Un briciolo di fortuna

racconto di Joseph Conrad

Un briciolo (anche: un colpo) di fortuna è un racconto dello scrittore Joseph Conrad, la cui stesura iniziò nel 1910. La prima edizione fu pubblicata nel febbraio del 1911 sul London Magazine; quella italiana risale invece al 1946 e fu pubblicata da Giulio Einaudi Editore. Il racconto deriva dal periodo di maturità dello scrittore e narra la vicenda di un giovane novello capitano di mare che si trova di fronte a un enigmatico dilemma etico. Il narratore in prima persona è uno scapolo ben saldo nelle proprie idee, che crede fermamente nelle proprie convinzioni, per un approccio filosofico alla vita, ma Conrad lo rende abilmente vulnerabile alle doppiezze della vita e delle persone più esperte che lo circondano. Tentato su due fronti, il pecunario e l'erotico, il novello capitano finirà per perdersi nelle sue certezze morali e intellettuali e abbandonare il comando rientrando in patria.

Un briciolo (colpo) di fortuna: storia di porto
Titolo originaleA smile of fortune: harbour story
AutoreJoseph Conrad
1ª ed. originale1911
1ª ed. italiana1946
Genereracconto
Lingua originaleinglese
AmbientazioneOceano Indiano
«Quanto siamo deboli, irragionevoli e assurdi! Quanto facilmente ci lasciamo trascinare, ogniqualvolta la nostra immaginazione destata ci offre l'irritante pungolo di un desiderio!»
I personaggi sono liberamente basati sulle persone incontrate da Conrad a quell'epoca alle isole Mauritius[1].

Trama

Un giovane capitano di mare, su incarico degli armatori del veliero, giunge dopo sessanta giorni di navigazione nel piccolo porto di un'isola dell'oceano indiano per commerciare zucchero. Immediatamente, viene raggiunto a bordo da un venditore di provviste di navi di nome Jacobus che cerca di guadagnarsi la fiducia del giovane. Tale Jacobus era stato, di fatto, raccomandato al capitano dagli armatori della nave, ma questi confessa di non essere il destinatario di tali referenze, che erano indirizzate invece a suo fratello minore Ernest, mentre lui è Alfred. Il capitano apprende poi dal suo primo ufficiale Burns, che Alfred (il biondo) è un emarginato, socialmente poco raccomandabile, mentre il fratello Ernest (il bruno) è ricco e rispettato. I due fratelli apparentemente non si parlano da anni.

Il capitano si reca quindi da Ernest, ma con viva sorpresa scopre che questi, in un ufficio lurido e fatiscente, è un uomo arrogante, violento e minaccioso (il contrario di Alfred bonario, gentile e amichevole). I due hanno un alterco e il capitano, offeso dal comportamento dell'uomo, se ne va sbattendo la porta.

Nel frattempo Alfred sta manipolando l'ingenuo capitano per fare affari con lui, e lo attira nella sua casa in modo che possano parlare in privato. Quì il giovane incontra la figlia Alice, avuta da Alfred in un rapporto burrascoso con una donna di un circo che aveva visitato la località. La ragazza vive emarginata senza avere contatti con alcuno se non con la vecchia scontrosa zia e il padre, questo perché è ritenuta dai benpensanti dell'isola, il risultato di uno scandalo.

Anche se la ragazza ignora il capitano e gli si rivolge scortesemente, egli ne rimane affascinato e ogni giorno torna nella casa (una amena villetta con un delizioso giardino) per incontrarla.

«...i suoi magnifici occhi neri a mandorla...la forma modellata della sua lunga gamba...sembrava una creatura in preda a un incantesimo...»

I giorni trascorrono e arriva il momento che la nave, imbarcato il carico, debba salpare e durante un'ultima visita nella casa di Jacobus il capitano, non resistendo più alla tentazione, afferra Alice a la bacia ripetutamente. Lei in un primo momento non gli resiste e lo bacia, ma poi lo respinge fuggendo via nella sua camera. Alfred, che era giunto in quel momento e che presumibilmente ha assistito alla scena, entra e raccoglie la scarpetta che Alice ha lasciato cadere nella sua fretta.

In quello che sembra essere un velato ricatto, Alfred consiglia al capitano di comprare da lui un grosso carico di patate (affare che aveva sempre tentato invano di proporgli). Messo alle strette, il capitano acconsente per evitare uno scandalo, pagando la fattura con tutti i suoi averi. In quel momento il giovane comprende anche che la passione per Alice è svanita e deluso e scoraggiato salpa con la sua nave.

Inaspettatamente, quello che sembrava un cattivo investimento, si rivela invece un affare, approdati a Port Philip Heads, il capitano apprende che nella località si era sofferto un lungo periodo di siccità che aveva irrimediabilmente danneggiato i raccolti, riesce così a vendere il carico di patate per circa il triplo del prezzo originariamente pagato.

Nel frattempo arriva una lettera dagli armatori della nave, i quali soddisfatti degli affari, invitano il capitano a tornare nell'isola per fare ulteriori scambi con il nostro buon amico Jacobus.

Ma il capitano, depresso e sconvolto dai suoi ricordi, consumato dall'auto-disgusto per i rapporti avuti con la famiglia Jacobus, in particolare ricordando Alice, promette a se stesso di non tornare mai più:

«...come potevo tornare indietro ed alimentare quella fatale favilla col mio gelido respiro ?»

alla fine abbandona la nave, lasciando il comando con l'intenzione di tornare in patria.

Personaggi

- Il capitano (narratore in prima persona)

- Burns, il primo ufficiale di bordo

- L'ufficiale in seconda

- Il Nostromo (un mulatto)

- Il sig. Jacobus (Alfred il biondo)

- Jacobus Ernest (il bruno)

- Un amico/conoscente del capitano e il fratello maggiore (appartenenti a vecchia famiglia francese)

- La vecchia governante di Alfred

- Alice, la giovane figlia di Alfred (avuta con una donna del circo, poi morta)

Collegamenti esterni