Adriano Olivetti: differenze tra le versioni
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Verso la fine degli anni Quaranta fu per un certo periodo in analisi con [[Ernst Bernhard]]<ref>"Ma Bernhard attira comunque illustri pazienti, sensibili alla figura del padre saggio, come l'industriale Adriano Olivetti, che è in analisi con lui tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni successivi." ''I Ching di Ernst Bernhard'', a cura di Luciana Marinangeli, La Lepre edizioni, Roma, 2015, p. 137.</ref>.
Il movimento, che tentava di unire sotto un'unica bandiera l'ala socialista con quella liberale (si vedano ''[[socialismo umanitario]]'' e ''[[socialismo libertario|libertario]]''), assunse nell'[[Italia]] degli anni cinquanta una notevole importanza nel campo della cultura economica, sociale e politica. Scopo dell'iniziativa politica era
creare un movimento socio-[[Tecnocrazia|tecnocratico]] di una trentina di deputati in grado di costituire l'ago della bilancia fra il centro (egemonizzato dalla [[Democrazia Cristiana]]) e la sinistra (egemonizzata dal [[Partito Comunista Italiano|PCI]]).
Negli anni cinquanta insieme a Guido Nadzo fu uno dei responsabili dell'[[United Nations Relief and Rehabilitation Administration|Unrra-Casas]], quando si cercò di operare in modo organico, in termini urbanistici; divenne promotore di uno studio sociologico sui Sassi di [[Matera]] e della successiva realizzazione del borgo [[La Martella]]. Nel [[1955]] durante la seconda edizione del [[premio Compasso d'Oro]] ad Adriano Olivetti viene attribuito il primo "Gran Premio Nazionale", prestigioso riconoscimento datogli per la sua influenza nell'[[Economia d'Italia#Settore secondario: industria.2C edilizia.2C artigianato|industria]] e nel [[design italiano]]<ref>{{cita web|url=http://www.italianidea.it/engine/compasso1.html|titolo=premio compasso d'oro|accesso=17 febbraio 2013}}</ref>. Nel [[1958]] Olivetti fu eletto deputato come rappresentante di "Comunità". La sua morte prematura sancì la fine del movimento.
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