Pianoforte: differenze tra le versioni

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Aspetto estetico
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Non fu un caso che sia Mozart, che Beethoven o Franz Joseph Haydn, tutti in qualche modo legati a Vienna, svilupparono per primi le incredibili potenzialità del nuovo strumento. Quello che frenava la diffusione del pianoforte nascente era il suo altissimo costo, per cui andò affermandosi solo nelle corti reali, nei palazzi governativi e nei saloni delle principali famiglie nobili. Inoltre il suo livello sonoro non era neppure paragonabile all'attuale e questo permetteva un uso in salotti o saloni di dimensioni relativamente contenute.
 
Fu in epoca romantica, dal 1840 in poi, che l'utilizzo di strutture rigide metalliche all'interno (in precedenza erano quasi tutti interamente in legno) con funzioni di telaio consentì l'incremento della sonorità grazie a più corde con tensioni maggiori e casse armoniche più grandi (ed andarono affermandosi i "coda" e "gran coda" che all'epoca andavano da 220 a {{m|260 cm|c|m}}). E anche il peso passò dai {{m|180/200 kg|k|g}} (struttura interamente in legno) ai 300/400 (strutture in ferro) sino ai 600 ed oltre di inizio '900 (strutture in ghisa).
 
Questo incremento della potenza sonora del pianoforte ne consentì l'uso nei grandi teatri o nelle sale da concerto ma trasformò profondamente la sua qualità sonora.
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Ascoltare un brano di Beethoven suonato con un pianoforte viennese della sua epoca o Liszt e Chopin con un Érard o Pleyel del periodo romantico ci permette di comprendere veramente cosa volesse esprimere il compositore. Farlo con uno moderno ci conduce ad una reinterpretazione.
 
Il pianoforte attuale, apparso sul finire del XIX secolo, ha ben poco della timbrica originale di inizio '800. Oggi è molto diffuso chiamare "fortepiani" gli strumenti costruiti sino al 3° quarto dell''800 a causa della grande diversità della struttura e quindi del timbro del suono rispetto al pianoforte attuale. Non è tuttavia sempre facile distinguere nettamente fra l'uno e l'altro perché non si tratta di due strumenti diversi, ma del medesimo strumento che ha subito gradualmente una profonda evoluzione, tanto più che all'epoca non si è mai sentito un vero momento di stacco nel passaggio dal fortepiano al pianoforte moderno, come si può facilmente desumere dai documenti e dai testi.
 
I primi pianoforti verticali, più economici e meno ingombranti, furono creati forse nel [[1780]] da Johann Schmidt di [[Salisburgo]] e nel [[1789]] da William Southwell di [[Dublino]].
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I costruttori francesi più famosi, [[Sébastien Érard]] e [[Ignace Pleyel]], furono i più grandi produttori di pianoforti dell'[[Ottocento]]. L'Érard in particolare era uno strumento di grande potenza sonora e di suono deciso e potremmo dire "più moderno" che dava particolare risalto espressivo. Franz Liszt ne fece il suo preferito. Ad Érard si devono moltissime invenzioni e perfezionamenti tra cui quella del doppio scappamento. Il Pleyel invece aveva una grande dolcezza e pulizia sonora, era relativamente più faticoso e difficile da suonare perché permetteva molte sfumature interpretative ed aveva una maggiore sensibilità. Era il pianoforte romantico per eccellenza. Chopin ne fece il suo preferito (sebbene si narra che quando era stanco suonasse l'Érard perché il Pleyel "gli chiedeva troppo..").
 
Nel 1861 i [[Torino|torinesi]] [[Luigi Caldera]] e Ludovico Montù inventarono il melopiano, ovvero un pianoforte dotato di motore con carica a manovella.<ref>[http://www.lastampa.it/2012/01/22/cronaca/costume/torino-ogni-giornoquindici-invenzioni-zpuhd37uKmrILQoTS5vpcK/pagina.html La Stampa - Torino, ogni giorno quindici invenzioni<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
All'inizio del [[XX secolo]] la [[Steinway & Sons]] di [[New York]] brevettò il pianoforte con il telaio in ghisa e divenne il maggior produttore mondiale di pianoforti di qualità del sec. XXNovecento.
 
Un valido costruttore italiano di pianoforti è stato [[Cesare Augusto Tallone]]. Attualmente, il costruttore italiano che è assurto a rinomanza mondiale è [[Fazioli]].