| figli =[[Sapore I]]
| dinastia =[[Sasanidi|Sasanide]]
| padre =[[Papak]] (padre adottivo)<ref>''Res Gestae Divi Saporis'', riga 2.</ref> e<br />[[Sasan]] (padre naturale?<ref>[[R.N. Frye]], ''The political History of Iran under the Sasanians'', Ed. [[Ehsan Yarshater|E. Yarshater]], 1987, pp. 116-117.</ref>)
| madre =Radak
| data di nascita =fine [[II secolo]]
|}}
{{Bio
|Nome = ArdašīrArdashīr I
|Cognome =
|PreData = {{farsi|اردشیر}}, traslitterato anche ''Ardaxšīr'' o all'anglosassone ''Ardashir'', anche noto come '''Artaserse I'''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
== Conquista della Persia ==
Alla fine del [[II secolo]], quando ArdašīrArdashīr nacque, l'[[Parti|impero arsacide]] era suddiviso in vari regni vassalli dello scià dotati di ampia autonomia. Uno di questi era il regno di [[IshtakrIstakhr]] (presso [[Persepoli]], nel [[Fars]]) governato da [[Gochihr]], di cui era vassallo [[Papak]] (''Pāpağ'', anche ''Pāpak'' o ''Babak''), padre adottivo di ArdašīrArdashīr (infatti indicato come Ardashīr Pāpagān, {{farsi|اردشیر بابکان}}). Papak divenne re dopo aver ucciso Gochihr, e nominò il figlio maggiore [[Sapore I|Sapore]] a suo successore nonostante l'opposizione dello scià. ArdašīrArdashīr fu nominato ''[[argabad]]'', sovrintendente militare, di Darabgerd (oggi [[Darab]], [[Iran]]) e presto iniziò una serie di guerre contro i regni vicini che sconfisse e sottomise.
Alla morte di Papak, ArdašīrArdashīr contese il potere al fratello Sapore che infine eliminò, assumendo il titolo di re nel [[208]]. Dopo aver domato una rivolta a Darabgerd, si lanciò alla conquista delle province di [[Isfahan]] e [[Kerman]] e stabilì la sua capitale a Guz (oggi [[Firuzabad]], in [[Iran]]) chiamandola ''[[ArdašīrArdashīr-Khurreh]]'', la ''gloria di ArdašīrArdashīr'', una città a pianta perfettamente circolare del diametro di 1950 m i cui resti sono ancora visibili.
La sua attività espansionistica attirò l'attenzione di [[Artabano V]], Gran Re dell'imperoImpero partico, che marciò contro di lui nel settembre del [[224]]<ref>{{cita libro | wkautore=Theodor Nöldeke | nome=Theodor | cognome=Nöldeke | titolo=Geschichte der Perser und Araber zur Zeit der Sasaniden | città=Leiden | anno=1879 | lingua=de}}</ref> e si scontrò in battaglia a [[Hormizdeghan]].<ref>G. Widengren, ''The Establishment of the Sasanian Dynasty in the Light of New Evidence'', in ''La Persia nel Medioevo'', Roma 1971, pp. 767 ss.</ref> Artabano fu ucciso<ref>[[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio'', VI, 2.1.</ref> e la maggior parte dell'[[aristocrazia]] persiana passò allora a fianco di ArdašīrArdashīr, che completò la conquista delle province occidentali dell'impero. Nel [[226]] entrò in [[Ctesifonte]] e si fece incoronare [[Shahanshah]] (''re dei re'') prendendo il nome di DariardašīrDariardashīr (Dario ArdašīrArdashīr), segnando l'inizio dell'Impero sasanide. Nel [[228]] sconfisse e uccise [[Vologase VI]], ponendo definitivamente fine all'impero dei Parti.
== Organizzazione del regno ==
[[File:Coin01.jpg|left|thumb|upright=1.4|Moneta d'argento di ArdašīrArdashīr I. Sul rovescio è raffigurato un altare del fuoco, simbolo [[zoroastrismo|zoroastriano]].]]
Il richiamo a [[Dario III di Persia|Dario]] e alla [[dinastia achemenide]] simboleggiava la volontà da parte di ArdašīrArdashīr di stabilire una continuità tra quello che fu il primo impero centrato politicamente in Persia e il secondo, ovvero l'impero sasanide. Era anche l'annuncio di un preciso programma politico: restaurazione della cultura e della tradizione persiane precedenti [[Alessandro Magno]]; centralizzazione del potere contro il decentramento e l'autonomia di fatto delle province dell'epoca parta, sul modello di Dario; adozione dello [[Zoroastrismo]] quale religione di Stato, che portò alla persecuzione degli altri culti, specialmente del [[Cristianesimo]] dopo che divenne religione di Stato a [[Roma]]; abbandono dell'[[Ellenismo]] tipicamente seleucide e partico.
Nella tradizione zoroastriana ArdashirArdashīr è ricordato come saggio e celebrato in un libro scritto nel [[V secolo]], il ''[[Karnamag-i Ardashir]]'' (Libro degli atti di ArdašīrArdashīr).
== Campagne militari ==
{{Vedi anche|Campagne mesopotamiche di Ardashir I|Campagna sasanide di Alessandro Severo}}
Richiamandosi alla storia achemenide, ArdašīrArdashīr rivendicava anche la sovranità sui territori dell'antico impero persiano fino al [[mare Egeo]] ed alla [[Propontide]],<ref name="Dione79,4.1">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]'', LXXIX, 4.1</ref><ref>[[Erodiano]], ''Storia dell'impero dopo Marco Aurelio'', VI, 2.2.</ref> che erano però sotto il [[Impero romano|dominio romano]], sicché lo scontro con Roma (e in seguito [[Costantinopoli]]) divenne inevitabile.
Nonostante una soluzione diplomatica offerta dall'[[imperatore romano]] [[Alessandro Severo]], i [[Persiani]] penetrarono in [[Mesopotamia]] cercando senza riuscirvi di conquistare [[Nisibi]], e forse compiendo anche brevi incursioni in [[Siria (provincia romana)|Siria]] e [[Cappadocia (provincia romana)|Cappadocia]]. I [[Impero romano|Romani]] [[campagna sasanide di Alessandro Severo|organizzarono allora una spedizione]], col supporto del [[regno d'Armenia]], e invasero la [[Medi]]a (oggi [[regione di Hamadan]], Iran) nel [[232]] puntando alla capitale Ctesifonte, già diverse volte catturata al tempo dei Parti. ArdašīrArdashīr riuscì a respingere l'assalto a prezzo di numerose perdite, il che lo convinse a mettere da parte temporaneamente le sue mire sulla costa mediterranea, e a concentrarsi nel consolidamento del suo potere a oriente.
La guerra riprese nel [[238]], quando ArdašīrArdashīr, approfittando della guerra civile scoppiata a Roma, invase ancora la Mesopotamia con l'aiuto del figlio [[Sapore I]]. Dopo la conquista di Nisibi[[Nisibis]] e [[Carre]], ArdašīrArdashīr associò al trono Sapore nominandolo ''re dei re''.
Nel [[240]] vinse e distrusse l'[[Impero Kusana]], recuperando tutti i territori corrispondenti alle antiche satrapie orientali acheminidiachemenidi.
Morì nel [[241]] lasciando al figlio un impero ancora da consolidare e la prospettiva di un nuovo conflitto con i Romani.
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