Pargali Ibrahim Pascià: differenze tra le versioni

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Un comandante di grado elevato dell'esercito ottomano, disse che Ibrahim decadde dalle grazie del sultano per un'imprudenza da lui commessa durante una campagna contro l'[[Impero persiano]] [[Safavidi|Safavida]], quando egli si attribuì un titolo che comprendeva la parola ''sultano''. Questo incidente dide vita ad una serie di eventi che terminarono nella sua esecuzione capitale nel 1536, tredici anni dopo essere stato nominato [[Gran Visir]]. Si è anche detto, secondo alcune fonti, che Ibrahim Pascià sia stato vittima di [[Hürrem Sultan]] ([[Roxelana]], moglie legale ufficiale di Solimano) che mal tollerava l'influenza crescente di Ibrahim sul sovrano, ed in particolare il suo appoggio per la successione al trono di [[Sehzade Mustafa]], figlio di Solimano. Mustafà venne poi strangolato a morte da suo padre il 6 ottobre [[1553]], a seguito di una serie di complotti messi in atto da Roxelana per favorire l'ascesa al trono di suo figlio [[Selim II]].
 
Poiché Solimano aveva giurato di non mettere a morte Ibrahim durante il suo regno, egli invocò una ''[[fatwafatwā]]'' che gli permise di giurare di nuovo, costruendo poi una moschea ad [[Istanbul]]. Egli annunciò la ''fatwa'' una settimana prima dell'esecuzione di Ibrahim e cenò con lui sette volte prima dell'esecuzione, così da dare al suo amico d'infanzia l'opportunità di abbandonare il paese o di chiedere la grazia al sultano. Fu scoperto più tardi, nelle lettere di Ibrahim, che egli era perfettamente consapevole della situazione ma ciononostante decise di rimanere.
 
Solimano si pentì dell'esecuzione di Ibrahim ed il suo carattere cambiò in modo completo, al punto che divenne completamente avulso dalle attività di governo. I suoi rammarichi sono riflessi nei suoi poemi nei quali, anche dopo venti anni, tratta continuamente i temi dell'amicizia, dell'amore e della fiducia tra amici, spesso alludendo ai tratti del volto ed al carattere di Ibrahim.