Caesarem appello

espressione latina della prima epoca imperiale

Caesarem appello alla lettera Mi appello a Cesare è la frase, della prima epoca imperiale, con cui il cittadino romano rivendicando tale qualità con l'epressione dicendo civis romanus sum (sono cittadino romano si sottraeva alla giurisdizione del magistrato provinciale e la causa era trasferita a Roma.

San Paolo, proprio per questo si sottrasse al giudizio del governatore che rispose Cesarem appellasti, ad Cesarem ibis (ti appellasti a Cesare, andrai da Cesare) e venne condotto a Roma, processato dal prefetto del pretorio Burro ed assolto.

Il Giurista Paolo in Sententiarum Receptarum libri quinque fa riallacciare l'istituto alla precedente provocatio ad populum dell'età repubblicana e spiega che

«Iulia de vi publica damnatur qui […] civem Romanum antea ad populum + provocationem + nunc imperatorem appellantem necaverit necarive iusserit”.»

(Traduzione libera In base alla legge Giulia colui che è condannato primainvocava la provocatio ad populum ora all'appello all'imperatore.) Con la successiva estensione della cittadinanza romana a tutti i soggetti liberi dell'impero, l'istituto venne a perdere importanza.