=== L'irredentismo e la Grande guerra ===
Come si è già avuto modo di rilevare, le direttive italofobe del governo imperiale asburgico promossero una serie misure repressive e discriminatorie a danno degli Italiani di Trieste. Esse però contribuirono in modo importante alla diffusione delle idee irredentiste all'interno della comunità italiana che si percepiva sempre più minacciata nella sua esistenza stessa dall'azione congiunta del governo austriaco e dei nazionalisti slavi locali, fra loro alleati in funzione anti-italiana.<ref>Attilio Tamaro, "''Le condizioni degli italiani soggetti all'Austria nella Venezia Giulia e nella Dalmazia''", Roma, G. Bertero, 1915</ref>
Trieste fu, con [[Trento]], oggetto e al tempo stesso centro di irredentismo,<ref>Sulle origini dell'irredentismo nel periodo anteriore al [[1860]] esiste lo studio di Carlo Schiffrer, ''Le origini dell'irredentismo triestino: 1813-1860'', Udine 1937</ref> movimento che, negli ultimi decenni del [[XIX secolo]] e agli inizi del [[XX secolo|XX]] aspirava ad un'annessione della città all'Italia. Ad alimentare l'irredentismo triestino erano soprattutto le classi borghesi in ascesa (ivi compresa la facoltosa colonia ebraica),<ref>Per questa ragione vi fu anche un certo [[antisemitismo]] in alcuni ambienti ostili all'irredentismo G. Valdevit, ''Chiesa e lotte nazionali: il caso di Trieste (1850-1919)'', Udine 1979, pp. 202, 224-228. 235-244, 260; Almerigo Apollonio, ''Libertà, Autonomia, Nazionalità - Trieste, l'Istria e il Goriziano nell'Impero di Francesco Giuseppe 1848-70'', Trieste 2007</ref> le cui potenzialità ed aspirazioni politiche non trovavano pieno soddisfacimento all'interno dell'Impero austro-ungarico. Dal canto suo, come si è già indicato, il gruppo etnico sloveno era nella città triestina agli inizi del Novecento in piena ascesa demografica, sociale ed economica, e, secondo il discusso censimento del 1910, costituiva circa la quarta parte dell'intera popolazione. L'irredentismo assunse pertanto, nella città giuliana, dei caratteri spesso marcatamente anti-slavi che vennero incarnati dalla figura di [[Ruggero Timeus]]<ref>Sul tema specifico dei contrasti fra italiani e sloveni nella Trieste asburgica può essere utile consultare [[Marina Cattaruzza]], ''Trieste nell'Ottocento. Le Trasformazioni di una società civile'', Udine 1995, pp. 119-165</ref>
Primo esponentemartire di tale movimento è considerato un triestino,Wilhelm Oberdank, poi italianizzato in [[Guglielmo Oberdan]], che, per aver ordito un complotto per uccidere l'imperatore d'Austria [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] e aver causato la morte di diversi innocenti, fu processato ed impiccato nella sua città natale il 20 dicembre [[1882]]. Vicina al movimento irredentista italiano e percepita come tale dalle autorità austriache, fu la già citata ''[[Lega Nazionale]]'', massima organizzazione triestina di carattere privato del tempo, che arrivò a contare 11.569 soci nel [[1912]]<ref>Elio Apih, ''op. cit.'', p. 87</ref>. Il 23 maggio 1915, alla notizia della dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria-Ungheria, vennero incendiati da dimostranti filoaustriaci, oltre alla sede della Lega Nazionale, il Palazzo Tonello dove si trovava la redazione del quotidiano irredentista "Il Piccolo" e l'edificio della Ginnastica Triestina, associazione sportiva irredentista.<ref>Lucio Fabi, "''Trieste 1914-1918:una città in guerra''", Trieste, MGS Press, 1996, pagg. 38 e segg.</ref>
[[File:Donne a Trieste gettano fiori al passaggio del Re.jpg|thumb|upright=0.8|Donne a Trieste gettano fiori al passaggio del Re.]]
Allo scoppio della prima guerra mondiale, 1281041 triestini si rifiutarono di combattere sotto le bandiere austro-ungariche e, subito dopo l'entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi centrali, si arruolarono nel [[Regno d'Italia|regio esercito]], mentre la stragrande maggioranza della popolazione (circa 35mila persone) si arruolarono nell'esercito dell'impero asburgico. Fra i 182 volontari che persero la vita nel corso del conflitto<ref>Le informazioni sul numero dei volontari e quello relativo ai deceduti sono tratte da: Elio Apih, ''op. cit.'' p. 99</ref>, si ricordano gli scrittori e intellettuali [[Scipio Slataper]], [[Ruggero Timeus]] e Carlo Stuparich, fratello del più noto [[Giani Stuparich|Giani]]. Particolarmente attivi sul fronte delle idee e della propaganda furono i fuoriusciti triestini in Italia e Francia, dove ebbero un ruolo di primaria importanza nella fondazione, a Roma, di un Comitato centrale di propaganda dell'Alto Adriatico ([[1916]]) e, a Parigi, dell'associazione ''Italia irredenta''. Tutti i membri degli organi direttivi del Comitato erano triestini, ad eccezione del [[Dalmati italiani|dalmata]] Alessandro Dudan.<ref>[[Marina Cattaruzza]], ''L'Italia e il Confine Orientale'', Bologna, Società editrice Il Mulino, 2007, p. 97</ref>. TraIl 19154 enovembre 1917[[1918]] l'aviazionele italianatruppe bombardòitaliane entrarono finalmente a Trieste, accolte con irrefrenabile entusiasmo. «Pressoché tutta la cittàpopolazione italiana era in numerosestrada occasioniad attendere i liberatori. Testimoni dell'esercito italiano ricordano con commozione l'avvolgente abbraccio dei triestini, causandorilevando numerosepure vittimel'aspetto macilento e sottomesso della folla, sottoposta per tratutta la durata della guerra alle stesse privazioni della popolazione civiledell'Austria.»<ref>Citazione da Marina Cattaruzza, op. cit., p. 128</ref>
Il 4 novembre [[1918]] le truppe italiane entrarono a Trieste, dopo aver atteso che le truppe austriache lasciassero la città.
=== Annessione all'Italia ===
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