Satyajit Ray: differenze tra le versioni

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Nato da una famiglia colta di Calcutta, nel [[Bengala Occidentale]], figlio di [[Sukumar Ray]], uno dei maggiori scrittori e poeti della letteratura bengalese, Satyajit Ray ricevette una buona educazione. Studiò al ''Presidency College'' prima di iscriversi all'università ''Visva-Bharati'', fondata da [[Rabîndranâth Tagore]] a [[Santiniketan]].
 
Nel 1943, attirato dalle migliori prospettive di carriera<ref name="indaco">{{cita|La notte dell'indaco|p. VI.}}</ref>, comincia la collaborazione con un'agenzia di pubblicità inglese, sebbene il cinema fosse già la sua prima passione. Infatti già nel 1942 aveva fondato a Bombay un cine club, seguito poi nel 1947 dalla ''Calcutta Film Society'', primo cine-club indiano di respiro internazionale. Alla ''Calcutta Film Society'' sono proiettate le opere di cineasti americani ed europei, entrando così in contatto con il [[Neorealismo (cinema)|Neorealismo]] italiano di cui subirà l'influenza. Nel 1950 collabora ai sopralluoghi per il film di [[Jean Renoir]] ''[[The river]]'', mentre durante un viaggio a [[Londra]] ha l'occasione di vedere ''[[Ladri di biciclette]]'': queste due esperienze lo convincono definitivamente a lanciarsi nel mondo del cinema e a lasciare il lavoro di illustratore che riprenderà, ormai regista affermato, nel 1961.
 
Nel 1952 acquista i diritti del romanzo ''Pather Panchali'' di Bibhutibhushan Bandopadhyay e decide di farne un film. Per realizzare la sua prima opera, autofinanziata, fa ricorso a degli amici in qualità di attori, mentre le scene sono riprese dal vero. Rimasto a corto di fondi, riesce ad ottenere un prestito dal governo del [[Bengala Occidentale]] con i quali termina il film. ''[[Il lamento sul sentiero]]'', questo il titolo italiano, è un successo al punto da ottenere il ''prix du document humain'' al [[Festival di Cannes 1956]], facendo così scoprire la cinematografia indiana in occidente.
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=== Nuove direzioni (1965-1982) ===
 
Nel periodo successivo a ''Charulata'', Ray esplora una grande varietà di generi, andando dal [[fantasy]] alla [[fantascienza]], passando per il poliziesco e il dramma storico, provando anche nuove soluzioni tecniche. Si interessa maggiormente anche alle preoccupazioni della società indiana contemporanea, riempendo così la lacuna lasciata dai film precedenti. La prima opera maggiore di questa nuova fase è ''Nayak'', la storia dell'incontro su un treno tra una star del cinema e un giovane giornalista. Nonostante un riconoscimento speciale alla Berlinale del 1966, il film ottenne un successo contenuto<ref name="Chidananda Das Gupta 1980 91">{{cita|Das Gupta|p. 91.}}</ref>. Nel 1967 Ray scrive la sceneggiatura per un film intitolato ''[[The Alien]]'', tratto dal proprio racconto ''Bankubabur Bandhu'' (''L'amico di Banku Babu'') scritto nel 1962 per ''Sandesh''. ''The Alien'' avrebbe dovuto essere una coproduzione indiana-statunitense distribuita da [[Columbia Pictures]] e con [[Peter Sellers]] e [[Marlon Brando]] tra i protagonisti. Tuttavia Ray ha la sorpresa di scoprire che i diritti d'autore della propria sceneggiatura erano già stati depositati dal proprio agente a Hollywood in qualità di coautore, sebbene quest'ultimo non avesse in alcun modo collaborato alla stesura. Successivamente Brando viene tagliato fuori dal progetto e, nonostante un tentativo di rimpiazzarlo con [[James Coburn]], Ray ritorna disilluso a Calcutta senza aver potuto portare a compimento il progetto<ref name=IMDbRay>{{cita web
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|titolo=Biography for Satyajit Ray