Utente:Sorosorokiri/Sandbox: differenze tra le versioni

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Essa viene descritta in termini scientifici all’inizio del romanzo, per poi assumere pian piano connotazioni ambigue, fino a configurarsi poi come surreale metafora dei legami sociali opprimenti che l’autore vuole delineare.<ref name=":6">{{Cita libro|autore=Maria Roberta Novielli|autore2=Paola Scrolavezza|titolo=Lo schermo scritto : letteratura e cinema in Giappone|anno=2012|editore=Libreria Editrice Cafoscarina|città=Venezia|pp=143-148|OCLC=828224960}}</ref>
 
Niki Junpei, definito dalla società come "persona scomparsa" e confinato in una buca di sabbia, riesce a ridefinire se stesso e la propria vita diventando una persona più autentica. L'esistenza del protagonista si esprime nei soli momenti di creatività, per esempio nei suoi ingegnosi tentativi di fuga che lo distolgono dalla sua solitudine, che rimarrebbe altrimenti costante e senza cura.<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Nancy S. Hardin|coautori=Abé Kobo|anno=1974|titolo=An Interview with Abé Kobo|rivista=Contemporary Literature|volume=15|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/1207771?seq=1#page_scan_tab_contents}}</ref> Una solitudine che il protagonista stesso scopre essere un insaziabile desiderio per qualcosa di illusorio,<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|autore=Joseph P. Strelka|anno=1984|titolo=Kafkaesque Elements in Kafka's Novels and in Contemporary Narrative Prose|rivista=Comparative Literature Studies|volume=21|numero=4|url=https://www.jstor.org/stable/40246504}}</ref> tanto che alla fine, pur potendo fuggire, egli decide di rimanere, consapevole che talvolta la libertà tanto desiderata non è altro che una diversa forma di prigionia e illusione.<ref name=":1" />
 
Attraverso la logica del ribaltamento che crea un mondo alla rovescia, l’incubo del carcere di sabbia si rivela la terribile normalità, una parte degli ingranaggi del vivere. All’interno di questa visionarietà [[distopia|distopica]], la prigione di sabbia riflette e sfrutta gli stessi meccanismi del [[capitalismo]]: un mondo di segni, tutti dal duplice volto, dove non vi sono vittime innocenti, e dove nessuno è del tutto un criminale.<ref name=":0" /> In questo mondo l'amore è inesistente o menzoniero. Gli individui non possono fare affidamento l’uno sull’altro, né tanto meno fidarsi, al punto che se un’emozione simile all’amore si palesasse, essa verrebbe sporcata di rabbia o paura.<ref name=":3" />
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Il film venne presentato al [[Festival di Cannes]] nello stesso anno e vinse il prestigioso Premio Speciale della Giuria.
 
NelNella filmpellicola, dove viene dipinto un mondo onirico e surreale, come nell’operanell'opera letteraria a cui si ispira, viene affrontata una condizione universale e atemporale, un disperato bisogno di libertà , un appello gridato rivolto a ogni società progredita.
 
Il film, in bianco e nero, attraverso l'abile uso dei chiaroscuri riesce a ritrarre e far risaltare l'intima materialità dei corpi, esplorati come panorami, in scene cariche di erotismo.
 
Le scene in primissimo piano, nelle quali i granelli di sabbia si fondono alla pelle dei due protagonisti, collaborano ad amplificare tali sensazioni, accentuandone la dimensione astratta e assurda all'interno della quale essi si muovono.<ref name=":6" />
 
Ciò che caratterizza questo film, nel quale aspetti [[Cinema dell'orrore | horror]] convivono con altri da [[Film erotico | dramma eroticoerotic]]o, èsono la struttura, e la consistenza che il regista riesce a dare alla sabbia, all'acqua e ai corpi. Egli è in grado di rendere i corpi vivi, l'acqua fresca e mobile, oltre a riuscire a trasmettere la sensazione tattile delle dita che si posano sulla pelle.<ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/film/2006/aug/10/dvdreviews.worldcinema1|titolo=Woman of the Dunes|autore=Rob Mackie|data=10 agosto 2006|lingua=en|accesso=11 settembre 2018}}</ref>
 
== Edizioni ==