Defensor pacis: differenze tra le versioni

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Concetto importante per il bene dei cittadini era che il governo doveva essere eletto dal popolo, senza intromissioni del potere religioso (il quale, per sua esperienza personale, era ritenuto da Marsilio da Padova dannoso), dato che la Chiesa corrotta dell'epoca voleva, sempre secondo Marsilio, solo accrescere il proprio potere senza pensare al bene delle comunità.
Marsilio da Padova nel ''Defensor Pacis'' fu uno dei primi uomini a gettare le basi scritte del concetto di democrazia (dopo i filosofi greci) anche se è da puntualizzare che la democrazia che si presenta nei nostri giorni non è quella intesa dallo scrittore, perché secondo lui al governo doveva esserci un solo uomo o un ristretto gruppo di uomini (per trovare più facilmente un accordo ed avere più velocità di esecuzione dei provvedimenti).
 
==Il consorzio umano==
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[[File:Innozenz3.jpg|upright=1.4|thumb|Innocenzo III]]
La definizione ''Papa potest dici Ecclesia'', il Papa è la Chiesa, è nel medesimo tempo il risultato dell'ardua lotta per il primato, compiuta dai grandi papi del Medioevo ed il programma di un futuro non lontano. In questa lotta si leva forte la voce di Marsilio da Padova contro il papato, esaltando la funzione dello Stato e precisando la natura della Chiesa quale organizzazione e istituzione religiosa. Nega ogni potere papale ed ogni pretesa di dominio da parte del [[Papa]], sulla Chiesa, potere che spetta invece all'''Universitas Fidelium'' rappresentata dal [[Concilio ecumenico]].
 
Quest'ultimo è costituito dalla comunità dei fedeli, clero e laici, attraverso i propri rappresentanti, e non da soggetti nominati direttamente dal Papa a cui sottrae la convocazione del Concilio che spetta al Principe. Marsilio elimina ogni differenza tra il clero ed i laici, e, in seno al clero, tra i vescovi ed i semplici sacerdoti.
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Affinché la legge possa dirsi perfetta oltre i caratteri dell'imperatività e coattività deve anche rispettare un ideale di giustizia.
{{Citazione|Quandoque falsae connitiones iustorum et conferentium leges fiunt cum de ipsis datur observationis praeceptum seu ferentur per modum praecepti, sicut apparet in regionibus barbarorum quorundam, qui tamquam iustum observari faciunt omicidam absolvi a culpa et poena civili, reale aliquod praetium exibentem pro tali delicto, cum tamen hoc simpliciter sit iniustum, et per consequens ipsorum leges non perfectae simpliciter. Esto enim quod formam habeant debitam, praeceptum sci1icet observationis coactivum, debita tamen carent conditione, videlicet debita et vera conditione iustorum.|}}
 
Il carattere di giustizia, che deve essere proprio della legge, deriva da quella stessa fonte da cui la legge deriva l'imperatività e cioè dal ''Legislator Humanus'', colui che fissa il criterio che la legge deve seguire. Soltanto il ''Civile Consortium'' può indicare ciò che è giusto e ciò che deve essere seguito: {{Citazione|Quoniam illius veritas certius indicatur, et ipsius comunis utilitas diligentius attenditur, ad quod tota intendit civium universitas intellectu et affectu.|}}
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{{Controllo di autorità}}
 
[[Categoria:Opere letterarie italianedi autori italiani in latino]]