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|[[File:Piazza dell'orologio - panoramio - Emanuela Meme Giudic….jpg|150px]] || Portico del lino || Di fronte al [[Palazzo comunale (Clusone)|Palazzo comunale]], sul lato sud della piazza, si trova un altro portico, conosciuto come il ''portico del lino'', perché qui si teneva il mercato del [[Lino (fibra)|lino]]. Dei quattro [[Capitello|capitelli]] che lo sorreggono, due sono scolpiti. In uno si osserva un cane, un coniglio e una mano; nell’altro una torre, due vipere che s’incrociano e la data del [[1567]]. Sulla facciata uno stemma raffigurante nella parte inferiore un castello merlato con due torri e nella parte superiore un’aquila ad ali spiegate, porta la data del 22 aprile [[1763]] e la dicitura: ''Arma del Sig. Capo Rinaldi''. Non si tratta dello stemma di un guerriero, come potrebbero far supporre i trofei d’armi che incorniciano lo [[Scudo (araldica)|scudo]], né del capo degli sbirri, come si è ipotizzato. Era invece il capo di una ''chiodera'', l’[[opificio]] dove si stiravano e si rifinivano le pezze quando a Clusone fioriva l’arte del [[Panno|pannolana]]. Era inoltre macellaio e sublocatore del dazio delle carni per la [[Val Seriana|Valle Seriana Superiore]] e la sua macelleria con tanto di ''soch'' (ceppo) per la macellazione delle carni, era sotto i portici.
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|[[File:Palazzo comunale piazza dell'orologio.jpg|150px]] || Piazza Sant’Andrea || Attigua a Piazza Orologio, si trova Piazza Sant’Andrea, su cui prospetta il lato est del [[Palazzo comunale (Clusone)|Palazzo comunale]], con il portale d’accesso della fine del [[XVI secolo|Cinquecento]], accanto al quale si può vedere ancora oggi la fessura in cui venivano imbucate segretamente le denunzie dei malati contagiosi. Anticamente al livello inferiore correva un portico, successivamente tamponato, che proseguiva sul confinante Palazzo Sant’Andrea, ora sede di uffici comunali. Entrando in quello dell’Anagrafe, si può vedere un frammento di una [[Annunciazione]], opera di [[Giacomo Borlone de Buschis]], lo stesso autore delle [[Danza macabra (Clusone)|Danza macabra]] e delle storie della vita di [[Gesù]] nell’[[Oratorio dei Disciplini (Clusone)|Oratorio dei Disciplini]] di [[Clusone]]. Il palazzo era di proprietà della nobile famiglia Sant’Andrea, che diede all’esercito [[Repubblica Cisalpina|cisalpino]] prima, [[Grande Armata|napoleonico]] poi, un capitano, un colonnello ed un generale. Un fratello, nominato [[Pretore (ordinamenti moderni)|pretore]] ai tempi napoleonici, si stabilì a [[Clusone]]. Il nipote Giovanni, ultimo discendente della famiglia, lasciò il suo palazzo alla [[Congregazione di Caritàcarità]] perché fosse adibito in parte a ''ricovero, non carcere'' (come scrive nel testamento) per i vecchi poveri, e in parte a museo, ove collocare preziosi mobili, tra cui un letto di mano di [[Andrea Fantoni]], parecchi quadri e una raccolta di monete. Quel che resta di tale patrimonio, depauperato nel passato dall’incuria e dalla sparizione di alcuni dei pezzi più preziosi, si può ammirare nel [[Museo Arte Tempo]] nel [[Palazzo Marinoni Barca]] di [[Clusone]].
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| || Altri edifici medioevali || Nelle due piazze rimangono testimonianze medioevali: proprio di fronte all’[[Orologio planetario Fanzago|Orologio Fanzago]], una bottega, preceduta da un piccolo porticato a colonne; una casa, al civico 5 di piazza sant’Andrea, di cui un restauro ha rimesso in luce gli archi di ingresso; due case torri, una quasi completamente rifatta, ma la cui struttura è sostanzialmente inalterata, almeno nella parte inferiore; l’altra all’inizio di via Ruggero Viti, su cui si possono osservare ancora frammenti di affreschi, le [[Pietra angolare|pietre angolari]] e, su lato sud, una feritoia a circa un metro e mezzo dal suolo, ora rialzato rispetto al piano [[Medioevo|medioevale]].