Questo passaggio, da un punto di vista strettamente filosofico, è un notevole esempio della riabilitazione settecentesca delle passioni e si è ancora più stupiti di trovare tali nozioni favorevolmente recensiti anonimamente nel ''Année littéraire'' dove si legge: «Rendiamo grazie al signor Bailly per aver aperto i cieli invertendo il muro di bronzo elevato da un'arroganza pedantesca».<ref>L′''Annee litteraire'' 1782, 6: 252.</ref>
Il lettore moderno, così come il recensore del [[XVIII secolo]], tuttaviacomunque, è in grado di vedere almeno un difetto in quest'ultimo volume dell′''Histoire de l'astronomie moderne''. Il difetto è la troppo lunga confutazione che Bailly fa della ''Mémoire sur l'origine des constellations et sur l'explication de la fable'' di Dupuis. Il sistema di Dupuis è infatti tanto semplice quanto improbabile. Egli trovava nel sorgere e nel tramontare delle stelle principali una presunta chiave interpretativa per gli eroi e le eroine della mitologia, la loro genealogia, le loro avventure, i loro temperamenti, ecc. Insomma Dupuis era convinto che la mitologia avesse principalmente un'origine astronomica e che tramite l'astronomia si potessero spiegare i miti. Bailly invece era ancora ansioso di dimostrare, come aveva già fatto nelle opere precedenti, che al contrario il mito aveva principalmente un origine storica, e che i personaggi e le leggende mitiche avevano comunque un fondo di verità. Bailly inoltre era in particolare disaccordo con la cronologia di Dupuis basata sul dodici segni dello [[Zodiaco]] che questi aveva presentato nella sua ''Mémoire explicatif du Zodiaque, chronologique et mythologique''.
Il quinto capitolo dell'opera è dedicato invece ad una rielaborazione dei suoi punti di vista dell′''[[Histoire de l'astronomie ancienne]]'' e delle ''[[Lettere sull'origine delle scienze|Lettres sur l'origine des sciences]]''. Questo capitolo gli attirò notevoli critiche negative, soprattutto da parte degli ambienti del clero più bigotto che non accettava altre ipotesi storiche diverse dalla tradizione sacra imposta dalla [[Bibbia]]. L'anonimo recensore dell′''Année littéraire'' (che sembra parlare come l'[[Thomas-Marie Royou|abate Royou]]) scrisse: «Fa arrabbiare vedere uno scrittore, anche degno, rinnovare delle opinioni avverse alla tradizione sacra e al sentimento degli storici profani».<ref>''Ibid.'' 6: 243.</ref>
Egli non suggerisce, tuttavia, che quella prima astronomia era «perfezionata» nella stessa misura dell'astronomia del [[XVIII secolo]], ovviamente. Anzi, afferma categoricamente che ciò non era vero:
{{citazione||Bailly nell′''Histoire de l'astronomie moderne''.<ref>''Ibid.'' 3: 329-330.</ref>|L'Europe a sur cette antiquiteantiquité l'avantage du geniegénie; elle s'est procureprocuré des moyens de progresprogrès en creantcréant la geometriegéométrie. Cette science manquait absolument aux anciens; nous n'en trouvons nulles traces dans l'Asie; elle n'a paru que dans la GreceGrèce au temps de Platon. Nos moyens pour surpasser la science primitive ont donc eteété le telescopetélescope, qui etendétend le domaine de nos sens; la geomletriegéométrie, qui permet de tout approfondir; et le geniegénie, qui ose tout comparer et qui s'eleveélève à la science des causes. Cette science est notre veritablevéritable superioritésupériorité. Tous les phenomenesphénomènes sont enchainesenchaînés: le systemesystème de nos connaissances est ordonneordonné comme la nature; un seul principe nous sert 'aà tout expliquer, comme un seul ressort lui suffit pour faire tout agir.119 |lingua=fr}}
Bailly termina la sua monumentale opera sulla storia dell'astronomia moderna con una nota ottimistica sul progresso e sulla perfettibilità.
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