Personalità: differenze tra le versioni

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Il termine latino ''personalitāte(m)'' deriva dal greco ''πρόσωπον'' e dall'etrusco ''phersu''. [[Cicerone]] la definì come l'aspetto e la dignità di un essere umano, oppure, in un'altra definizione, quella parte che si recita nella vita, e non a caso "persona" rappresentava la maschera indossata dagli attori.<ref>"Psicologia" di Peter Hofstatter, ediz. Feltrinelli, 1964, Milano (alla pag. 175,181 - voce "Personalità")</ref>
 
Il teatro antico [[giappone]]se ([[Nō|nō]]) contemplava un certo numero di maschere, aventi caratteristiche corrispondenti al concetto di personalità contemporaneo, simboleggianti il passaggio da una fase di vita ad un'altra più matura.
 
Alla soglia del [[XX secolo]] si affermò la convinzione che la personalità del soggetto si rispecchi nel modo in cui la realtà gli appare e nelle idee che esprime. Questo modello, che in [[Kurt Lewin]] <ref>Foschi R., Lombardo G.P. (2006), Lewinian contribution to the study of personality as the alternative to the mainstream of personality psychology in the 20th century. In: Trempala, J., Pepitone, A. Raven, B. Lewinian Psychology. (vol. 1, pp.&nbsp;86–98). Bydgoszcz: Kazimierz Wielki University Press. ISBN 83-7096-592-Xe</ref> e [[Kurt Koffka]] ebbe i suoi migliori esponenti, venne definito "fenomenologico", seppur discordante in molti aspetti dalla corrente filosofica di [[Husserl]].