Nel 2006 venne arrestato unaun transessuale, che venne accusato di alcune sparizioni nel parco di Biza e nella cui borsetta venne rinvenuto un martello. Adirato nel vedere la sua opera attribuita ad una transessuale e spinto dall'egocentrismo, Pičuškin mise a punto un piano per farsi arrestare, rinunciando all'idea di uccidere le 64 persone. Il 14 giugno invitò a cena una collega, chiamata Marina Moskalëva: dapprima si accertò che la Moskalëva avesse avvertito il figlio della sua uscita e poi la uccise a martellate nel parco di Biza, senza occultare il corpo in modo che venisse rinvenuto immediatamente. Il figlio denunciò la scomparsa della madre alla polizia il giorno successivo, e poco dopo gli agenti trovarono il cadavere sfigurato nel parco. Pičuškin, trovato dai poliziotti il 16 giugno, minacciò di suicidarsi, cosa che rese il suo arresto molto più difficoltoso<ref name="LaTelaNera.it"/>. Catturato, venne fatto confessare dall'ispettore Isakandar Glimov.