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L'origine del nome "Straf-Expedition" risale alle truppe austriache di lingua tedesca nel momento del trasferimento in [[Tirolo (comune)|Tirolo]], prima dell’inizio delle ostilità.
Questo soprannome era molto diffuso negli ambienti militari e letterari italiani, eppure una pari popolarità non si è riscontrata nella storiografia tedesca <ref name=Nota1> Strafexpedition: maggio-giugno, Enrico Acerbi, Gino Rossato Editori, finito di stampare nel 1998 </ref>.
Molto citato è l’episodio di un disertore
Qualche storico italiano ipotizzava così
In realtà nessun documento riservato austriaco citava quel termine e nessun ufficiale asburgico adoperava
Per
L'attacco avrebbe reso gli austriaci in grado di poter isolare completamente le armate italiane sull'[[Isonzo]]
La spedizione è stata voluta dal [[Franz Conrad von Hötzendorf|Generale Franz Conrad]] in funzione risolutiva del conflitto. <ref name=Nota2/>
La zona più strategica per l'attacco austriaco secondo Conrad è quella compresa tra la [[Valle dell'Adige|Val d'Adige]], in direzione di [[Verona]] e la [[Valsugana]], verso [[Bassano del Grappa|Bassano]]: l'area, portante alla pianura veneta, dispone infatti della ferrovia che collega la città di [[Innsbruck]] a quella di [[Trento]].<ref name=Nota2/>
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Un'offensiva in tale zona renderebbe, però, possibile la conquista di importanti capisaldi montani, tra cui il [[Coni Zugna|Coni Zugna,]] che domina le valli Lagarina e [[Vallarsa]], il massiccio del [[Pasubio]], il [[monte Toraro]] ed anche i massicci che dominano l'[[Altopiano dei Sette Comuni|altopiano di Asiago]], Verena e Portule.<ref name=Nota1/>
Viene citato che nel 1908 il gen. austriaco Conrad, ispezionando la frontiera italiana in [[Trentino-Alto Adige|Trentino]], fermatosi presso il passo di Campogrosso, abbia affermato che la zona sarebbe stata una "buona porta" per scendere in Italia.<ref name=Nota1/>
Nel dicembre 1916 Conrad propone la spedizione al tedesco [[Erich von Falkenhayn|von Falkenayn]], che sconsiglia vivamente il piano e gli nega l'appoggio, poiché preferisce che la [[Germania]] concentri tutti gli sforzi sui principali fronti.
Conrad è deciso ad attuare l'offensiva anche in mancanza della collaborazione dell'alleato di [[Berlino]], perciò invia il piano all'[[Eugenio di Savoia|Arciduca Eugenio]] <ref name="Nota2" />.
I preparativi per l'offensiva iniziano il 12 dicembre 1916, ma a causa del maltempo la spedizione è costretta a posticipare: la fanteria affonda nella neve ed ogni assalto viene ostacolato dal terreno pesante, inoltre i colpi di artiglieria non esplodono nella coltre nevosa, non provocando il loro devastante effetto. <ref name="Nota1" />
L'idea iniziale è quella di utilizzare la 3<sup>a</sup> Armata al fianco dell'11<sup>a</sup> per un attacco a fondovalle. <ref name="Nota1" />
Per non destare sospetti al nemico, gli austriaci trasferiscono prima le unità dell'11esima Armata e successivamente quelle della 3<sup>a</sup> in Tirolo: inizialmente sul fronte dell'Isonzo, in seguito nelle retrovie sudtirolesi ed infine vengono avviate in linea. <ref name="Nota1" />
Le truppe italiane in trincea iniziano a percepire qualcosa di imminente, ma nonostante i sibili profondi che precipitano sollevando cumuli di terra, i soldati continuano la vita di tutti i giorni<ref name="Nota1" />.
L'11 maggio Cadorna ispeziona le linee della Valsugana, constatando come le linee di massima resistenza siano poco attrezzate e non sicure <ref name="Nota1" />.
Cadorna inizia così a temere un'imminente offensiva, non sospettando, però, di un attacco sui monti.
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Il Generale Italiano Cadorna, ai primi del maggio 1916, è, quindi, costretto a dare nuove disposizioni per una risistemazione difensiva.<ref name=Nota1/>
Nel momento culminante dell'attacco, l'Austria arriva a schierare oltre 400.000<ref name=Nota2/> uomini sul fronte trentino per quella che, successivamente, verrà considerata una delle più devastati battaglie mai combattute sui monti. Inizialmente l'Austria ha un discreto vantaggio in ambito di artiglieria e qualità degli armamenti, disponendo, infatti, di circa 1000 bocche da fuoco<ref name=Nota2/>.
Le principali direttrici dell'attacco austriaco sono quattro<ref name=Nota2> La I Guerra Mondiale nel Vicentino, Giuseppe Testolin, Liceo Scientifico G.B. Quadri </ref> :
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