la società esercente assunse il nome di [[Società Anonima delle Ferrovie e Tramvie Padane]] (FTP), con sede a Milano<ref>''FENIT 1946-1996'', op. cit. p. 126.</ref>; essa si vide altresì concessa la costruzione e l'esercizio della diramazione [[Tranvia Ostellato-Porto Garibaldi|Ostellato-Magnavacca]] (dal [[1917]] ribattezzata [[Porto Garibaldi]]) la cui apertura all'esercizio avvenne il 15 luglio [[1911]]<ref>[[Francesco Ogliari]], Franco Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit., p. 236.</ref>.
A metà degli [[anni 1920|anni venti]], la FTP chiese di poter convertire la linea a [[ferrovia]] a [[scartamento normale]]: la relativa concessione fu stabilita con Regio decreto 25 febbraio [[1926]], n. 492<ref>Pubblicato sulla ''Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia'' [http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=1&mese=4&anno=1926 n. 076 del 1º aprile 1926].</ref>, e con successivo analogo atto n. 1037 del 27 maggio 1926, che consente alla Società Veneto-Emiliana per Costruzione ed Esercizio di Ferrovie e Tramvie di iniziare i lavori della nuova ferrovia<ref name="Ogliari242">[[Francesco Ogliari]], Franco Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit., p. 242.</ref>.
Il 28 ottobre [[1931]] la Società Ferrovie e Tranvie Padane, nel frattempo subentrata alla "Veneto-Emiliana", inaugurò la ferrovia sopprimendo il parallelo servizio tranviario<ref>[[Francesco Ogliari]], Franco Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit., p. 243.</ref>.
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