Neuroscienze cognitive
La neuroscienza cognitiva è una branca delle neuroscienze che studia le basi cerebrali delle funzioni cognitive superiori come la percezione, la memoria, il linguaggio, l'attenzione, il pensiero e la coscienza.
Essendo una branca delle neuroscienze, la neuroscienza cognitiva è interessata a scoprire i meccanismi biologici di base delle funzioni cognitive e non è dunque interessata a campi di studio biologicamente inverosimili come l'intelligenza artificiale, il connessionismo od il machine learning.
Storia e sviluppo
La neuroscienza cognitiva è nata come disciplina scientifica all'inizio degli anni ottanta ad opera di alcuni studiosi dell'Università di Harvard[1] e grazie all'inizio della pubblicazione del Journal of Cognitive Neuroscience, stampato dalla MIT Press[2].
La neuroscienza cognitiva ha iniziato a studiare l'attività funzionale del cervello umano per mezzo di due strumenti potenti e dai risultati sorprendenti: la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la risonanza magnetica per la visualizzazione funzionale (FMRI). La rivoluzionaria importanza di questi strumenti rispetto alle precedenti metodologie fisiologiche sta nel fatto che rendono possibile indagare il cervello umano o animale nella sua assoluta integrità, senza alcuna invasività e senza alcuna interferenza con le normali funzioni cerebrali.
Note
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