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== Storia ==
=== Il progetto originario ===
[[File:Archivio-lapadula quadro palazzo-civiltà-italiana.jpg|thumb|Bozzetto di [[Ernesto Lapadula]] per il concorso del [[1937]] per la progettazione del [[Palazzo della Civiltà Italiana]].]]
Nel [[1935]] il [[governatorato di Roma|governatore di Roma]], [[Giuseppe Bottai]], propone a [[Benito Mussolini]] di candidare la capitale per la futura [[esposizione universale]] del [[1942]], che avrebbe permesso di celebrare i vent'anni della [[marcia su Roma]] e proporre il successo del [[fascismo]] di fronte a un pubblico internazionale. Il Governo sostiene l'iniziativa con la creazione di un apposito [[ente autonomo]] - l'Ente Autonomo Esposizione Universale di Roma - presieduto dal [[senatore]] [[Vittorio Cini]]<ref>{{Cita legge italiana|tipo=legge |anno=1936 |mese=12 |giorno=26 |numero=2174 |titolo= Esposizione Universale ed Internazionale indetta in Roma per l'anno 1941-XX|articolo=}}</ref>. Fu scelta la [[Tre Fontane (zona di Roma)|zona delle Tre Fontane]], preferita per collegare idealmente la Roma imperiale, rappresentata dalle [[Terme di Caracalla]], con il [[Mar Tirreno]] lungo la [[Via Cristoforo Colombo (Roma)|Via Imperiale]] (oggi Via Cristoforo Colombo): il nuovo quartiere fu progettato per essere il terzo polo di espansione a sud-ovest della città. Questa area meridionale di Roma era estranea al [[Urbanistica_a_Roma_tra_il_1870_e_il_2000#I_Piani_regolatori_e_le_leggi_speciali_per_Roma|Piano Regolatore del 1931]], che richiese di adottare alcune norme per consentire la realizzazione del progetto: un'apposita commissione approvò le norme attraverso alcuni piani particolareggiati esecutivi.
 
{{Approfondimento
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|titolo = IlGli progettoedifici originaleoriginali dell'E42
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Il senatore Cini propose la collaborazione di numerosi architetti italiani - [[Giuseppe Pagano Pogatschnig]], [[Luigi Piccinato]], [[Luigi Vietti]], [[Adalberto Libera]], [[Gaetano Minnucci]], [[Ernesto Lapadula]], [[Mario Romano]], [[Luigi Moretti (architetto)|Luigi Moretti]] - - sotto il coordinamento tecnico di [[Marcello Piacentini]], già apprezzato dal regime fascista per il suo [[classicismo moderno|classicismo essenzializzato]]<ref>Robert A. Stern, ''Classicismo moderno'', Di Baio Editore, 1990, 45-47.</ref>. Il governatorato ebbe ingenti risorse finanziarie<ref>{{Cita legge italiana|tipo=decreto legge |anno=1937 |mese=08 |giorno=21 |numero=1615 |titolo= Provvedimenti per l'esecuzione dei lavori connessi con l'Esposizione universale di Roma e l'acceleramento dell'attuazione del piano regolatore di Roma|articolo=}}</ref> per gli espropri dei circa 400 ettari di estensione del progetto e la costruzione degli edifici; il progetto principale fu completato solo nel [[1938]]. I lavori ebbero inizio il [[26 aprile]] [[1937]], quando Mussolini piantò un [[pinus pinea|pino romano]] sul luogo dove sarebbe nato il nuovo quartiere romano. Il quartiere fu ispirato, secondo l'ideologia del [[fascismo]], all'urbanistica classica romana, apportandovi gli elementi del [[razionalismo italiano]]: la struttura prevede un impianto vario ad assi ortogonali ed edifici architettonici maestosi e imponenti, massicci e squadrati, per lo più costruiti con marmo bianco e travertino a ricordare i templi e gli edifici della Roma imperiale. L'elemento simbolo di questo modello architettonico è il cosiddetto Colosseo Quadrato, soprannome del [[Palazzo della Civiltà Italiana]].
 
Tuttavia l'esposizione universale non ebbe mai luogo a causa del ritardo dei lavori di costruzione, dell'improvvisa morte del governatore [[Piero Colonna]] e dei preparativi per la partecipazione italiana alla [[seconda guerra mondiale]]: il progetto originario non fu mai portato a termine e i lavori vennero interrotti nel [[1942]]. Il progetto fu ridefinito e completato nei decenni successivi con edifici moderni, palazzi congressuali e architetture sportive.