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STRAFEXPEDITION
L'attacco avrebbe reso gli austriaci in grado di poter isolare completamente le armate italiane sull'Isonzo ed, inoltre, avrebbe impedito agli italiani di svolgere lavori di rafforzamento lungo la linea occupata nel maggio-giugno 1916. <ref name=Nota1> Strafexpedition: maggio-giugno, Enrico Acerbi, Gino Rossato Editori, 1998 <ref>
La spedizione è stata voluta dal Generale Franz Conrad
La zona più strategica per l'attacco austriaco è quella compresa tra la Val d'Adige, in direzione di Verona e la Valsugana, verso Bassano: l'area, portante alla pianura
L'area compresa tra le due valli presenta un territorio montuoso e accidentato, con picchi che superano i 2000 metri di altezza. <ref name=Nota1/>
La Strafexpedition coglie gli italiani in una fase di riassetto. ▼
Conrad è deciso ad attuare l'offensiva anche in mancanza della collaborazione dell'alleato di Berlino, perciò invia il piano all'Arciduca Eugenio.
I comandi italiani della 1^ Armata, schieratasi sul fronte trentino, infatti, si sono dovuti adeguare alle scelte difensive austriache, finendo così per disporre truppe e artiglierie in una posizione sfavorevole.▼
I preparativi per l'offensiva iniziano il 12 dicembre 1915. <ref name=Nota1>
Cadrona, ai primi del maggio 1916, è, quindi, costretto a dare nuove disposizioni per una risistemazione difensiva.▼
L'idea iniziale è quella di utilizzare la 3^ Armata al fianco dell'11esima per un attacco a fondovalle.
A causa del maltempo la spedizione è costretta a posticipare: la fanteria affonda nella neve ed ogni assalto viene ostacolato dal terreno pesante, inoltre i colpi di artiglieria non esplodono nella coltre nevosa, non provocando il loro devastante effetto. <ref name=Nota1>
Per non destare sospetti al nemico gli austriaci trasferiscono prima le unità dell'11esima Armata e successivamente quelle della 3^ in Tirolo: sul fronte dell'Isonzo, nelle retrovie sudtirolesi ed infine vengono avviate in linea. <ref name=Nota1>
▲I comandi italiani della 1^ Armata , schieratasi sul fronte trentino, infatti , si sono dovuti adeguare alle scelte difensive austriache, finendo così per disporre truppe e artiglierie in una posizione sfavorevole .
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Inizialmente l'Austria ha un discreto vantaggio in ambito di artiglieria e qualità degli armamenti disponendo, infatti, di circa 1000 bocche da fuoco.
Nel momento culminante dell'attacco, l'Austria arriva a schierare oltre 400.000 uomini sul fronte trentino per quella che, successivamente, verrà considerata una delle più devastati battaglie mai combattute sui monti.
Le principali direttrici dell'attacco austriaco sono quattro:
1. la Vallarsa fino al massiccio del Pasubio;
2. lungo la Val d'Astico dagli altipiani dei Fiorentini e di Folgaria;
3. in Valsugana, avendo come obiettivo la pianura circostante Bassano del Grappa;
4. gli altipiani di Vezzena, Asiago e Luserna.
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