Utente:Clubi/sandbox2: differenze tra le versioni

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{{Opera urbana
|nome = Piazza dell'Orologio
|nomiPrecedenti = Piazza Vittorio Emanuele II
|immagine = Clusone palazzo municipale xilografia di Barberis.jpg
|didascalia =
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Nelle due piazze rimangono testimonianze medioevali: proprio di fronte all’Orologio Fanzago, una bottega, preceduta da un piccolo porticato a colonne; una casa, al civico 5 di Piazza Sant’Andrea, di cui un restauro ha rimesso in luce gli archi di ingresso; due case torri, una quasi completamente rifatta, ma la cui struttura è sostanzialmente inalterata, almeno nella parte inferiore (numeri civici 52-58 ); l’altra all’inizio di via Ruggero Viti, su cui si possono osservare ancora frammenti di affreschi, le pietre angolari e, su lato sud, una feritoia a circa un metro e mezzo dal suolo , ora rialzato rispetto al piano medioevale.
|}
 
 
== Il Mercato ==
Nella piazza ogni lunedì si tiene il mercato settimanale. Secondo l’antica tradizione storiografica, l'origne del mercato risalirebbe ad [[1243]]. In quest’anno, infatti, Pantaleone Burgense, cui la [Val seriana|Valle Seriana Superiore]] col resto del Bergamasco[[provincia di Bergamo|bergamasco]] era stata donata in dote dal suocero Arnolfo d’Austria, le concesse alcuni privilegi, tra cui appunto quello di istituire il mercato il lunedì. L’atto di donazione è sicuramente un falso, costruito probabilmente all’inizio del ‘400[[XV secolo|Quattrocento]] all’avvento dei [[Malatesta]] per dare fondamento alla richiesta di alcuni privilegi;, o per far valere gli stessi nei confronti della città di [[Bergamo]], sotto il dominio di [[Venezia]].
 
Ancor oggi dal secondo dei pilastri che sorreggono il [[Palazzo Comunalecomunale (Clusone)|Palazzo comunale]], pendono delle catene, cui nei giorni di mercato veniva infissa una specie di insegna o bandiera. Era il segnale che solo i privati potevano fare acquisti;. iI rivenditori dovevano attendere fino a che non venisse tolta. Questo privilegio del privato era in uso anche in altri paesi. In una [[grida]] emanata tra la fine del ‘500[[XVI secolo|Cinquecento]] e l’inizio del ‘600[[XVII secolo|Seicento]] da Donnadonna Bianca Rangoni, Signorasignora di [[Spilamberto]], (MO)in [[provincia di Modena]] si prescriveva che “niun''niun forestiero o venderuolo'' potesse acquistare, finchè non fosse levata la banderuola “acciocchè''acciocchè in quel mentre potessero quelli del paese comprare et provvedersi aggiatamente di quello che loro occorreva”occorreva''. A [[Desenzano del Garda]], uno dei principali mercati d’Italia di [[granaglie]], vigeva analoga usanza.
 
==Note==