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Coclearia
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneAngiospermae
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseDilleniidae
OrdineCapparales
FamigliaBrassicaceae
Nomenclatura binomiale
Cochlearia officinalis


La coclearia ( Cochlearia, officinalis) è una pianta erbacea annua appartenente alla famiglia delle Brassicaceae . È caratterizzata da fiori ermafroditi riuniti in un racemo, da foglie basali ovoidali e da steli eretti. È caratteristica delle terre salate delle coste marittime.

Morfologia

La coclearia cresce fino a 30 cm di altezza. Il suo fusto è debole, gli steli acuminati e lisci; le foglie si differenziano tra foglie superiori e inferiori.[1]

Le foglie inferiori si presentano ovali, quasi rotonde, molto peduncolate, intere e un po' frastagliate. Sono pressappoco tanto larghe quanto lunghe, semilunate e concave come un cucchiaio (in Francia la coclearia viene chiamata Erba dai cucchiai).

Le foglie superiori sono esili e cordate abbracciafusto (avvolgono il fusto con due orecchie).

La coclearia ha piccoli fiori bianchi e corti racemi terminali (a grappoli) i quali producono delle piccole silique ovali globose e da valve appena carenate.

 

La fioritura avviene da maggio a giugno e i colori dei fiori sono tre: bianco, bianco-crema e bianco-rosato. I semi maturano a settembre. La Coclearia è amatissima dagli insetti impollinatori.

L'erba ha un odore forte, volatile, leggermente acre; è di sapore salato, piccante e amarognolo.[2] [3]


Distribuzione e habitat

La pianta si trova principalmente nelle regioni montane e sulle rive del mare. Inoltre nelle zone di coste basse o di estuari, presso le scogliere marine, nei pressi di miniere di sale o sorgenti saline, dell'Europa occidentale, settentrionale e centrale.

Il clima ideale per la pianta è moderatamente umido e temperature molto basse.




Coltivazione

 

Per coltivare la pianta, occorrono un terreno fresco e frequenti annaffiature. La coclearia cresce in qualsiasi tipo di terreno, ma predilige terreni poveri o calcarei, di medio impasto, umidi, ma ben drenati, con un' esposizione luminosa a mezz’ombra. Si deve seminare in file, a poca profondità, a una distanza di una trentina di centimetri.

I semi germinano presto. Alla comparsa delle foglie occorre rompere il terreno in superficie, per far respirare le radici della pianta coltivata ed eliminare le erbacce. Non si deve raccogliere altro che in caso di bisogno, ed è consigliabile conservare qualche pianta per avere altri semi.

[4]

Usi

Uso farmacologico

L'azione farmacologica e le applicazioni di quest'erba sono simili a quelle del Rafano.

 

In passato, ci si avvaleva dell'erba quando era fresca per usufruire del suo contenuto vitaminico. La pianta veniva utilizzata per curare lo scorbuto: era stivata sulle navi in fasci essiccati o estratti ed il sapore molto amaro veniva corretto con erbe e spezie. Nella medicina popolare si può impiegare come il Crescione, nel catarro cronico, nelle tossi con espettorazione, nell'anemia, l'idropisia, negli ingorghi atonici dei visceri e in alcune malattie cutanee. Nell'uso esterno si applica sulle ulcere atoniche e scorbutiche.

Il succo deve essere preso nella dose da 50 a 100 grammi al giorno, o sotto forma di sciroppo (1 parte di succo in 2 di zucchero) nella dose di 20 a 60 grammi al giorno.. Il succo ottenuto dalla pianta ha un buon effetto purificante su milza, fegato e sangue. Inoltre le foglie tritate possono essere applicate per lenire contusioni.

[5]

Uso cosmetico

L'estratto della coclearia viene usato in creme e lozioni utili a stimolare la salute dei capelli e del cuoio capelluto, creme anti-età e gel disinfettanti.[6]

Uso culinario

Le foglie vengono utilizzate principalmente crude e appena raccolte, per preservare al meglio l’alto contenuto di vitamina C.

 

Tipicamente sono usate:

Preparati ed estratti

Si ottiene dalla pianta dopo l'essicazione la conserva di Coclearia e lo spirito di coclearia. L'erba perde le sue proprietà essiccandola e facendola bollire.


(All'epoca l'acqua distillata di Coclearia della Farmacopea Prussiana, si corrompeva facilmente, dunque in tal caso non ci si poteva avvalere di una conservazione annuale).[7]

 
  • La tisana di Coclearia
  • Gargarismi e colluttori Infuso al 2-4%
  • Coclearia Estratto Fluido
  • Coclearia Tintura Madre Preparata dalla pianta fresca intera tit.alcol.45° a 1/20

Controindicazioni

Essa è anche controindicata negli stati infiammatori (per moderare i suoi effetti irritanti viene raccomandato di assumerla assieme a latte o ad altro emolliente).

Si possono manifestare reazioni di ipersensibilità nei confronti dei glucosinolati.

Sono possibili interazioni con farmaci tiroidei (tiroxina e metimazolo), ma solo in caso di consumazione di dosaggi elevati e prolungati nel tempo.

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Storia

Il suo utilizzo ebbe inizio nel XVI secolo nel quale il nome le venne dato dai botanici. Il consumo avveniva soprattutto in Gran Bretagna.

Diventò all'epoca un'essenziale portatrice di vitamina C, ed era una verdura preziosa per i marinai. Sulle navi era spesso conservata in fasci essiccati o estratti e utilizzata abbinata a diverse spezie, utile per prevenire o curare lo scorbuto.

 

Possiamo prendere come esempio delle funzioni officinali della pianta, il fatto citato da Bachstrom (Observat. circa scorbutum, Firenze, 1757) di un marinaio, in condizioni di salute di generale disfacimento, il quale i compagni, lo deposero ed abbandonarono sulle coste della Groenlandia, a causa della paura di infezione. Il marinaio si è trascinato sulla spiaggia e ha pascolato le sole erbe, che trovava (Coclearia ed ossalide) grazie alle quali recuperò interamente la sua salute.[10]

Note

  1. ^ pianteinnoveative, su pianteinnovative.it.
  2. ^ Pierre Lieutaghi, il libro delle erbe, Rizzoli Editore, 1974..
  3. ^ V. Tenore e G. A. Pasquale, Compendio di botanica, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1847..
  4. ^ Pierre Lieutaghi, il libro delle erbe, Rizzoli Editore, 1974..
  5. ^ V. Tenore e G. A. Pasquale, Compendio di botanica, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1847..
  6. ^ a b Guido Bissanti, Cochlearia officinalis, su Un mondo ecosostenibile, 6 ottobre 2020. URL consultato l'11 maggio 2023.
  7. ^ erbeofficinali.org, https://erbeofficinali.org/dati/q_scheda_res.php?nv_erba=COCLEARIA.
  8. ^ Alberto Tucci De Leo, Erbe Officinali e Piante Medicinali, Youcanprint, 2015..
  9. ^ Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, 2003..
  10. ^ Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, 2003..

Bibliografia

  • Pierre Lieutaghi, il libro delle erbe, Rizzoli Editore, 1974.
  • V. Tenore e G. A. Pasquale, Compendio di botanica, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1847.
  • Carl Joseph Meyere Giovanni Spagnolo, Manuale di farmacologia, G.Palolari, 1841.
  • Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, 2003.
  • Alberto Tucci De Leo, Erbe Officinali e Piante Medicinali, Youcanprint, 2015.

https://www.pianteinnovative.it/cochlearia-officinalis/#:~:text=Coltivazione%3A%20cresce%20in%20qualsiasi%20tipo,%2C%20tollera%20anche%20l'ombra.

https://erbeofficinali.org/dati/q_scheda_res.php?nv_erba=COCLEARIA

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5514025