Utente:Leila2/Prove: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Leila2 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Leila2 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 11:
== Teoria ==
L'impianto teorico della foto-musica ruota intorno ad alcuni concetti-chiave che il suo ideatore, il compositore [[italia]]no [[Riccardo Piacentini]], riassume nelle quattro valenze "figurativa" (a), "applicativa" (b), "immersiva" (c), "sintattica" (d).
 
a) La musica è, come già sosteneva il filosofo [[Friedrich Schelling]], un'arte con forte '''valenza figurativa''', più fisica che metafisica, più rappresentativa che autorappresentativa.
 
b) A fianco della valenza figurativa, la foto-musica sottolinea la '''valenza applicativa''' della musica, considerata nelle sue capacità funzionali rispetto al luogo e alla situazione per cui è specificamente concepita.
 
c) Il [[paesaggio sonoro]] che partecipa di un ambiente contribuendo in massima misura alla sua definizione costituisce un primo livello acustico da cui è fondamentale non prescindere; a questo primo livello si rapporta e interagisce, con spiccata '''valenza immersiva''' piuttosto che "giustappositiva" (prodotto, quindi, non addizione o giustapposizione), il successivo livello propriamente musicale.
 
d) Quest'ultimo, articolandosi, progressivamente da suono a foto-suono a foto-musica, seleziona e organizza gli eventi acustici conferendo loro una progressiva '''valenza sintattica''' che connette relazionalmente i foto-suoni ambientali a quelli deliberatamente "immersi", pensati per funzionare in termini di loro interna formalizzazione ma anche, esternamente, sul piano dell'utilità e perfino del servizio sociale.
 
=== Il foto-suono organizzato ===
La metafora con l'universo fotografico deriva dalle prime esperienze di foto-musica, legate all'VIII e IX Biennale Internazionale di [[Fotografia]] di [[Torino]] (1999, 2001).
 
Come l'obiettivo della [[macchina fotografica]] cattura un'[[immagine]], così il [[microfono]] del [[registratore]] cattura un suono. Immagine e suono vengono qui assimilati, anche per l'analoga molteplicità delle loro componenti. Un'immagine, infatti, è sempre composita, così come un suono è sempre scomponibile in ulteriori unità. Più propriamenteesattamente bisognerebbe parlare al plurale anziché al singolare (immagini, suoni).
 
In questo senso la fotografia sonora non può che essere "impura", trascinando con sé il contesto [[paesaggio|paesaggistico]] e reintegrandolo in nuovi significati.
 
Ritagliare un foto-suono, pur nella sua "incrostazione" paesaggistica, è già un primo atto di organizzazione.

Un secondo atto è costituito dal porre in reciproca relazione più foto-suoni la cui durata e rilevanza può anche essere molto diversa. Questo atto si presenta come più problematico rispetto al primo e richiede una approfondita conoscenza della tecnica compositiva, dove ai foto-suoni possono alternarsi e mescolarsi [[voce|voci]] e suoni di strumenti elettronici o [[sintestizzatoresintetizzatore|sintetici]] oppure acustici (tra questi i tradizionali strumenti dell'orchestra sinfonica).

Il terzo atto si pone come interferenza con lo spazio architettonico, la sua configurazione fisica e i suoi contenuti, verso i quali il foto-suono organizzato, similmente al "suono organizzato" di [[Edgar Varèse]], diviene a tutti gli effetti foto-musica poiettata nell'ambiente e per l'ambiente.
 
=== Collazione, paratassi, sintassi ===
Riga 35 ⟶ 47:
=== Sonorizzazioni museali ===
 
=== Realizzazioni elettroacustiche extra-ambientali ===
 
== Scritti ==