Isma'il Pascià

khedivè d'Egitto dal 1863 al 1879

Ismāʿīl Pascià (31 dicembre 1830 - 2 marzo 1895) (in arabo إسماعيل باشا?) fu viceré e poi Khedivè d'Egitto — tra il 18 gennaio 1863 e l'8 agosto 1879, quando fu rimosso dal trono dal Regno Unito.

Ismāʿīl Pascià

Mentre era al potere dette un grande impulso alla modernizzazione dell'Egitto e del Sudan, indebitando però drammaticamente il Paese. La sua filosofia può essere racchiusa in una dichiarazione che egli rese nel 1879: "Il mio Paese non è più in Africa; noi siamo ora parte dell'Europa. È pertanto naturale per noi abbandonare le nostre antiche strade e adottare un nuovo sistema, adatto alle nostre condizioni sociali".

Biografia

Ismāʿīl, di discendenza albanese, nacque al Cairo nel Palazzo al-Musafir Khana [1] secondo dei tre figli di Ibrahim Pascià e nipote di Mehmet Ali. Sua madre era Hoshiar (Khushiyar), terza moglie del padre. Ella si dice fosse una sorella di Pertevniyal Valide Sultan (1812 - 1883). Pertevniyal era stata una moglie di Mahmud II dell'Impero ottomano e madre del Sultano ottomano [Abdul Aziz]] [2]. [3]. [4]. [5]

Gioventù e istruzione

Dopo aver ricevuto un'educazione di stampo europeo a Parigi, dove egli frequentò la Scuola di Stato Maggiore, Ismāʿīl tornò in patria e, alla morte del fratello maggiore, divenne erede di suo zio, Saʿīd I, Wāli d'Egitto e Sudan. Saʿīd, che in apparenza concepiva la sua personale sicurezza tenendo lontano da da sé il nipote, lo impiegò nei pochi anni successivi in missioni all'estero, in modo specifico presso il Papa, l'Imperatore Napoleone III e il Sultano dell'Impero ottomano. Nel 1861 egli fu destinato a guidare un esercito di 14.000 uomini per domare un'insurrezione in Sudan: compito che Ismāʿīl assolse egregiamente.


Khedivè d'Egitto

Dopo la morte di Saʿīd, Ismāʿīl fu proclamato Wāliil 19 gennaio 1863. Come ogni governante egiziano dall'epoca di suo nonno Mehmet Ali, egli fu investito del titolo di Khedivè, che la Sublime Porta aveva reiteratamente rinunciato a disconoscere. Tuttavia, nel 1867, Ismāʿīl riuscì a persuadere il Sultano ottomano Abdul Aziz a emanare un firmano (decreto) in cui lo si riconosceva ufficialmente Khedivè in cambio dell'aumento del tributo versato a Costantinopoli. Un altro firmano cambiò la legge che si limitava a decretare la successione di padre in figlio, aggiungendovi anche quella da fratello a fratello, e un ulteriore decreto del 1873 confermò la virtuale indipendenza dell'Egitto dalla Porta.

Riforme

Ismāʿīl avviò un vasto programma di riforme interne, sull'esempio di suo nonno, rimodellando il sistema doganale e postale, stimolando il progresso commerciale, creando un'industria saccarifera, facendo edificare palazzi, finanziando generosamente la costruzione e la manutenzione di un importante teatro dell'Opera e di un non meno importante Teatro. Dette grande impulso alla crescita urbanistica del Cairo, edificando un'intera nuova città nella sua periferia occidentale, prendendo come esempio Parigi. Alessandria fu anche oggetto delle sue cure. Avviò un vasto progetto ferroviario che vide l'Egitto e il Sudan passare dal nulla a una rete di rilevanza mondiale.

 
Statua di Ismāʿīl Pascià ad Alessandria d'Egitto

Una delle sue più significative realizzazioni fu la costituzione di un'Assemblea di Deputati nel novembre 1866. Sebbene essa avesse funzioni meramente consultive, i suoi componenti ebbero un'influenza notevole sugli affari politici ed economici governativi, dal momento che in essa era predominante la presenza dei capi-villaggio ( omda ), che fruivano di un grande seguito sul territorio. Ciò fu palese nel 1876, allorché l'Assemblea convinse Ismāʿīl a reintegrare la legge (da lui promulgat6a nel 1871 per incrementare gli introiti monetari statali ma più tardi revocata) che permetteva di acquisire proprietà fondiarie e altri privilegi fiscali a chi avesse pagato in anticipo le imposte fondiarie di sei anni.

Ismāʿīl cercò di ridurre il traffico di schiavi e di estendere il ruolo dell'Egitto in Africa. Nel 1874 egli annetté il Darfur, ma la sua espansione in Etiopia fu bloccata dopo una seria sconfitta patita a Gura' nel marzo del 1876.

Guerra con l'Etiopia

Note

Collegamenti esterni