Battaglia di Lepanto: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m →Scontro |
mNessun oggetto della modifica |
||
Riga 22:
|Schieramento2=[[File:Naval_Ensign_of_the_Ottoman_Empire_(1453–1793).svg|22px]] [[Impero ottomano]]
|Comandante1=''Centro:''<br />[[File:Flag of New Spain.svg|22px]] '''[[Giovanni d'Austria]]'''<br /> [[File:Flag of the Papal States (pre 1808).svg|22px]] [[Marcantonio Colonna]]<br />[[File:Flag of Most Serene Republic of Venice.svg|22px]] [[Sebastiano Venier]]<br />''Corno sinistro:''<br />[[File:Flag of Most Serene Republic of Venice.svg|22px]] [[Agostino Barbarigo (provveditore)|Agostino Barbarigo]] †<br />''Corno destro:''<br />[[File:Flag of Genoa.svg|20px]] [[Gianandrea Doria]]<br />''Riserve:''<br />[[File:Flag of New Spain.svg|22px]] [[Álvaro de Bazán (1526-1588)|Álvaro de Bazán]]|
|Comandante2=''Centro:''<br />[[File:Naval_Ensign_of_the_Ottoman_Empire_(1453–1793).svg|22px]]'''[[Müezzinzade Alì Pascià]]''' †<br />''Corno destro:''<br /> [[File:Naval_Ensign_of_the_Ottoman_Empire_(1453–1793).svg|22px]] [[Mehmet Shoraq]] (Scirocco) †<br />''Corno sinistro:''<br /> [[File:Naval_Ensign_of_the_Ottoman_Empire_(1453–1793).svg|22px]] [[Uluch Alì|Uluč Alì]] (Occhialì)<br />''Riserve:''<br /> [[File:Naval_Ensign_of_the_Ottoman_Empire_(1453–1793).svg|22px]] [[Amurat Dragut|Murad Dragut]]
|Effettivi1=
|Effettivi2=
216 [[Galea|galee]], 64 [[Galeotta|galeotte]] e 64 [[Fusta|fuste]]<br /> 750 cannoni totali (circa)
|Perdite1=
|Perdite2=
}}{{Campagnabox Guerra ottomano-asburgica}}
{{Campagnabox Guerre_turco-veneziane}}
Riga 46:
Il 1º agosto Famagosta si era arresa ed era stato raggiunto rapidamente un accordo con [[Lala Kara Mustafa Pascià|Lala Mustafà]], il comandante della spedizione ottomana. I turchi avrebbero messo a disposizione delle imbarcazioni per evacuare i veneziani a Candia, mentre altra parte dell'accordo prevedeva che la popolazione civile non sarebbe stata molestata. Nel documento di capitolazione il comandante turco si era impegnato ''promettendo e giurando per Dio et sopra la testa del Gran Signore di mantenere quanto nei capitoli si conteneva''<ref name="alvise">Alvise Zorzi, ''La Repubblica del Leone. Storia di Venezia'', Bompiani, Milano 2009, p. 348.</ref>. Qualche giorno dopo però, alla consegna delle chiavi della città ai nuovi possessori, c'erano stati scontri verbali tra Bragadin e il comandante turco, che irrimediabilmente avevano portato alla rottura dell'accordo.
Sembra che Lala Mustafà si fosse inizialmente adirato con Bragadin e i suoi capitani dopo aver scoperto dell'uccisione, durante la tregua, di decine di soldati turchi prigionieri dei veneziani, vicenda testimoniata da alcuni superstiti fuggiaschi che avevano raccontato l'accaduto. Inoltre Bragadin si era opposto alla decisione del Pascià di trattenere a Famagosta uno dei capitani veneziani come garanzia del ritorno delle imbarcazioni turche al porto. La richiesta di trattenere un comandante veneto come ostaggio era ragionevole, ma viziata dall'errore di non essere stata inserita direttamente nel capitolato del 1º agosto<ref>{{Cita|Barbero 2010|p. 463}}</ref>. L'ostinazione di Bragadin aveva scatenato la rabbia di Mustafà, che a sua volta aveva avuto una reazione di eccessiva violenza, tanto da guadagnarsi, una volta tornato in patria, la disapprovazione e il rimprovero da parte dello stesso [[sultano]]<ref>Alcuni tra gli storici cristiani che negli anni successivi raccontano l'accaduto sostengono che Mustafà avesse già intenzione di rompere gli accordi, a prescindere dall'atteggiamento di Bragadin. {{Cita|Barbero 2010|pp. 461-472}}.</ref>. Infatti Mustafà aveva fatto imprigionare i veneziani sulle galere turche, aveva fatto decapitare i capitani al seguito di Bragadin e infine quest'ultimo dopo una serie di torture era stato scorticato vivo<ref>Si racconta che durante il supplizio il
Apprese dunque le notizie di Famagosta e nonostante il maltempo le navi della Lega presero il mare e giunsero, il 6 ottobre davanti al golfo di [[Patrasso]], nella speranza di intercettare la potente flotta ottomana. Si noti che i principali Stati d'Italia e le più grandi potenze europee dell'epoca, come ad esempio la Spagna, avevano dovuto coalizzarsi per poter sperare di battere l'Impero ottomano, allora all'apice della sua potenza. Va notato che fino al [[XV secolo]], i turchi non avevano vantato particolari attitudini alla vita marinara. La loro forza, più che per l'armamento o per la tecnica e strategia militari, in cui non superavano per qualità i contingenti occidentali, si era manifestata soprattutto per il tenace spirito di coesione e solidarietà, che tradizionalmente contraddistingueva i corpi armati ottomani. Il 7 ottobre 1571, domenica, Don Giovanni d'Austria fece schierare le proprie navi in formazione serrata, deciso a dar battaglia: le distanze erano così ridotte che non più di 150 metri separavano le galee.
|