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==Affreschi==
I lavori di restauro effettuati tra il [[1973]] e il [[1974]] sulla facciate sud e est, hanno riportato alla luce gli affreschi originali, ricoperti nel tempo da diverse mani di intonaco, e reso leggibili le [[bifora|bifore]] archiacute.
 
===Facciata sud===
====Arma della Comunità della Valle Seriana Superiore====
Sopra l’arcata maggiore, quella appoggiata alla torre dell’Orologio, resta un ampio frammento che riporta in caratteri gotici le norme comunali sull’uso dell’acqua. Accanto, uno dei dipinti più antichi, risalente alla prima fase di decorazione del palazzo, riproduce l’arma della Comunità della Valle Seriana Superiore: un gattopardo rampante in uno scudo rosso carminio. Il motivo ritorna più volte: nello stemma di marmo entro l’elegante cornice di cotto in alto a destra della prima finestra; nella parte destra del sottostante bassorilievo con le insegne del Podestà Pellegrino; nell’affresco di notevoli dimensioni e purtroppo notevolmente deteriorato in alto a destra sopra l’ultimo arco.
 
====Dominazione malatestiana====
Sempre sopra l’arco ribassato, uno dei dipinti più grandi della facciata rappresenta una Madonna col Bambino, seduta in un ricco trono gotico, tra i santi Cristoforo e Sigismondo. La madre tiene in mano uno stelo di tre gigli bianchi in mano, il Bambino uno di tre rose. Proprio questo particolare e la presenza di S. Sigismondo rimandano ai Malatesta, di cui la rosa quadripetala è uno dei simboli. Pandolfo Malatesta ebbe il dominio su Bergamo ed il suo territorio dal 1408 al 1419. Lo stemma poco più sopra a sinistra, costituito da fasce a scacchiera e sormontato da due teste di elefante che sorreggono una corona, è ancora quello dei Malatesta.
 
====Dominazione viscontea====
In alto quasi al centro della facciata compaiono invece le insegne dei Visconti di Milano in tre scudi. Nel primo sono dipinte le lettere G M (che potrebbero rimandare a Gianmaria Visconti), nel secondo il caratteristico biscione. Il dominio visconteo ebbe inizio nella prima metà del 1300 per concludersi, a parte la parentesi malatestiana, nel 1427-28, quando la Valle si diede a Venezia. Sotto questo affresco, come si può notare osservando il sopra citato quadra della fucilazione del Bana, si apriva un poggiolo, dal quale il “trombetta” o ufficiale pretorio pubblicava, previo il suono della campana, i proclami e i decreti prima di affiggerli sulla pubblica piazza.
 
====Podestà veneti====
Nel 1470 la Valle deliberò che da allora in poi dovesse essere eletto a Podestà un patrizio veneziano e gli fissò lo stipendio di 370 ducati d’oro oltre all’alloggio e le masserizie. Si susseguirono così rappresentanti delle più nobili famiglie della Serenissima, e parecchi di loro riprodussero sulla facciata il loro stemma. Vi si possono osservare quelli dei Contarini, dei Loredan, dei Dolfin, dei Donato, dei Trevisan, dei Malipiero, tutte famiglie appartenenti alla più ristretta aristocrazia da cui sono usciti diversi Dogi di Venezia.
 
===Facciata est===
Sulla facciata est, a destra del portale da cui ancora oggi si accede al cortile, una fessura che si apre sopra una pietra scura, serviva per imbucare segretamente le denunce dei malati contagiosi. E’ sormontata da una lapide, deturpata in seguito ad una ordinanza della Repubblica Cisalpina, che recita: DENONZIE SECRETE IN MATERIA DI SANITÀ – ANNO 1795. A sinistra, è scolpito il solito gattopardo rampante, con le iniziali V.S.S. (Valle Seriana Superiore)
 
===Loggetta===
Salendo la scala che dal cortile interno porta alla loggetta, ci si trova di fronte un affresco datato alla seconda metà del ‘500, di soggetto mitologico ma con significato politico. Raffigura il mito del cinghiale caledonio e vuole ammonire i valligiani a non dividersi, come fecero gli eroi greci durante la caccia al mostruoso animale, ma a rimanere uniti attorno a Venezia. La loggetta è decorata da piccoli affreschi quasi totalmente di carattere mitologico raffiguranti gli dei dell’Olimpo.
 
==Note==