Corso teorico-pratico sopra la coltivazione e potatura delle principali piante fruttifere

 
frontespizio della terza edizione dell'opera

Il libro fu pubblicato nel 1854. Poco tempo dopo seguì la seconda edizione mentre la terza vide la luce solo nel 1869, riveduta ed ampliata di 93 pagine e 67 nuovi disegni. Del ritardo gli autori si dispiacevano nella "Introduzione" giustificandolo con gli straordinari eventi politici che la penisola intera aveva attraversato durante quel quindicennio. Un'altra edizione, curata da Giuseppe Roda figlio e ampliata di 183 pagine rispetto alla terza, fu data alle stampe a cinquanta anni dalla prima.

Gli autori giustificavano l'utilità del loro corso ricordando come fra le attività agrarie la frutticoltura avesse già un posto notevole e potesse concorrere maggiormente "alla prosperità del commercio, ed al benessere delle popolazioni agricole" con la diffusione delle buone pratiche della coltivazione, in particolare della potatura, e della conservazione dei raccolti.[1]

Il libro è composto della Introduzione, ventisette Capi (capitoli), un Indice delle Materie ed un Indice delle Figure, sempre intese a rendere più intellegibile il testo.[2] Il Capo I ed il Capo II sono dedicati ad illustrare brevemente i principi dell'anatomia vegetale e della fisiologia vegetale. Nel Capo III e nel Capo IV (12) si tratta dei giardini fruttaiuoli e dei numerosi fattori che ne aumentano la produttività in quantità ed in qualità come ad esempio: il loro collocamento, l'esposizione, la natura del suolo, il modo di chiuderli con muri o altre strutture, la distribuzione del suolo per le diverse attività, la preparazione del suolo, il drenaggio delle acque. Nel Capo V si tratta dei modi di piantare gli alberi con scelta del migliori periodi e delle distanze più adatte alle varie specie. Il Capo VI (11) è dedicato alla descrizione del vivaio per le piante da innesto (nestaiuola) e di diversi tipi di innesto . Dal Capo VII al Capo XXV viene affrontato l'argomento principale del volume: la potatura. La trattazione è sistematica. Nei primi capitoli si introducono i concetti base: si descrive l'attrezzatura utile (Capo VII); si approfondisce l'anatomia del persico che viene preso come pianta modello (Capo VIII); si descrivono le operazioni principali (Capo IX). Nei successivi capitoli la teoria viene applicata alle diverse specie di piante con molti approfondimenti. Nell'ordine: persici a spalliera, albicocco, vite, pero, melo, susino, ciliegio, fico, lampone, ribes a grappoli, uva spina e nocciolo.

Note

  1. ^ Introduzione, pp. III-VIII, 1896
  2. ^ 204 nella terza edizione