Si diventa notaio col superamento di un concorso nazionale, di estrema difficoltà consistente in una preselezione informatica per la cui preparazione bisogna imparare circa 8.ooo quesiti, tre prove scritte ed una prova orale. Pertanto è un luogo comune la narrata continuità familiare nella professione: ad oggi complessivamente circa un quinto del totale dei notai sembra sianosono figli di notai,(ma in quale categoria professionale i figli non segueno in genere le orme paterne o materne?) e, anzi, tra i promossi dei concorsi più recenti la quota è scesa intorno al dieci per cento. C'è da osservare, matuttavia, comeche ogni concorso, verificareda questiquesto datipunto di vista, rimanefa unstoria a sé ed in talune procedure tale quota è stata significativamente più misteroalta. Il concorso è indetto dal Ministero della Giustizia e i componenti della commissione sono scelti dal Ministero stesso. La normativa prevede un concorso all'anno, ma la particolare lunghezza delle correzioni non ha mai consentito di rispettare detto termine.
Chi intende accedere alla professione deve avereeffettuare laun laureaperiodo in giurisprudenza ed effettuare ladi pratica presso un notaio in esercizio; tale periodo di pratica è oggi stato ridotto a 18 mesi e può essere iniziato durante il corso universitario; esistono poi numerose scuole, alcune delle quali vengono gestite direttamente dai Consigli notarili. ([http://www.notariato.it/Cnn/Formazione/Le_scuole_di_notariato/Elenco_delle_Scuole_di_Notariato.cmt/ lista]). Alcune scuole hanno introdotto quote differenziate per fasce di reddito, sino ad un massimo di 1000 euro annui; nelle altre la quota oscilla tra i 200 ed i 750 euro annui (dati 2006/2007). Diverse scuole offrono borse di studio.