Norbert Feher

criminale e serial killer serbo

Norbert Feher[1] (Subotica, 21 ottobre 1976[2][3]) è un criminale serbo, anche noto con gli alias di Ezechiele Norberto Feher e Ivan Vaclavic, giornalisticamente come Igor il russo.

Biografia

Primi anni

Nato nel 1976 a Subotica, in Serbia, secondo quanto da lui affermato ai compagni di carcere, prestò servizio nell’esercito russo durante la prima guerra cecena come membro dei reparti speciali[4]. Secondo i suoi racconti, mentre si trovava in Russia sua figlia sarebbe stata uccisa per ritorsione contro di lui, avrebbe anche un figlio[5]. Sempre secondo quanto raccontato al compagno di cella, dopo aver disertato dall’esercito russo si trasferì in Cina, da qui deriverebbe la sua conoscenza della lingua cinese[2]; oltre a questa lingua ha conoscenza di italiano, ungherese, romeno, russo e qualche parola di spagnolo[3], Igor è ricercato dalla polizia serba per rapina e violenza sessuale, cosa che lo ha spinto nel 2006 a spostarsi in Italia.

Gli arresti

Nel 2007, nonostante la capacità di cambiare radicalmente il proprio aspetto[4], Igor venne arrestato dalle autorità italiane per una serie di rapine fra Ferrara e Rovigo, caratterizzate dall’uso di armi bianche come arco e coltello, per cui ha preferenza e che gli avevano fatto guadagnare nella zona il soprannome di ninja[3]. Presso il carcere di Rovigo si presentò alle autorità italiane con la falsa identità di Igor Vaclavic, evitando così l’estradizione[4]. Scarcerato nel 2010 riprese l’attività criminale e sembra si sia anche dedicato all’attività di gigolò[2]. Venne nuovamente arrestato sebbene, inseguito dalla polizia, si sia nascosto per ore in un canale respirando da una canna[3]. Il 4 novembre 2011 il procuratore capo di Ferrara firmò un decreto di espulsione ma in assenza di una identificazione certa e non essendo stato riconosciuto dalla Russia (di cui si era detto cittadino) rimase nel carcere dell’Arginone fino al rilascio anticipato, nel 2015. Di nuovo inviato al CIE, anche questa volta non venne espulso[5]. In carcere mantenne un comportamento esemplare, allenandosi (secondo il compagno di cella si svegliava alle 6 ed eseguiva 12 sessioni da mille addominali. Quando aveva i crampi chiedeva di legargli le gambe al letto così che potesse continuare)[2] e guardando cartoni animati (che il padre durante l’infanzia gli vietava di vedere), tanto che lo stesso cappellano del carcere, per cui faceva il chierichetto, testimoniò in favore della sua riabilitazione. La famiglia (madre, sorella e due fratelli), rimasta in Serbia e con cui Igor si è tenuto in contatto, non ha aiutato le indagini[6].

Il “Killer di Budrio”

Il 1 aprile 2017 Igor rapina il bar Gallo, nella frazione di Riccardina di Budrio, Bologna. Il titolare, Davide Fabbri di 52 anni, tentata di disarmare il rapinatore, strappandogli la doppietta che aveva in mano, Igor però reagisce sparandogli due colpi al petto con la seconda arma, una pistola semiautomatica Smith & Wesson 9×21 sottratta il 29 marzo ad una guardia giurata[3]. A seguito della rapina Igor si dà alla macchina, fingendosi ferito, in un’area di quaranta kilometri quadrati nelle paludi del ferrarese[7], dove l’8 aprile 2017 uccide la guardia provinciale Valerio Verri e ne ferisce gravemente un’altra, Marco Ravaglia. Nonostante l’impiego di 150 uomini per turno, appartenenti a squadre speciali dotate di visori notturni agli infrarossi e visori termici e cani molecolari, il killer non viene catturato[8]. Igor arriva addirittura a sfidare le forze dell’ordine che lo braccano[2], probabilmente la latitanza di Igor è stata favorita anche dall’aiuto di suoi amici ed ex complici[9].

Cattura in Spagna

Il 17 maggio viene recapitato al comando centrale dei carabinieri di Ferrara una cartolina in cui Igor comunica di aver lasciato l’Italia[5] anche se l’arrivo in Spagna è stimato a settembre. Secondo quanto comunicato alle autorità spagnole, nella fuga dall’Italia alla Spagna, Igor avrebbe attraversato 8 paesi usando 18 diverse identità [10]. Il 5 dicembre Igor assalta una fattoria, venendo scoperto dal proprietario, José Luis Iranzo, e da un fabbro, entrambi feriti dal killer. Allertati, accorrono sul luogo Víctor Romero Pérez, 30 anni, e Víctor Jesús Caballero Espinosa, 38 anni: facenti parte di una squadra dedicata ad indagini sui furti nell'ambiente rurale, entrambi, nonostante fossero provvisti di giubbotti antiproiettile, vengono uccisi da Igor che si appropria delle loro armi di ordinanza. Igor è stato arrestato dalle autorità spagnole a El Ventorrillo, intorno alle 2.50 del 15 dicembre 2017, dopo un incidente stradale durante la fuga che lo ha lasciato svenuto. Nonostante al richiesta delle autorità italiane per l’estradizione, le autorità spagnole sembrano decise a processare Igor per i delitti commessi sul loro territorio. Igor è al momento detenuto in custodia cautelare senza possibilità di cauzione[4].

Altri possibili delitti

Il 30 dicembre 2015 il metronotte di 42 anni, Salvatore Chianese fu ucciso in una cava a Fosso Ghiaia di Ravenna; dalle indagini è emerso il fucile usato per l’omicidio corrisponde a quello della rapina al Bar Gallo.

Note

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