ÈPer inmolto corsotempo è stato vivo un ampio dibattito giuridico, iniziato a partire dai primi [[anni 1990|anni novanta]], sulla legittimità della trasmissione analogica del canale. Questo dibattito sorse nel [[1994]], quando la [[Corte costituzionale italiana|Corte costituzionale]] ribadì che i privati, secondo la costituzione, non possonopotessero possedere più di due reti televisive attive sull'[[analogico terrestre]],: e che quindi Rete 4pertanto, per poter continuare a trasmettere, oRete 4 doveva essere venduta, o trasmessa al di fuori dell'analogico terrestre, ovvero su satellite. I vari governi, negli anni seguenti, ignorarono questo ordinamento, fino a quando la Corte Costituzionale lo reclamò nuovamente nel [[2002]]. Secondo quanto imposto, e a seguito dell'applicazione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze, questa manovra avrebbe dovuto essere completata entro il 31 dicembre [[2003]].
Tale dibattito è mantenutostato ulteriormente accentuato con l'inizio del [[Governo Berlusconi II]] vivo dalle richieste nei confronti dello Stato dell'editore [[Francesco Di Stefano|Di Stefano]] e la sua [[Europa 7]] che nel [[1999]] ottenne, al contrario di Retequattro e di TELE+NERO (già esistenti in tale data), la concessione di trasmissione. Il 31 maggio [[2008]] il [[Consiglio di Stato]] ha dichiaratodichiara inammissibile il ricorso presentato da Europa 7 contro il [[Ministero delle Comunicazioni]] e [[R.T.I.]] in cui si chiedeva la sospensione dell'autorizzazione a trasmettere per Rete 4, in quanto tardivo. Questo però non risolve la questione di legittimità a trasmettere.
La [[Suprema magistratura amministrativa]] ha chiesto al [[Ministero dello Sviluppo Economico]] (erede del Ministero delle comunicazioni) di pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di frequenze di Europa 7, sulla base della sentenza ad essa favorevole, e ha rinviato a dicembre una sua decisione su un possibile risarcimento dei danni.