SMS Goeben: differenze tra le versioni

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Troubridge rinunciò all'inseguimento il 7 agosto, convinto che ogni attacco contro la ''Goeben'' —armata con cannoni da 280&nbsp;mm— portato con i suoi antiquati incrociatori corazzati sarebbe stato suicida.<ref>Bennet, pp. 33–34.</ref> La rotta di Souchon verso Costantinopoli diventava, ora evidente.<ref name=Halpern56>Halpern, p. 56.</ref>
 
La ''Goeben'' si rifornì di carbone aal largo dell'isola di Donoussa vicino a [[Naxos]].<ref name=Halpern56/> Nel pomeriggio del 10 agosto le due navi entrarono nello stretto dei [[Dardanelli]]. Vennero ricevute da una scorta d'onore, che le guidò all'interno del [[Mar di Marmara]].<ref>Bennett, pp. 35–36.</ref> Per ovviare ai limiti dello status di nazione neutrale dell'Impero Ottomano, la Germania trasferì le due navi alla Marina Ottomana il 16 agosto. Il 23 settembre, Souchon accettò il comando della Marina Ottomana. La ''Goeben'' fu ribattezzata ''Sultano Yavuz Selim'' e la ''Breslau'', ''Midilli''; i loro equipaggi tedeschi indossarono uniformi ottomane ed il [[Fez (abbigliamento)|fez]].<ref>Halpern, pp. 57–58.</ref>
 
=== Attività nel Mar Nero ===
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Il 29 ottobre la ''Yavuz'' bombardò [[Sebastopoli]] nella prima operazione contro l'Impero Russo, nonostante l'Impero Ottomano non fosse ancora in guerra con la Triplice Intesa. Un proiettile da 254&nbsp;mm colpì la nave nel fumaiolo di prora, ma non esplose facendo danni trascurabili.<ref name="Staff19"/> Altri due colpi fecero danni minimi. La nave, con la sua scorta, passò attraverso un campo di mine inattivo, durante l'azione.<ref>McLaughlin, p. 122.</ref> Tornando verso acque turche, la ''Yavuz'' incontrò il [[posamine]] russo ''Prut'' che si autoaffondò<ref>Langensiepen and Güleryüz, p. 44.</ref> con il suo carico di 700 mine. Durante l'ingaggio il cacciatorpediniere di scorta ''Leitenant Pushchin ("Лейтенант Пущин")'' fu danneggiato da due proietti da 150&nbsp;mm delle batterie secondarie della ''Yavuz''. In risposta ai bombardamenti, la Russia dichiarò guerra il primo novembre, trascinando l'Impero Ottomano in guerra. La Francia e la Gran Bretagna bombardarono le fortezze di guardia ai Dardanelli il 3 novembre e consegnarono la formale dichiarazione di guerra due giorni dopo.<ref name="Staff19">Staff, p. 19.</ref> Da questo scontro, la Marina Russa concluse che la [[Flotta del Mar Nero]] avrebbe dovuto rimanere unita per evitare di essere annientata, una nave per volta, dalla ''Yavuz''.<ref>Halpern, p. 227.</ref>
 
La ''Yavuz'', scortata dalla ''Midilli'', [[Battaglia di Capo Sarych|intercettò la Flotta del Mar Nero]] 17 miglia aal largo della costa della [[Penisola di Crimea|Crimea]], il 18 novembre, mentre tornava dal bombardamento della città turca di [[Trebisonda]]. Nonostante fosse mezzogiorno era presente la nebbia e, dopo l'avvistamento reciproco da parte degli incrociatori, passò mezz'ora prima che le navi da battaglia si individuassero, quando, ormai erano a 8.000&nbsp;m di distanza.<ref>{{cita web|url=http://www.gwpda.org/naval/csayrch1.htm|titolo=Action off Cape Sarych|lingua=en|accesso=8 maggio 2011}}</ref> La Flotta del Mar Nero aveva sperimentato il coordinamento del fuoco da parte di una nave ''comando'' prima della guerra e la ''Evstafi'' ({{russo|Евстафий}}) non aprì il fuoco finché la nave comando, la Ioann Zlatoust (in russo: Иоанн Златоуст), non fu in grado di rilevare la ''Yavuz''. Quando fu ricevuta la [[soluzione di tiro]], eccedeva di 3.700&nbsp;m quella rilevata dalla ''Evstafi'', che era di 7.000&nbsp;m, quindi la ''Evstafi'' aprì il fuoco con i propri dati di tiro prima che la ''Yavuz'' manovrasse per fare fuoco di [[bordata (guerra)|bordata]].<ref>McLaughlin, pp. 127–28.</ref> Riuscì a colpire la ''Yavuz'' con uno dei suoi proiettili da 305&nbsp;mm che penetrò parzialmente una delle casematte dei cannoni secondari da 150&nbsp;mm. Il colpo fece detonare le munizioni presenti nella camera di manovra, uccidendo tutti i membri dell'equipaggio del cannone.<ref name=m1/> In totale morirono 13 uomini e tre rimasero feriti.<ref name="Staff19"/>
 
[[File:Evstafiy1914damage2.jpg|thumb|right|Danni inferti dalla ''Goeben'' alla ''Evstafi''|alt=Il fianco di una grande nave da battaglia, al centro un ampio squarcio nero nelle lamiere della nave, appena sopra e a lato di un cannone che si protende dalla fiancata. Una fila di marinai sul ponte sopra lo squarcio.]]
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La ''Yavuz'' rispose al fuoco e colpì la ''Evstafi'' nel fumaiolo centrale; il proietto esplose dopo aver trapassato il fumaiolo e distrusse le antenne dell'impianto radio per la trasmissione dei dati di tiro, così la ''Evstafi'' non poté correggere i dati [[telemetro|telemetrici]] errati della ''Ioann Zlatoust''. Le altre navi russe o utilizzarono i dati errati della ''Ioann Zlatoust'' o non riuscirono a vedere la ''Yavuz'' e non misero a segno nessun colpo. La ''Yavuz'' colpì la ''Evstafi'' altre quattro volte, uno dei proiettili non esplose,<ref name=m1>McLaughlin, pp. 131.</ref> prima che il contrammiraglio [[Wilhelm Souchon]] decidesse di rompere il contatto dopo 14 minuti di combattimento.<ref>McLaughlin, pp. 129–30.</ref> I quattro proiettili da 280&nbsp;mm uccisero 34 persone e ne ferirono 24.<ref>McLaughlin, pp. 131, 133.</ref>
 
Il mese successivo, il 5 e 6 dicembre, scortarono un convoglio di trasporto truppe, ed il 10 dicembre, la ''Yavuz'' bombardò [[Batumi]].<ref name="Staff19"/> Il 23 dicembre, la ''Yavuz'' e l'incrociatore ''Hamidiye'' scortarono tre navi da trasporto a Trebisonda. Tornando da un'altra missione di scorta, il 26 dicembre, la ''Yavuz'' urtò una mina che esplose al di sotto della torre di comando, dal lato di dritta, un miglio aal largo del Bosforo.<ref name=Halpern228>Halpern, p. 228.</ref> L'esplosione creò uno squarcio di 50&nbsp;m<sup>2</sup> nello scafo, ma la [[controcarena anti-siluro]] tenne. Due minuti dopo, la ''Yavuz'' urtò una seconda mina, sempre sul lato di dritta, all'altezza dell'estremità anteriore della [[barbetta]] della batteria principale; aprendo una falla di 64&nbsp;m<sup>2</sup>. Le lamiere della camera stagna si curvarono di 30&nbsp;cm, ma mantennero la tenuta al mare. A causa delle esplosioni la nave imbarcò 600&nbsp;t di acqua.<ref name="Staff19"/> Solo all'appello fu scoperta l'assenza di due marinai che poi risultarono rimasti intrappolati negli scompartimenti allagati dalle mine.<ref>{{Cita libro|nome=Gary|cognome=Staff|titolo=German Battlecruisers of World War One: pdf|url=https://books.google.com/books?id=3Xg7CQAAQBAJ|accesso=20 aprile 2016|data=29 novembre 2014|editore=Seaforth Publishing|lingua=en|capitolo=Damage on 18 November 1914|ISBN=978-1-84832-307-0}}</ref><ref name=Poggi41>Poggi, p. 41.</ref> Non era presente, nell'Impero Ottomano, un [[bacino di carenaggio]] abbastanza grande da permettere di portare in secca la ''Yavuz'', così si dovettero fare delle riparazioni temporanee utilizzando dei ''[[Cofferdam]]'' (dighe temporanee metalliche) per creare, pompando via l'acqua, un'area asciutta per effettuare le riparazioni. Le falle nello scafo furono riparate con il calcestruzzo, che durò per diversi anni finché non furono necessarie riparazioni definitive.<ref name=Halpern228/>
 
==== 1915 ====
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Ancora danneggiata la ''Yavuz'' fece una sortita dal Bosforo il 28 gennaio e ancora, il 7 febbraio 1915, per aiutare la ''Midilli'' a sfuggire alla flotta russa; inoltre coprì il ritorno dell'incrociatore corazzato ''Hamidiye''. Poi la ''Yavuz'' iniziò i lavori di riparazione che durarono fino a maggio.<ref name=Halpern228/>
 
Il primo aprile, con le riparazioni ancora incomplete, la ''Yavuz'' lasciò il Bosforo insieme alla ''Midilli'' (la ex ''Breslau'') per coprire il rientro della ''Hamidiye'' e dell'incrociatore corazzato ''Mecidiye'', che erano stati inviati a bombardare il porto di [[Odessa]]. Forti [[Corrente oceanica|correnti]] trascinarono gli incrociatori 15 miglia ad est presso la barra posta di fronte alla baia formata dalla foce del [[Bug Meridionale]] dove sorge la città di [[Mykolaïv]]. Mentre si riportavano verso ovest, il ''Mecidiye'' urtò una mina ed affondò, portando alla cancellazione della missione di bombardamento.<ref>Nekrasov, pp. 51–52.</ref> Successivamente la ''Yavuz'' e la ''Midilli'' si portarono aal largo di Sebastopoli ed affondarono due vapori da trasporto, la flotta russa le inseguì tutta la giornata, poi, giunta la notte, inviò alcuni cacciatorpediniere, per tentare un attacco con i siluri. Solo uno dei cacciatorpediniere, il ''Gnevny'', fu in grado di lanciare i siluri, che mancarono il bersaglio. La ''Yavuz'' e la ''Midilli'' tornarono nel porto del Bosforo, illese.<ref name=Halpern231>Halpern, p. 231.</ref>
 
Il 25 aprile, lo stesso giorno dello sbarco a [[Campagna dei Dardanelli|Gallipoli]], navi russe si portarono aal largo del Bosforo e bombardarono i forti all'ingresso dello stretto. Due giorni dopo la ''Yavuz'' di diresse verso sud per bombardare le truppe dell'Intesa a Gallipoli, scortata dalla corazzata [[pre-dreadnought]] ''Turgut Reis'' (ex [[SMS Weissenburg|SMS ''Weissenburg'']]) della [[Classe Brandenburg (nave da battaglia)|Classe Brandenburg]]. Furono avvistate al tramonto, da un pallone frenato, mentre si schieravano. Quando la prima salva da 380&nbsp;mm della ''[[HMS Queen Elizabeth (00)|HMS Queen Elizabeth (1913)]]'' colpì le acque vicino alla loro posizione, la ''Yavuz'' si spostò vicino alle scogliere, dove non poteva essere raggiunta dai colpi della ''Queen Elizabeth''.<ref>Corbett, p. 359.</ref> Il 30 aprile, la ''Yavuz'' tentò ancora la missione di bombardamento, ma fu individuata dalla corazzata ''pre-dreadnought'' ''[[HMS Lord Nelson (1906)]]'' che si era portata all'interno dei Dardanelli per bombardare il comando turco presso [[Çanakkale]]. La nave britannica riuscì soltanto a lanciare cinque proiettili prima che la ''Yavuz'' si portasse fuori tiro.<ref>Corbett, p. 370.</ref>
 
Il primo maggio, la ''Yavuz'' si diresse verso la baia di Beykoz, all'interno del Bosforo, poiché la flotta russa aveva bombardato i forti all'ingresso del Bosforo. Intorno al 7 maggio, fece una sortita verso Sebastopoli, cercando di intercettare delle navi russe, senza esito. Avendo scarsità di munizioni per le batterie principali, non bombardò Sebastopoli. Mentre tornava, la mattina del 10 maggio, le vedette della ''Yavuz'' individuarono due corazzate russe ''pre-dreadnoughts'', la ''Tri Sviatitelia'' (dal russo: Три Святителя, i tre sacri gerarchi) e la ''[[Potëmkin (nave da battaglia)|Pantelimon]]'', ed aprì il fuoco. Nei primi 10 minuti, fu colpita due volte dalla risposta russa e nonostante non fosse seriamente danneggiata, l'ammiraglio Souchon decise di rompere il contatto e tornare verso il Bosforo, inseguito dal naviglio leggero di scorta alle due navi russe.<ref>Langensiepen and Güleryüz, pp. 47–48.</ref>