Biblo

città del Libano
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Biblo (in fenicio 𐤂𐤁𐤋, Gbl (Gebal, Gubal)[1]; in ebraico גְּבַל?[1]; in accadico 𒁺𒆷, Gubla, o 𒁺𒁄, Gubal[1]; in egizio Kbn o Kpn[1]; in greco antico: Bύβλος?, Búblos[1]; in arabo جبيل?, Ǧubail[1]), odierna Jbeil, è una città del governatorato di Kisrawān-Jubayl in Libano, circa 37 km a Nord di Beirut.[1]

Jbeil
municipalità
(AR) جبيل
Jbeil – Veduta
Jbeil – Veduta
Localizzazione
StatoLibano (bandiera) Libano
GovernatoratoMonte Libano
DistrettoJbeil
Territorio
Coordinate34°07′25″N 35°39′04″E
Altitudine10 m s.l.m.
Superficie4,16 km²
Abitanti44 379 (2008 stime)
Densità10 668,03 ab./km²
Altre informazioni
LingueArabo, francese, inglese
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Libano
Jbeil
Jbeil
Sito istituzionale
Byblos
EpocaNeolitico
Localizzazione
StatoLibano (bandiera) Libano
DistrettoJbeil
Altitudine10 m s.l.m.
Dimensioni
Superficie5 000 000 
Amministrazione
Sito webwww.jbail-byblos.gov.lb/
Mappa di localizzazione
Map
 Bene protetto dall'UNESCO
Biblo
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturale, Naturale, Misto
CriterioC (iii) (iv) (vi)
PericoloNessuna indicazione
Riconosciuto dal1984
Scheda UNESCO(EN) Byblos
(FR) Byblos

Le più antiche testimonianze archeologiche restituite dall'area fenicia provengono da questa città.

È stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità.

Geografia

Biblo occupa una superficie di 5 ettari (50 000 ) e si trova su un promontorio sul mare delimitato a Nord e a Sud da due corsi d'acqua; a Est è delimitata da banchi di roccia calcarea in leggero pendio verso il mare.[2] Nel centro della città nasce una sorgente d'acqua.[2]

Storia

Le prime tracce d'insediamento risalgono al Neolitico (al 7000 a.C.±80) secondo le analisi al radiocarbonio.[2] Attorno al 4500 a.C. ca. la città era un villaggio di pescatori[1], ma solo a partire dall'inizio del III millennio a.C., nel Bronzo Antico, si ha l'urbanizzazione del sito, in concomitanza con le altre città della Palestina e Siria[3], dopo essere diventato un centro di commercio per le sue relazioni con l'Egitto, la Mesopotamia e il mondo egeo.[1] Testi risalenti a quest'epoca, provenienti da Ebla, Egitto e Sumer, menzionano il sito.[1]

Età del Bronzo

Nel 2700 a.C. la città intratteneva rapporti commerciali con l'Egitto.[3] A questo periodo risalgono il tempio di Baalat di Biblo e il tempio degli obelischi.[3]

Nella città fu trovato un frammento di vaso di alabastro con il nome del faraone Khasekhemuy, ultimo faraone della II dinastia.[2]

Nel 2300 a.C.-2200 a.C. la città fu distrutta insieme ad altre città della Fenicia dall'invasione amorrea.[3] La città si riprese solamente attorno al Bronzo medio e tardo e intraprese intensi scambi commerciali con l'Egitto a cui forniva soprattutto legno di cedro del Libano, pini, cipressi e resina[4] che erano impiegati in Egitto sia in campo architettonico-edilizio (colonne) sia nel campo delle costruzioni navali.

Nelle lettere di Amarna è menzionato il re di Biblo, trattato con il titolo di principe, Rib-Adda, che si lamenta delle pressioni del re di Amurru e che dice di aver perso Batruna, Anfe e Shekke.

Nel 1200 a.C. durante l'arrivo dei Popoli del mare la città era fuori dall'attuale centro e non è stato trovato resto di accampamenti filistei.[3]

Passata, in seguito, sotto il controllo assiro, Biblo finì per decadere nel corso del I millennio a.C., riducendosi al rango di insediamento locale.

Durante il periodo persiano la città ritorna all'antico splendore e con Yehaumilk vengono restaurati i templi della città.[3]

Signoria di Gibelletto

  Lo stesso argomento in dettaglio: Signoria di Gibelletto.

Con il nome di Gubayl (Gibello, o Gibelletto, nella traslitterazione in lingua italiana) fu a lungo una delle colonie genovesi al tempo della Repubblica di Genova. Fu per circa due secoli, dal 1104 al 1302 (salvo alcuni anni successivi alla riconquista di Saladino nel 1187) feudo della famiglia degli Embriaci di Genova. Fu abbandonata pacificamente nel 1302.

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j DCPP, p. 82.
  2. ^ a b c d Ciasca, Moscati, p. 170.
  3. ^ a b c d e f Ciasca, Moscati, p. 172.
  4. ^ Giovanna Chiera, I Fenici, La Spezia, Club del libro Fratelli Melita, 1988, p. 19.

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

 
La chiesa crociata di San Giovanni (ﻤﺎﺭ ﻴﻭﺤﻨﺎ ﻤﺭﻗﺱ).
 
Il porto
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