Scienze cognitive: differenze tra le versioni
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→Il pensiero come calcolo: pensiero è un termine più appropriato di ragione. |
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Le scienze cognitive prendono le mosse dal comportamentismo abbandonando la [[teoria dell'identità]] e passando al [[Funzionalismo (filosofia della mente)|funzionalismo]] che Putnam aveva elaborato proprio in quel periodo: esso reintroduce l'esistenza degli stati mentali da un lato, mentre dall'altro li allontana dal legame con le configurazioni elettriche cerebrali; uno stesso stato mentale può essere causato da differenti configurazioni cerebrali e anche da differenti apparati: un esempio classico di ciò è il fatto che OGNI animale prova dolore, dall'insetto al mammifero. Essi avranno anche cervelli profondamente diversi, ma lo stato mentale è sempre quello: a variare è proprio la configurazione cerebrale che realizza quello stato (ma che è quindi qualcosa di meno). Questo punto di vista permette tra l'altro anche di giustificare l'idea che un giorno ci possa essere un'[[intelligenza artificiale]], cioè un [[manufatto]] capace di avere stati mentali.
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Viene tuttavia conservata l'idea a monte del comportamentismo, cioè che
Si vede in questo senso il cervello (così come un computer) come un '''manipolatore di simboli''': ogni informazione è un [[simbolo]], e viene elaborata seguendo regole codificate e ben precise. La base della conoscenza quindi è, come sostiene [[Noam Chomsky]] oggi e come disse già [[Kant]] trecento anni fa, formata da regole e, in senso più moderno, da [[informatica|istruzioni informatizzate]].
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