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== Storia ==
Nel 1963 i cinque fratelli Bonetti (Vittorino, Francesco, Giuseppe, Bettino e Sante) danno vita alla “Fonderia Fratelli Bonetti” iniziando, come conto terzisti, la produzione di raccordi e rubinetti per gli impianti idrotermosanitari. Sei anni più tardi, nel 1969, creano la FRA.BO snc (acronimo di Fratelli Bonetti) con sede a [[Bordolano]] (Cremona), che all'attività di produzione affianca anche la commercializzazione dei raccordi finora prodotti per conto terzi. Nel 1976 viene costituita la FRA.BO S.p.A. che si focalizza sulla produzione dei materiali non ferrosi: [[bronzo]], [[Ottone (lega)|ottone]] e [[rame]].
Nel 1993 è aperta una filiale in [[Francia]]. Nel 1999 la seconda generazione della famiglia Bonetti prende la guida dell'azienda che proprio quell'anno completa il nuovo investimento nella linea di produzione di raccordi a pressare in rame e bronzo e lancia i raccordi Frabopress sul mercato: il solo prodotto al mondo con una guarnizione unica per acqua e gas.<ref name=corr/>
Nel 2000 è aperta la nuova sede a [[Quinzano d'Oglio]], al confine tra le province di Brescia e Bergamo, per il magazzino, la direzione e gli uffici commerciali ed amministrativi. Nel 2002 viene aperta una filiale anche in [[Romania]]. Nel 2008 è inaugurata una nuova linea di produzione per raccordi a pressare in acciaio al carbonio e acciaio inossidabile. Nascono Frabopress C-Steel e Frabopress 316. Un anno più tardi, nel 2009, è realizzata una nuova gamma di raccordi in rame a saldare in pollici. Nel 2011 lo stabilimento di Bordolano viene ampliato con due nuovi capannoni, diventando il cuore dell'azienda, tre anni più tardi, nel 2015, viene costruito anche un nuovo capannone per potenziare la produzione di raccordi in acciaio.
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▲Nel 2002<ref name = "sol"/> inizia il braccio di ferro della piccola azienda italiana con Dvgw, il potente ente tedesco (pubblico e privato) di certificazione industriale: senza quella certificazione nessun prodotto viene venduto. Nemmeno l'innovativo Frabopress che un po' dovunque crea problemi alla concorrenza. La Frabo si rivolge a Bruxelles e nel 2006 e 2008 la Commissione europea apre due procedure di infrazione nei confronti della Germania per mancato rispetto delle norme comunitarie ma senza risultati, così Manuela Bonetti, amministratore delegato dell'azienda cremonese, si rivolge alla Corte di giustizia europea di Lussemburgo. Nel luglio 2012 la Corte decide a favore della Frabo.<ref name = "dario"/> Ma la sentenza della Corte europea non viene recepita in Germania,<ref name = "bloc1"/><ref name = "bloc2"/> i tribunali tedeschi prendono tempo e solo nel 2015 viene data ragione all'italiana Frabo,<ref name = "sol"/> dichiarando illegale quanto stabilito anni prima dall'ente tedesco Dvgw.<ref name = corr/>
== Sedi ==
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