Ultimo minuto

film del 1987 diretto da Pupi Avati

Ultimo minuto è un film del 1987 diretto da Pupi Avati.

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Durata90'
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Trama

Walter Ferroni (Ugo Tognazzi) è il direttore sportivo-factotum (oggi diremmo general manager) di una squadra di calcio che sopravvive nella bassa classifica della Serie A degli anni '80 tra problemi finanziari, piccoli imbrogli e tanta passione. Dopo anni di difficoltà e di bilanci "aggiustati con la scolorina", Ferroni riesce a fare acquistare la squadra dal ricco industriale Di Carlo (Lino Capolicchio), credendo che questi si limiterà a finanziare la società lasciando a lui la gestione. Il nuovo presidente invece, con piglio imprenditoriale, lo rimuove dall'incarico e gestisce personalmente, inserendo nuovi manager accanto a quelli del vecchio staff di Ferroni, prontamente passati al servizio del nuovo padrone. La nuova gestione parte con baldanza, ma senza l'esperienza e i contatti di Ferroni incontra subito notevoli difficoltà. Il nuovo presidente impara a proprie spese che gestire una società di calcio è molto diverso dal gestire un'azienda. La squadra passa da una sconfitta all'altra, sino a quando l'allenatore Corti e lo stesso Di Carlo vengono pesantemente contestati e minacciati dai tifosi. Il presidente ritorna sui suoi passi e richiama Ferroni, che rende la squadra nuovamente competitiva e vince la prima partita della sua nuova gestione con una mossa coraggiosa e disperata: sostituisce a pochi minuti dalla fine della gara interna con l'Avellino il vecchio e corrotto centravanti Boschi (Massimo Bonetti) con il giovane diciasettenne Paolo Tassoni della squadra "primavera" che realizza il gol decisivo, proprio all'ultimo minuto.

Commento

Scritto dai fratelli Pupi e Antonio Avati con Italo Cucci e Michele Plastino, giornalisti sportivi, Ultimo minuto è un film ingiustamente dimenticato, che tratta di calcio in modo serio, senza eccessi folkloristici e racconta i loschi intrecci di un ambiente che si dice sportivo, ma dove i componenti (dirigenti, giocatori, capi tifosi, procuratori, faccendieri) cercano innanzi tutto il proprio tornaconto a prescindere dalla regolarità del risultato. Fu realizzato pochi anni dopo lo scandalo del calcio scommesse, in anticipo di due decenni su calciopoli. Raccontò l'ambiente calcistico e i suoi retroscena con realismo critico, mostrando quello che la TV non faceva vedere. Al botteghino non ebbe successo, non fu capito dal pubblico che all'epoca non ritenne possibile che il marcio nel calcio fosse a quel livello. Vent'anni dopo, leggendo le intercettazioni di calciopoli, ci si dovette ricredere: la corruzione e l'intrallazzo nella realtà erano addirittura maggiori di quelli narrati nel film.

Curiosità

Il nome della squadra non viene mai detto nel film, ma i colori sociali (biancorossi) e alcuni particolari sembrano adombrare il Vicenza, archetipo e simbolo delle squadre minori della serie A in quegli anni. Inoltre in un'inquadratura dello stadio è presente la scritta "Pal Zileri", allora sponsor vicentino. Lo stadio all'inizio del film è quello del Vicenza, mentre alla fine è quello dell'Avellino, altra tipica squadra "provinciale" dell'epoca. Molti anni dopo, in un'intervista, Italo Cucci dichiarò che il personaggio di Walter Ferroni fu in parte ispirato alle figure di Italo Allodi e del primo Luciano Moggi.

Voci correlate

Collegamenti esterni