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Nel 1834 il parlamento britannico, attraverso lo ''Slavery Abolition Act'' abolì la schiavitù in tutto l’[[Impero britannico|impero]]. L'applicazione di questa legge nei vari paesi doveva essere graduale. Per evitare eccessivi danni economici il Parlamento aveva previsto fino a 6 anni di tempo per la sua applicazione, ma il governo di Antigua decise di procedere alla liberazione degli schiavi fin dal 1834. Tale scelta si fondava più su calcoli economici che su ragioni umanitarie: i proprietari delle piantagioni si erano infatti accorti che pagare i lavoratori con un salario molto basso era meno costoso che fornire loro cibo e alloggio<ref name=":4" />, e continuarono quindi fino al XX secolo a sfruttare gli ex schiavi secondo queste nuove condizioni.[[File:Slaves cutting the sugar cane - Ten Views in the Island of Antigua (1823), plate IV - BL.jpg|Slaves cutting the sugar cane - Ten Views in the Island of Antigua (1823), plate IV - BL|miniatura|left|Schiavi che lavorano in una piantagione di canna da zucchero, 1823]]
Nel 1930 l'industria zuccheriera subì forti danni a causa del declino del prezzo dello zucchero seguito alla [[Grande depressione|Grande Depressione]], a cui si aggiunse un periodo di grave siccità che danneggiò le coltivazioni. Le condizioni socio-economiche dell'isola, già di per sè mediocri, si aggravarono, facendo crescere le proteste dei lavoratori che nel 1940 fondarono un sindacato, il ''Trades and Labour Union (ATLU)''. Il potere politico rimase nelle mani dei proprietari terrieri, i quali nel 1946 a loro volta si organizzarono
Dal 1967 al 1981 Antigua divenne stato associato insieme a [[Barbuda]] e [[Redonda]]. L'isola era indipendente a livello interno, ma gli affari esteri e la difesa rimanevano ancora sotto il controllo della Gran Bretagna. In questo periodo il turismo divenne la prima fonte di entrate del paese, superando i proventi derivanti dalla produzione di zucchero.
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