Utente:FrOsmetti/Sandbox3
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Moncucco was an autonomous Italian municipality until March 30, 1871, when due to a royal decree it became fraction of the town of Brugherio, established in 1866.[1] The actual village is located south of Brugherio, along the road that leads from Milan to Vimercate.
Moncucco frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 45°32′53.56″N 9°17′32.17″E |
Altitudine | 145 m s.l.m. |
Abitanti | moncucchesi |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
History
Origins
Etymology
The origin of the name Moncucco is discordant. For someone, it goes back to Gallicism mon cucco (my cuckoo), that Galli used to indicate the bird cuckoo;[2] for other ones, including Cesare Cantù, it is a term derived from the name of the various countries and french farmhouses called Moncuc.[3]
Ancient period and Middle Ages
The oldest evidence of Moncucco are two roman inscriptions of the town of Malnido (today S. Maurizio al Lambro, a hamlet of Cologno Monzese) that between 1769 and 1871 was part of Moncucco. This confirms the roman origin of the ancient town (and Brugherio).[3]
The primordial nucleus of Moncucco is on a small hill, where in the Middle Ages a castle was built (on the ruins of which in '700 was built Villa Sormani) used as a country residence. SInce1000 it was this castle, near the ancient chariot road and located in a reclaimed area. With the crisis of imperial, following the investiture struggle, between the eleventh and twelfth centuries, it began flourishing stage inside the city: by the young town of Monza (perhaps of late eleventh century) broke away Moncucco, San Damiano and Cassina Baraggia, which were established as autonomous municipalities. Monza was the capital of the territory of the Martesana, which included the entire territory of Brugherio (Moncucco, San Damiano and Cassina Baraggia), following a grant in 1158 of Frederick Barbarossa who favored the freedom of the town at the expense of Milan, the city of the Emperor's enemy. The news about Moncucco are sporadic: for example, it known that in 1339 an exceptional flood of Lambro river hit some areas of the Brugherio including Malnido and Moglia, coming up to Moncucco.[3]
Coat of arms
At number 107 of Viale Lombardia, where there is the seat of the town hall, it is still visible the coat of arms of Moncucco, made of carved stone and placed where once stood the front door of the building.[3] It depicts in the upper left part a rampant bull, symbol of the soul indomitable peasants, but also the strong work of local livestock, and in the upper right an open door in the form of arc, symbol of the generosity of the nobles. At the center a white field represents the heath.[3][2]
Between sixteenth and eighteenth century
From data collected in the census of 1530 it's known that Moncucco owned an important oven. It had the surface of 1.574 poles and was inhabited by ten people (divided into three families), whose leaders were stewards or farmers responsible for the manse, land owned by a gentleman that allowed them to use it in exchange for part of the harvest or of particular services. In this period in Moncucco prevailed owned large and medium-sized property and there was a great deal of agricultural and little manufacturing activity: most of the cultivated area was used as a vineyard, and between 1530 and 1546 increased the laborers. The 1546 census shows the presence of many fodder for family in Moncucco, index of relative comfort. From 1530 to 1546, population growth remained stable throughout the territory of Brugherio, while from 1541 to 1546 there was a marked decline with a concentration of fuochi [4] in Moncucco, perhaps due to intensified tax, since it was based precisely on the fuochi the taxation system. In 1559 with the Treaty of Cateau-Cambresis the State of Milan finally passed to the Habsburgs of Spain who already ruled indirectly for almost thirty years. Moncucco was part of the Court of Monza, which, although geographically situated in the Peasantry of Martesana, in 1559 came under the jurisdiction of the magistrate of Milan for matters of civil and criminal problems, for public order and for the distribution of fodder.[1]
Nel 1578 è testimoniata la presenza di consoli a Brugherio: probabilmente essi esistettero anche per la località maggiore di Moncucco. Sempre nel 1578 San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, attuò un piano di decentramento dei poteri dell'arciprete di Monza mediante la costituzione di nuove parrocchie: fino all'anno sopraddetto nelle città e nelle campagne immediatamente fuori Monza vi era solo la parrocchia di San Giovanni ad officiare il sacramento del Battesimo. La prima chiesa che l'arcivescovo trasformò in parrocchia fu quella di San Bartolomeo, il 15 giugno 1578, quando venne a Brugherio, dopo aver visitato Monza. Dalla relazione di una visita del cardinale Federico Borromeo alla chiesa di San Bartolomeo, si evince che nella parrocchia di San Bartolomeo venne inclusa anche Moncucco, che a quel tempo aveva cinquantasette abitanti. La popolazione, che nella seconda metà del XVI secolo era cresciuta nonostante la peste del 1576-77, negli anni '30 del XVII secolo subì un notevole arresto dovuto proprio al ritorno della peste nel 1629-30. Nel 1648 il feudo di Monza fu messo in vendita da Antonio e Girolamo de Leyva (i de Leyva detenevano il feudo di Monza almeno dal 1541, quando era conte Luigi de Leyva) a Giambattista Durini e ai suoi fratelli. I Durini tennero il feudo di Monza fino al 1781, quando rinunciarono alla giurisdizione perché troppo onerosa[1].
La crisi provocata dalla guerra dei Trent'anni, dalla peste e dalle invasioni dei soldati e la forte tassazione peggiorarono le condizioni delle popolazioni di Moncucco e della zona di Brugherio, portando le proprietà a frazionarsi sempre più, come testimoniato dai rilevamenti ordinati per il nuovo catasto da Carlo VI d'Austria, che dal 1721 possedeva i territori spagnoli in Italia. Una mappa disegnata nel 1721 per il catasto carolino mostra le dimensioni di Moncucco con Bettolino Freddo, Cassina Pobbia, Dorderio, Cassina Guzzina, San Cristoforo e Moglia (considerati tutti Corte di Monza, ma comuni distinti e separati, uniti semplicemente perché fu fatta una sola misurazione), e tutte le coltivazioni in esso presenti[5]. Con Maria Teresa, figlia di Carlo VI, fu istituita una nuova Giunta del Censimento non solo per portare a termine il censimento paterno, ma anche per attuare riforme fiscali e amministrative: tra queste ultime ci è nota la riforma dell'organo decisionale di Moncucco, il Convocato degli estimati, che si riuniva due volte l'anno per approvare il bilancio preventivo e consuntivo della comunità, controllava la ripartizione delle imposte, decideva sulle spese ed inoltre eleggeva la Deputazione, formata da tre rappresentanti dei maggiori estimati più due persone (una pagante tasse personali, l'altra un mercante o un artigiano). Il Convocato era costituito da soli proprietari terrieri, tra i quali i maggiori estimati, essendo tre, detenevano il potere decisionale: invece prima del 1755, anno della riforma, l'assemblea generale era costituita anche da capifamiglia non possidenti[1].
Nel 1769 la Giunta del Censimento stabilì l'aggregazione di tanti piccoli comuni sotto Moncucco, nonostante il parere contrario di questi: San Cristoforo, Moglia, Dorderio, Guzzina, Pobbia, Malnido (prima sotto Monza) e Bettolino Freddo finirono così raggruppati sotto Moncucco. A metà del XVIII secolo la popolazione di tutti questi piccoli comuni era di 236 persone, di cui ben 117 solo a Moncucco. L'esiguo numero è dovuto al carattere agricolo della zona, che aveva pochi abitanti ed isolati: l'agricoltura infatti restò sempre l'attività principale di Moncucco, che non possedeva né mulini né attività di mercanti. Si ha notizia di un'infrazione, da parte di Moncucco, dell'antica legge del 1470 di Galeazzo Sforza che stabiliva il numero massimo di gelsi per ogni cento pertiche: evidentemente la bachicoltura e la produzione della seta erano ancora fiorenti durante il governo austriaco[1].
Curiosità
Dal parco di Villa Sormani a Moncucco il 13 Marzo 1784 il conte Paolo Andreani compì la famosa ascensione in mongolfiera, prima esperienza di volo umano in Italia[1].
Il XIX secolo
Con la dominazione francese (1796-1814) sparirono le pievi e il territorio venne organizzato in dipartimenti, distretti e cantoni: Monza fu inserita nel Dipartimento di Olona. Il 13 gennaio 1812 Moncucco venne aggregato a Monza insieme a Brugherio e San Damiano. Con la Restaurazione ci furono altri cambiamenti, e il territorio venne riorganizzato in province e distretti: Monza faceva parte della Provincia di Milano. Nell'Ottocento Moncucco restò un comune prevalentemente agricolo, nel quale però tra il 1751 e il 1856 si diffuse enormemente la già praticata coltura del gelso. La filanda di Moncucco si trovava sul lato sinistro di Villa Sormani e consisteva in un portico[1].
Tra il 1855 e il 1873 i comuni già censiti vennero nuovamente misurati e rilevati con la produzione di nuove mappe[6]: le operazioni di censimento si svolsero tra la fine della dominazione austriaca e la formazione dell'Italia come stato unitario. La Lombardia già nel 1859, con l'armistizio di Villafranca, venne ceduta dall'Austria al Regno di Sardegna, dopo la seconda guerra d'indipendenza[1].
Da Comune a frazione
I motivi che portarono all'unificazione del territorio dell'attuale Brugherio erano di ordine amministrativo e finanziario: era necessario superare i particolarismi, le diversità fiscali e il frazionamento territoriale. Moncucco, che era il comune più frazionato, nel 1856 venne descritto per il Censimento dei Fabbricati come formato da tanti piccoli gruppi di cascine, con diversi centri ma senza un paese vero e proprio[1].
Inizialmente con il Decreto Regio firmato da Vittorio Emanuele II dell'8 dicembre 1866 si costituì il Comune di Brugherio ed Uniti, comprendente parte di territorio appartenente a Monza, tutto il centro, Baraggia e Sant'Ambrogio[2].
Successivamente, con l'Editto del 30 marzo 1871 della Giunta del Censimento, esso inglobò anche Moncucco (senza Malnido) e San Damiano, autonome fino a quel momento. Nello stesso anno con il Decreto 30 marzo N°84912 venne tolta dal comune di Sant'Alessandro e unita a Moncucco la località di Occhiate; Malnido e Bettolino Freddo invece passarono al comune di Cologno Monzese[1].
Il XX secolo: l'industrializzazione
Per tutta la fine dell'Ottocento e per i primi decenni del Novecento, Brugherio (e con esso la frazione di Moncucco) rimase legata all'agricoltura, mentre a Milano l'industrializzazione avanzò velocemente. Inizialmente i proprietari terrieri che amministravano il Comune vietarono ai loro dipendenti di lavorare nelle nascenti fabbriche di Milano, Sesto San Giovanni e Monza; ma dopo il 1909, grazie alle prime lotte socialiste e agli scioperi, i capifamiglia poterono decidere quanti dipendenti mandare in fabbrica, sottraendoli così al lavoro nei campi. La fondazione della Falck proprio in questi anni aprì il secolo del progresso industriale nel nordest milanese, offrendo lavoro a molti brugheresi. Con la Prima Guerra Mondiale aumentarono le filande, che al termine della guerra furono trasformate in lanifici. Negli anni Venti Ermenegildo Magnaghi, un operaio con il talento per la meccanica ed un buon fiuto per gli affari, iniziò a lavorare in proprio, realizzando dispositivi per applicazione aeronautica funzionanti secondo le leggi dell'oleodinamica (fino ad allora poco applicata) e portando così grandi vantaggi nei comandi dei velivoli. Durante la guerra presentò 44 brevetti, per i quali ricevette la laurea honoris causa al Politecnico di Milano. La ditta Magnaghi Ermenegildo & C. di Milano ebbe, con più di 2000 dipendenti, il primato italiano sull'oleodinamica[2].
Quando cominciarono i bombardamenti su Milano, tra il 1942 e il 1943, per evitare la distruzione dello stabilimento parte di questo venne spostato a Brugherio, dopo l'acquisto da parte dei signori Stanzani di alcuni terreni e immobili della Villa Sormani, nella frazione di Moncucco. Nacque così lo stabilimento brugherese, che durante tutto il periodo bellico produsse dispositivi aeronautici. Con l'avvento delle macchine a controllo numerico verso la metà degli anni Sessanta, la Magnaghi Brugherio andò in crisi, mentre a Milano il settore ricominciò a fiorire. Nel 1985 i due stabilimenti si fusero in una sola Direzione, spostando a Brugherio le fabbricazioni delle componenti dei dispositivi. La Magnaghi Milano attualmente esporta i suoi prodotti in tutto il mondo ed è la prima società italiana costruttrice di impianti oleodinamici[2].
Luoghi d'interesse
Villa Sormani
Edificata nel Settecento sopra un'antico castello, è l'esempio perfetto di "villa di delizia", residenza di campagna che si diffuse a nord-est di Milano nei primi decenni del Settecento. Esempio di barocchetto lombardo, la villa di proprietà del marchese Silva passò nel 1733 al nobile spagnolo Don Carlo Bolagnos, a cui nel 1779 subentrarono gli Andreani. Nel 1817 la villa divenne proprietà della famiglia Sormani; nel 1913 dei Verri ed infine degli Stanzani, che negli anni Ottanta vendettero parte della villa a privati[7].
Chiesa di S.Lucio
La chiesa nacque nel Cinquecento come cappella dedicata a Sant'Antonio di Padova, annessa al convento di S.Francesco a Lugano. All'inizio dell'Ottocento, quando i provvedimenti napoleonici colpirono le istituzioni religiose, i padri del convento inserirono la loro sede negli edifici da sopprimere. Nel 1812 infatti se ne decise l'alienazione, e nel 1815 il complesso venne messo all'asta. L'architetto e insegnante all'Accademia di Brera Giocondo Albertolli, fratello dell'acquirente del terreno Natale Albertolli, volle salvare almeno la chiesetta di Sant'Antonio, da lui attribuita al Bramante. Grazie al conte Gianmario Andreani che comprò la chiesetta, fu possibile smontare completamente l'edificio e trasportarne le parti da Lugano fino al parco di Villa Sormani-Andreani, dove fu riedificata nel 1832 e dove ricevette la nuova dedicazione a S.Lucio, in memoria di un antico oratorio preesistente dedicato al Santo Papa martire[7].
Note
- ^ a b c d e f g h i j (Italian) Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, 1986. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- ^ a b c d e (Italian) Manuela Mancini, Brugherio: presente e passato, Milano, Swan, 1996. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- ^ a b c d e (Italian) Brugherio: 2000 anni di storia, Brugherio, 1966. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- ^ Fuochi stands for families
- ^ (Italian) Archivio di Stato di Milano. Moncucco. Comune censuario, su archiviomilano.cineca.it. URL consultato il 22 settembre 2015. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- ^ (Italian) Archivio di Stato di Milano. Moncucco di Monza ed Uniti. Comune censuario, su archiviomilano.cineca.it. URL consultato il 22 settembre 2015. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- ^ a b (Italian) Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia, Brugherio, Litostampa, 2009. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
Bibliografia
- (Italian) Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, Brugherio, Musicografica Lombarda, 1986. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- (Italian) Manuela Mancini, Brugherio: presente e passato, Milano, Swan, 1996. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- (Italian) Brugherio: 2000 anni di storia, Brugherio, 1966. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- (Italian) Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia, Brugherio, Litostampa, 2009. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
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Collegamenti esterni
- (Italian) Archivio di Stato di Milano. Moncucco. Comune censuario., su archiviomilano.cineca.it. URL consultato il 22 settembre 2015. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
- (Italian) Archivio di Stato di Milano. Moncucco di Monza ed Uniti. Comune censuario., su archiviomilano.cineca.it. URL consultato il 22 settembre 2015. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)