SMS Goeben: differenze tra le versioni

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Il rifornimento a Messina fu complicato dalla dichiarazione di neutralità dell'Italia resa nota il 2 agosto. Per il Diritto Internazionale, alle navi belligeranti era consentito di restare solo 24 ore in un porto neutrale.<ref name=Halpern52/><ref>[http://avalon.law.yale.edu/20th_century/hague13.asp Seconda Convenzione dell'Aia, capitolo 13].</ref> Le autorità italiane del porto di Messina si mostrarono compiacenti e consentirono alla ''Goeben'' ed alla ''Breslau'' di rimanere in porto per circa 36 ore mentre venivano rifornite di carbone da una carboniera tedesca.<ref>Bennett, p. 31.</ref> Nonostante il tempo guadagnato le riserve di carbone della ''Goeben'' non erano sufficienti per raggiungere Costantinopoli, così Souchon organizzò un incontro con un'altra carboniera nel [[Mar Egeo]].<ref name=Halpern52/> La flotta francese rimase nel Mediterraneo occidentale, seguendo le direttive del comandante della flotta del Mediterraneo, l'ammiraglio [[Augustin Boué de Lapeyrère]], che era convinto che Souchon avrebbe cercato di fuggire in Atlantico o raggiungere il porto austriaco di Pola.<ref>Halpern, pp. 55–56.</ref>
 
La squadra tedesca partì da Messina il 6 agosto e si diresse verso il Mediterraneo orientale. I due incrociatori da battaglia britannici erano a 100 miglia di distanza, mentre un terzo il ''[[HMS Inflexible]]'', si stava rifornendo di carbone nel porto di [[Bizerta]], in Tunisia. L'unica forza navale britannica che si trovava sulla rotta di Souchon era la prima squadra di incrociatori (''1st Cruiser Squadron''),<ref>Bennett, p. 33.</ref> che consisteva in quattro [[incrociatore corazzato|incrociatori corazzati]] ''[[HMS Defence (1907)|HMS Defence]]'', ''HMS Black Prince'', ''HMS Duke of Edinburgh'' e ''[[HMS Warrior (1905)|HMS Warrior]]'' sotto il comando del contrammiraglio [[Ernest Troubridge]].<ref>Bennett, p. 27.</ref> La squadra tedesca si diresse inizialmente verso l'Adriatico per ingannare gli inseguitori, riuscendo a confondere Troubidge che navigò verso l'imbocco dell'Adriatico. Dopo aver capito l'errore, Troubridge invertì la rotta e ordinò all'incrociatore leggero ''HMS Dublin'' e a due [[cacciatorpediniere]] di lanciare un attacco con i [[siluro|siluri]] contro le navi tedesche. Le vedette della ''Breslau'' avvistarono gli attaccanti e nel buio, riuscirono a sfuggire all'attacco senza essere scoperte.
Troubridge rinunciò all'inseguimento il 7 agosto, convinto che ogni attacco contro la ''Goeben'' —armata con cannoni da 280&nbsp;mm— portato con i suoi antiquati incrociatori corazzati sarebbe stato suicida.<ref>Bennet, pp. 33–34.</ref> La rotta di Souchon verso Costantinopoli diventava, ora evidente.<ref name=Halpern56>Halpern, p. 56.</ref>
 
La ''Goeben'' si rifornì di carbone al largo dell'isola di Donoussa vicino a [[NaxosDonoussa]].<ref name=Halpern56/> Nel pomeriggio del 10 agosto le due navi entrarono nello stretto dei [[Dardanelli]]. Vennero ricevute da una scorta d'onore, che le guidò all'interno del [[Mar di Marmara]].<ref>Bennett, pp. 35–36.</ref> Per ovviare ai limiti dello status di nazione neutrale dell'Impero Ottomano, la Germania trasferì le due navi alla Marina Ottomana il 16 agosto. Il 23 settembre, Souchon accettò il comando della Marina Ottomana. La ''Goeben'' fu ribattezzata ''Sultano Yavuz Selim'' e la ''Breslau'', ''Midilli''; i loro equipaggi tedeschi indossarono uniformi ottomane ed il [[Fez (abbigliamento)|fez]].<ref>Halpern, pp. 57–58.</ref>
 
=== Attività nel Mar Nero ===
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[[File:Bundesarchiv Bild 134-B0024, Stenia, Bosporus, Kreuzer Goeben.jpg|thumb|La ''Yavuz'' nel Bosforo.|alt=Una baia su di un stretto, all'orizzonte l'altra riva dello stretto. Nella baia, ormeggiata ad un pontile una grande nave da guerra spicca sulle piccole case che coronano la baia. Alla sinistra della grande nave, due più piccole sono ormeggiate accostate l'una all'altra.]]
Il 29 ottobre la ''Yavuz'' bombardò [[Sebastopoli]] nella prima operazione contro l'Impero Russo, nonostante l'Impero Ottomano non fosse ancora in guerra con la Triplice Intesa. Un proiettile da 254&nbsp;mm delle batterie costiere, colpì la nave nel fumaiolo di prora, ma non esplose facendo danni trascurabili.<ref name="Staff19"/> Altri due colpi fecero danni minimi. La nave, con la sua scorta, passò attraverso un campo di mine inattivo, durante l'azione.<ref>McLaughlin, p. 122.</ref> Tornando verso acque turche, la ''Yavuz'' incontrò il [[posamine]] russo ''Prut'' che si autoaffondò<ref>Langensiepen and Güleryüz, p. 44.</ref> con il suo carico di 700 mine. Durante l'ingaggio il cacciatorpediniere di scorta ''Leitenant Pushchin ("Лейтенант Пущин")'' fu danneggiato da due proietti da 150&nbsp;mm delle batterie secondarie della ''Yavuz''. In risposta ai bombardamenti, la Russia dichiarò guerra il primo novembre, trascinando l'Impero Ottomano in guerra. La Francia e la Gran Bretagna bombardarono le fortezze di guardia ai Dardanelli il 3 novembre e consegnarono la formale dichiarazione di guerra due giorni dopo.<ref name="Staff19">Staff, p. 19.</ref> Da questo scontro, la Marina Russa concluse che la [[Flotta del Mar Nero]] avrebbe dovuto rimanere unita per evitare di essere annientata, una nave per volta, dalla ''Yavuz''.<ref>Halpern, p. 227.</ref>
 
La ''Yavuz'', scortata dalla ''Midilli'', [[Battaglia di Capo Sarych|intercettò la Flotta del Mar Nero]] 17 miglia al largo della costa della [[Penisola di Crimea|Crimea]], il 18 novembre, mentre tornava dal bombardamento della città turca di [[Trebisonda]]. Nonostante fosse mezzogiorno era presente la nebbia e, dopo l'avvistamento reciproco da parte degli incrociatori, passò mezz'ora prima che le navi da battaglia si individuassero, quando, ormai erano a 8.000&nbsp;m di distanza.<ref>{{cita web|url=http://www.gwpda.org/naval/csayrch1.htm|titolo=Action off Cape Sarych|lingua=en|accesso=8 maggio 2011}}</ref> La Flotta del Mar Nero aveva sperimentato il coordinamento del fuoco da parte di una nave ''comando'' prima della guerra e la ''Evstafi'' ({{russo|Евстафий}}) non aprì il fuoco finché la nave comando, la Ioann Zlatoust (in russo: Иоанн Златоуст), non fu in grado di rilevare la ''Yavuz''. Quando fu ricevuta la [[soluzione di tiro]], eccedeva di 3.700&nbsp;m quella rilevata dalla ''Evstafi'', che era di 7.000&nbsp;m, quindi la ''Evstafi'' aprì il fuoco con i propri dati di tiro prima che la ''Yavuz'' manovrasse per fare fuoco di [[bordata (guerra)|bordata]].<ref>McLaughlin, pp. 127–28.</ref> Riuscì a colpire la ''Yavuz'' con uno dei suoi proiettili da 305&nbsp;mm che penetrò parzialmente una delle casematte dei cannoni secondari da 150&nbsp;mm. Il colpo fece detonare le munizioni presenti nella camera di manovra, uccidendo tutti i membri dell'equipaggio del cannone.<ref name=m1/> In totale morirono 13 uomini e tre rimasero feriti.<ref name="Staff19"/>
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[[File:Evstafiy1914damage2.jpg|thumb|right|Danni inferti dalla ''Goeben'' alla ''Evstafi''|alt=Il fianco di una grande nave da battaglia, al centro un ampio squarcio nero nelle lamiere della nave, appena sopra e a lato di un cannone che si protende dalla fiancata. Una fila di marinai sul ponte sopra lo squarcio.]]
 
La ''Yavuz'' rispose al fuoco e colpì la ''Evstafi'' nel fumaiolo centrale; il proietto esplose dopo aver trapassato il fumaiolo e distrusse le antenne dell'impianto radio per la trasmissione dei dati di tiro, così la ''Evstafi'' non poté correggere i dati [[telemetro|telemetrici]] errati della ''Ioann Zlatoust''. Le altre navi russe o utilizzarono i dati errati della ''Ioann Zlatoust'' o non riuscirono a vedere la ''Yavuz'' e non misero a segno nessun colpo. La ''Yavuz'' colpì la ''Evstafi'' altre quattro volte, uno dei proiettili non esplose,<ref name=m1>McLaughlin, pp. 131.</ref> prima che il contrammiraglio [[Wilhelm Souchon]] decidesse di rompere il contatto dopo 14 minuti di combattimento.<ref>McLaughlin, pp. 129–30.</ref> I quattro proiettili da 280&nbsp;mm uccisero 34 personemarinai russi e ne ferirono 24.<ref>McLaughlin, pp. 131, 133.</ref>
 
Il mese successivo, il 5 e 6 dicembre, la ''Yavuz'' e l'incrociatore ''Hamidiye'' scortarono un convoglio di trasporto truppe, ed il 10 dicembre, la ''Yavuz'' bombardò [[Batumi]].<ref name="Staff19"/> Il 23 dicembre, la ''Yavuz'' e l'incrociatore ''Hamidiye'' scortarono tre navi da trasporto a Trebisonda. Tornando da un'altra missione di scorta, il 26 dicembre, la ''Yavuz'' urtò una mina che esplose al di sotto della torre di comando, dal lato di dritta, un miglio al largo del Bosforo.<ref name=Halpern228>Halpern, p. 228.</ref> L'esplosione creò uno squarcio di 50&nbsp;m<sup>2</sup> nello scafo, ma la [[controcarena anti-siluro]] tenne. Due minuti dopo, la ''Yavuz'' urtò una seconda mina, sempre sul lato di dritta, all'altezza dell'estremità anteriore della [[barbetta]] della batteria principale; aprendo una falla di 64&nbsp;m<sup>2</sup>. Le lamiere della camera stagna si curvarono di 30&nbsp;cm, ma mantennero la tenuta al mare. A causa delle esplosioni la nave imbarcò 600&nbsp;t di acqua.<ref name="Staff19"/> Solo all'appello fu scoperta l'assenza di due marinai che poi risultarono rimasti intrappolati negli scompartimenti allagati dalle mine.<ref>{{Cita libro|nome=Gary|cognome=Staff|titolo=German Battlecruisers of World War One: pdf|url=https://books.google.com/books?id=3Xg7CQAAQBAJ|accesso=20 aprile 2016|data=29 novembre 2014|editore=Seaforth Publishing|lingua=en|capitolo=Damage on 18 November 1914|ISBN=978-1-84832-307-0}}</ref><ref name=Poggi41>Poggi, p. 41.</ref> Non era presente, nell'Impero Ottomano, un [[bacino di carenaggio]] abbastanza grande da permettere di portare in secca la ''Yavuz'', così si dovettero fare delle riparazioni temporanee utilizzando dei ''[[Cofferdam]]'' (dighe temporanee metalliche) per creare, pompando via l'acqua, un'area asciutta per effettuare le riparazioni. Le falle nello scafo furono riparate con il calcestruzzo, che durò per diversi anni finché non furono necessarie riparazioni definitive.<ref name=Halpern228/>
 
==== 1915 ====
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Ancora danneggiata la ''Yavuz'' fece una sortita dal Bosforo il 28 gennaio e ancora, il 7 febbraio 1915, per aiutare la ''Midilli'' a sfuggire alla flotta russa; inoltre coprì il ritorno dell'incrociatore corazzato ''Hamidiye''. Poi la ''Yavuz'' iniziò i lavori di riparazione che durarono fino a maggio.<ref name=Halpern228/>
 
Il primo aprile, con le riparazioni ancora incomplete, la ''Yavuz'' lasciò il Bosforo insieme alla ''Midilli'' (la ex ''Breslau'') per coprire il rientro della ''Hamidiye'' e dell'incrociatore corazzato ''Mecidiye'', che erano stati inviati a bombardare il porto di [[Odessa]]. Forti [[Corrente oceanica|correnti]] trascinarono gli incrociatori 15 miglia ad est presso la barra posta di fronte alla baia formata dalla foce del [[Bug Orientale|Bug Meridionale]] dove sorge la città di [[Mykolaïv]]. Mentre si riportavano verso ovest, il ''Mecidiye'' urtò una mina ed affondò, portando alla cancellazione della missione di bombardamento.<ref>Nekrasov, pp. 51–52.</ref> Successivamente la ''Yavuz'' e la ''Midilli'' si portarono al largo di Sebastopoli ed affondarono due vapori da trasporto, la flotta russa le inseguì tutta la giornata, poi, giunta la notte, inviò alcuni cacciatorpediniere, per tentare un attacco con i siluri. Solo uno dei cacciatorpediniere, il ''Gnevny'', fu in grado di lanciare i siluri, che mancarono il bersaglio. La ''Yavuz'' e la ''Midilli'' tornarono nel porto del Bosforo, illese.<ref name=Halpern231>Halpern, p. 231.</ref>
 
Il 25 aprile, lo stesso giorno dello sbarco a [[Campagna deidi DardanelliGallipoli|Gallipoli]], navi russe si portarono al largo del Bosforo e bombardarono i forti all'ingresso dello stretto. Due giorni dopo la ''Yavuz'' di diresse verso sud per bombardare le truppe dell'Intesa a Gallipoli, scortata dalla corazzata [[pre-dreadnought]] ''Turgut Reis'' (ex [[SMS Weissenburg|SMS ''Weissenburg'']]) della [[Classe Brandenburg (nave da battaglia)|Classe Brandenburg]]. Furono avvistate al tramonto, da un pallone frenato, mentre si schieravano. Quando la prima salva da 380&nbsp;mm della ''[[HMS Queen Elizabeth (00)|HMS Queen Elizabeth (1913)]]'' colpì le acque vicino alla loro posizione, la ''Yavuz'' si spostò vicino alle scogliere, dove non poteva essere raggiunta dai colpi della ''Queen Elizabeth''.<ref>Corbett, p. 359.</ref> Il 30 aprile, la ''Yavuz'' tentò ancora la missione di bombardamento, ma fu individuata dalla corazzata ''pre-dreadnought'' ''[[HMS Lord Nelson (1906)]]'' che si era portata all'interno dei Dardanelli per bombardare il comando turco presso [[Çanakkale]]. La nave britannica riuscì soltanto a lanciare cinque proiettiliproietti prima che la ''Yavuz'' si portasse fuori tiro.<ref>Corbett, p. 370.</ref>
 
Il primo maggio, la ''Yavuz'' si diresse verso la baia di Beykoz, all'interno del Bosforo, poiché la flotta russa aveva bombardato i forti all'ingresso del Bosforo. Intorno al 7 maggio, fece una sortita verso Sebastopoli, cercando di intercettare delle navi russe, senza esito. Avendo scarsità di munizioni per le batterie principali, non bombardò Sebastopoli. Mentre tornava, la mattina del 10 maggio, le vedette della ''Yavuz'' individuarono due corazzate russe ''pre-dreadnoughts'', la ''Tri Sviatitelia'' (dal russo: Три Святителя, i tre sacri gerarchi) e la ''[[Potëmkin (nave da battaglia)|Pantelimon]]'', ed aprì il fuoco. Nei primi 10 minuti, fu colpita due volte dalla risposta russa e nonostante non fosse seriamente danneggiata, l'ammiraglio Souchon decise di rompere il contatto e tornare verso il Bosforo, inseguito dal naviglio leggero di scorta alle due navi russe.<ref>Langensiepen and Güleryüz, pp. 47–48.</ref>
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Due cacciatorpediniere russe, il ''Bystry'' e il ''Pronzitelny'', attaccarono un convoglio di due carboniere scortato dalla ''Hamidiye'' e da due torpediniere il cinque settembre. I cannoni da 150&nbsp;mm dell<nowiki>'</nowiki>''Hamidiye'' andarono in avaria, così la ''Yavuz'' fu inviata in soccorso, ma giunse troppo tardi: le due carboniere si erano già gettate in secca per evitare la cattura.<ref name=Halpern234/>
 
Il 21 settembre la ''Yavuz'' fu inviata di nuovo in soccorso di un convoglio attaccato da cacciatorpediniere russe. Le missioni di scorta continuarono fino al 14 novembre, quando la ''Yavuz'' fu attaccata dal sottomarino russo ''Morzh'' (Морж, leone marino) fuori dal Bosforo, che la mancò di poco con i suoi due siluri. L'ammiraglio Souchon decise che il rischio per la sua ammiraglia era troppo grande e sospese la scorta ai convogli. Solo le navi che erano in grado di effettuare il trasporto da Zonguldak a Costantinopoli in una notte erano autorizzate. Al di fuori del Bosforo, venivano scortate dalle torpediniere per difenderle dai sottomarini russi in agguato.<ref>Halpern, p. 235.</ref> Verso la fine dell'estate, il completamento di due nuove navi da battaglia russe, la ''[[Imperatritsa Mariya]]'' (in russo: Императрица Мария: Maria Imperatrice) e la ''[[Imperatritsa Ekaterina Velikaya]]'' (in russo: Императрица Екатерина Великая, Imperatrice Caterina la Grande) ulteriormente ridussero le attività della ''Yavuz''.<ref>Halpern, p. 236.</ref>
 
==== 1916–17 ====
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[[File:HMS Raglan (1915).jpg|thumb|right|Il [[monitore]] britannico ''HMS Raglan'', distrutto dal fuoco della ''Goeben''.]]
 
Il 20 gennaio [[1918]], la ''Yavuz'' e la ''Midilli'' lasciarono i Dardanelli sotto il comando del vice-ammiraglio Rebeur-Paschwitz, che aveva sostituito Wilhelm Souchon richiamato in patria a settembre per unassumere incaricoil piùcomando elevatodel IV. Geschwader (quarta squadra da battaglia della Hochseeflotte) nell'[[Operazione Albion]]. L'intenzione di Rebeur-Paschwitz era di attirare le forze dell'Intesa lontano dalla Palestina in appoggio delle forze turche nell'area.<ref name=Halpern255>Halpern, p. 255.</ref> Fuori dagli stretti, nella sortita nota come la [[Battaglia di Imbros]], la ''Yavuz'' sorprese ed attaccò una piccola squadra inglese, priva di protezione da parte di corazzate; nonostante l'opposizione dei cacciatorpediniere HMS ''Tigress'' e HMS ''Lizard'', affondò i [[monitore|monitori]] ''HMS Raglan'' e ''HMS M28'' che si erano rifugiati nella baia non potendo sfuggire a causa della loro scarsa velocità. Rebeur-Paschwitz decise di avanzare verso il porto di Mudros nell'isola di [[Lemno]]; qui la corazzata britannica ''pre-dreadnought'' ''[[HMS Agamemnon (1906)|HMS Agamemnon]]'' stava mettendo in pressione le caldaie per ingaggiare le navi turche.<ref>Buxton, pp. 36–37.</ref> Mentre procedeva la ''Midilli'' urtò alcune mine ed affondò;<ref name=Halpern255/> anche la ''Yavuz'' urtò tre mine.<ref name=Conways>Gardiner and Gray, p. 152.</ref> Ritirandosi verso i Dardanelli e inseguita dai due cacciatorpediniere britannici,<ref name=Buxton38>Buxton, p. 38.</ref> fu intenzionalmente arenata presso capo Nagara, appena fuori i Dardanelli.<ref name=Halpern255/> I britannici la attaccarono con i bombardieri del secondo gruppo dell'aviazione navale ([[Royal Naval Air Service]]) e la colpirono solo due volte, su 180 bombe lanciate, senza fare danni rilevanti.<ref name=Poggi53>Poggi, p. 53.</ref> Il monitore ''HMS M17'' cercò di colpire la nave arenata ma dovette ritirarsi dopo solo 10 salve per la reazione dell'artiglieria costiera turca.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Hownam-Meek|nome=R. S. S.|coautori=et al.|anno=2000|titolo=Question 3/99: The Loss of the German Light Cruiser Breslau|rivista=Warship International|editore=International Naval Research Organization|città=Toledo, OH|volume=XXXVII|numero=1|pagine=92–95|issn=0043-0374}}</ref> Il sottomarino ''HMS E14'' fu inviato per distruggere la nave danneggiata, ma troppo tardi;<ref name=H255-6>Halpern, pp. 255–256.</ref> la vecchia corazzata ''[[SMS Weissenburg|Turgut Reis]]'' aveva già trainato la ''Yavuz'' a Costantinopoli.<ref name=Staff20>Staff, p. 20.</ref> La ''Yavuz'' non era in grado di operare a causa degli estesi danni; le riparazioni andarono avanti dal 7 agosto al 19 ottobre.<ref name=Staff20/>
La ''Yavuz'' scortò la commissione dell'Impero Ottomano ad [[Odessa]] per partecipare ai negoziati successivi al trattato di Brest-Litovsk, il 30 marzo 1918. Dopo essere tornata da Costantinopoli salpò in maggio verso Sebastopoli dove effettuò la pulizia della carena e alcune piccole riparazioni. Il 28 giugno la ''Yavuz'' insieme ad alcuni cacciatorpediniere si diressero a [[Novorossijsk]] per sequestrare le rimanenti navi sovietiche, che però si autaffondarono prima dell'arrivo delle navi turche. I cacciatorpediniere rimasero a Novorossijsk, mentre la ''Yavuz'' ritornò a Sebastopoli. Il 14 luglio la nave fu messa in disarmo per il resto della guerra.<ref>Langensiepen and Güleryüz, p. 54.</ref> Dopo aver effettuato i lavori precedentemente iniziati la ''Yavuz'' tornò a Costantinopoli, dove dal 7 agosto al 19 ottobre, fu installata, intorno alla nave in secca, una diga di palancole per poter effettuare delle riparazioni dei danni inflitti alla nave dalle mine.<ref name=C26/>
 
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[[File:Yavuz-Havuz.jpg|thumb|left|La ''Yavuz'' nello scalo galleggiante presso Gölcük, nel [[1928]].|alt=Una grande nave da guerra bianca all'interno di un alto pontile galleggiante fermo in una baia.]]
 
La ditta francese ''Atelier et Chantiers de St. Nazaire-Penhöet'' ricevette l'appalto nel dicembre 1926 per supervisionare il conseguente aggiornamento che fu effettuato dal cantiere navale ''Gölcük Naval Shipyard''.<ref name="Whitley241"/> I lavori procedettero per tre anni (1927–1930); subirono un arresto quando diversi compartimenti dello scalo galleggiante collassarono una volta svuotati. la ''Yavuz'' fu leggermente danneggiata e lo scalo dové essere riparato prima che i lavori di riparazione riprendessero. Il Ministro della Marina, Ihsan Bey, fu accusato di appropriazione indebita a seguito di un'inchiesta.<ref name=b7/> Altri ritardi furono dovuti alle accuse di frode che portarono all'abolizione del ministero della marina. Il capo di stato maggiore, [[Fevzi Çakmak|Marshal Fevzi]], si oppose alle spese per le costruzioni navali e rallentò tutti i programmi di costruzione che erano stati impostati dopo le accuse di frode. I lavori iniziarono a procedere rapidamente solo dopo che la [[Polemikó Nautikó|Marina Greca]] effettuò un'esercitazione navale su larga scala al limite delle acque turche nel 1928. Il governo turco espresse la necessità di contrastare la superiorità greca sul mare.<ref>Barlas and Güvenç, p. 152.</ref> furono ordinati 4 cacciatorpediniere due sottomarini da cantieri italiani.<ref name=Rohwer_30>Rohwer and Monakov, p. 30.</ref> Il governo greco propose una moratoria di 10 anni nelle costruzioni navali sul modello del [[Trattato navale di Washington|Trattato di Washington]] quando apprese che la ''Yavuz'' stava per essere rimessa in linea, pur riservandosi di costruire due nuovi incrociatori. Il governo turco rifiutò questa proposta, e dichiarò che la nave avrebbe dovuto bilanciare il cresciuto potere navale sovietico nel Mar Nero.<ref>Güvenç and Barlas, p. 10.</ref>
Nei lavori di aggiornamento fu riparato il danno fatto dalle mine,<ref name=Conways/> fu aumentato il dislocamento fino a 23.100&nbsp;t e lo scafo fu leggermente modificato. La lunghezza fu ridotta di mezzo metro ma la larghezza fu aumentata di 10&nbsp;cm. La ''Yavuz'' fu equipaggiata con nuove caldaie e un nuovo sistema di controllo del tiro di origine francese. Due dei cannoni da 150&nbsp;mm furono tolti dalla casamatta.<ref name=Conways391/>
 
La ''Yavuz'' fu rimessa in servizio nel 1930, riprendendo il ruolo di nave ammiraglia della flotta turca,<ref name=b8>Brice, p. 278.</ref> e, nelle prove di velocità, mostrò prestazioni superiori a quelle previste di progetto; anche le prove di tiro furono soddisfacenti. I quattro cacciatorpediniere che dovevano costituire la sua scorta furono completati fra il 1931 ed il 1932; le loro prestazioni non raggiunsero mai quelle previste.<ref>Güvenç and Barlas, pp. 19–20.</ref> Per rispondere all'entrata in servizio della ''Yavuz'', l'Unione Sovietica trasferì, verso la fine del 1929, la corazzata ''[[Parižskaja KommunaSevastopol' (nave da battaglia 1911)|Parižskaja Kommuna]]'' ({{russo|Парижская коммуна}}, ''[[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]]'') della [[Classe Gangut (nave da battaglia)|classe Gangut]] e l'incrociatore leggero ''Profintern'' dal Mar Baltico per mantenere la parità tra la Flotta del Mar Nero e quella turca.<ref name="Rohwer_30" /> Il governo greco rispose ordinando due cacciatorpediniere.<ref>Barlas and Güvenç, p. 155.</ref>
 
Nel 1933, portò il Primo Ministro [[İsmet İnönü]] da [[Varna (Bulgaria)|Varna]] ad [[Istanbul]] e lo [[Scià dell' Iran]] da [[Trebisonda]] a [[Samsun]] l'anno seguente.<ref name=b8/> La ''Sultano Yavuz Selim'' fu ribattezzata sinteticamente ''Yavuz'' nel 1936. Una breve revisione fu condotta nel 1938, e nel novembre dello stesso anno trasportò la salma di [[Mustafa Kemal Atatürk]] da Istanbul a İzmit.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/> Nel 1937 fu considerata, insieme alle altre navi della flotta turca, obsoleta dal ''British Naval Attache'' (L'ufficiale della marina britannica assegnato all'ambasciata di Istanbul), in parte perché priva di un armamento antiaereo adeguato, comunque nel 1938 il governo turco iniziò a programmare un incremento della forza navale.<ref>Deringil, p. 35.</ref> I piani di costruzioni navali, basati su acquisti da cantieri esteri, furono fermati dall'inizio della [[seconda guerra mondiale]].<ref>Güvenç and Barlas, pp. 27–28.</ref>
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La ''Yavuz'' rimase in servizio per tutta la durata del conflitto. Nel novembre [[1939]], insieme alla ''Parižskaja Kommuna'', erano le uniche navi da battaglia presenti nel Mar Nero. Secondo fonti dell'epoca la ''Yavuz'' era superiore alla nave sovietica poiché quest'ultima era in cattive condizioni generali.<ref>{{Cita news|url=http://books.google.com.au/books?id=9kEEAAAAMBAJ&printsec=frontcover&dq=Yavuz+life+magazine&lr=&cd=3#v=onepage&q=Yavuz%20&f=false|titolo=Turkey Bestrides the Dardanelles|pubblicazione=Life|cognome=Eliot|nome=George Fielding|data=6 novembre 1939|editore=Time Inc|issn=00243019|accesso=17 febbraio 2010}}</ref> Nel [[1941]], le batterie antiaeree furono potenziate a quattro cannoni da 88&nbsp;mm, dieci da 40&nbsp;mm, e quattro da 20&nbsp;mm. Quest'ultima dotazione fu aumentata successivamente a 22 cannoni da 40&nbsp;mm e 24 da 20&nbsp;mm.<ref name=Conways391/>
Dopo la guerra, il 5 aprile [[1946]], la corazzata statunitense ''[[USS Missouri (BB-63)|USS Missouri]]'', l'incrociatore leggero ''USS Providence'', ed il cacciatorpediniere ''USS Power'' arrivarono ad Istanbul per riportare le spoglie dell'ambasciatore turco [[Münir Ertegün]].<ref>Stillwell, pp. 99–101.</ref> La ''Yavuz'' salutò le navi nel Bosforo, con 19 salve a cui rispose la ''Missouri''.<ref>Stillwell, p. 102.</ref>
Dopo il 1948, la nave fu basata a İzmit<ref name=Conways391/> o a [[Gölcük (District), Kocaeli|Gölcük]].<ref name="Whitley241"/> fu ritirata dal servizio il 20 dicembre [[1950]] e radiata il 14 novembre 1954.<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/> Quanto la Turchia aderì alla [[NATO]], nel 1952, alla nave fu assegnato il numero di scafo ''B70''.<ref name="Sturton, p. 147"/> Il governo turco propose alla [[Germania Occidentale]] di acquistare la nave nel 1963, ma l'offerta fu rifiutata.<ref name=Conways391/> La Turchia vendette la nave alla ditta di demolizioni ''M.K.E. Seyman'' nel [[1971]].<ref name="Whitley241"/> Fu rimorchiata verso il cantiere di demolizione il 7 giugno 1973, e il lavoro fu completato nel febbraio [[1976]].<ref name=Conways391/><ref name="Whitley241"/>
 
== Note ==