itore= | città= | anno=1970, p. 50| id= }} a cura di Stanley Weintraub</ref> fra quelli di cui Wilde si circondò.

Di umili origini, il padre era un falegname, Gray lasciò la scuola a 13 anni.

Non è sicura la data in cui conobbe Wilde in quanto entrambi poi mentirono sul loro incontro, avvenuto almeno nel 1889. Le prove che si hanno dei loro primi rapporti sono una cena di cui fu testimone Frank Liebich[1].

  • Lionel Johnson, che conobbe in occasione di un suo ritorno ad Oxford nel febbraio 1890, per la messa in scena dello Strafford di Browing.

Oscar in seguito descrisse ad un suo amico quell'incontro, raccontandogli che Johnson gli aveva fumato tutte le sue sigarette e confessandogli che si era innamorato di lui.[2]

  • John Barlas, che in passato aveva minacciato di far saltare in aria il Parlamento e che arrestato era stato liberato grazie a Wilde.

Barlas credeva di essere un personaggio della Bibbia. Wilde ne aveva compassione, poiché diceva che la Bibbia era stata causa di mali per l'umanità.[3]

  • Max Beerbohm, che apostrofava Wilde come "divino", mentre Oscar da parte sua lo definiva come la persona che possedeva «l'eterna vecchiezza». Beerbohm scrisse in quegli anni l'opera Happy Hypocrite che trattava di un uomo e della sua maschera: un tentativo d'imitazione dell'opera di Wilde che fu amareggiato da questo episodio.[4] Beerbohm scrisse inoltre un' altra opera, Zuleika Dobson, che ricordava quelle di Wilde.

Altre opere

Nel 1888 Wilde pubblicò Il principe felice e altri racconti, una raccolta di fiabe scritte per i suoi due figli Cyril e Vyvyan.

Erano i tempi della pubblicazione nel 1890 de Il ritratto di Dorian Gray, l'opera che piacque tanto a sua madre,[5] ma poco al pubblico dei lettori, tanto che Constance sosteneva che per quel libro ormai nessuno più li voleva frequentare.[6]

Lionel Johnson scrisse una poesia in latino per celebrare Il ritratto di Dorian Gray che un suo amico, suo cugino, aveva letto almeno 9 volte (forse 14) e che insisté per incontrare Wilde. Lionel acconsentì ad accompagnarlo: fu il primo incontro fra Oscar e Lord Alfred Douglas.

Il ritorno in Francia

Oscar Wilde tornò a Parigi, costituendo «il grande evento dei salotti letterari parigini» come scrisse l'Echo di Paris. Incontrò Émile Zola, l'11 marzo 1891 a Parigi, di cui apprezzò la ricerca quasi ossessiva della documentazione necessaria per scrivere una buona opera,[7] mentre egli, asseriva che era una fatica che lui non avrebbe mai fatto.[8] Durante questi soggiorni consolidò rapporti con molti intellettuali del luogo, i quali era solito intrattenere con aneddoti, racconti e paradossi esprimendosi direttamente in lingua francese. Wilde sapeva parlare solo per apologhi come egli stesso aveva più volte confessato allo stesso André Gide e probabilmente la sua più bella produzione è rimasta solo nella memoria di chi ebbe la fortuna di ascoltarlo. Diversi filoni di studio concordano nel ritenere Wilde molto più brillante come conversatore che non come scrittore.[9].[10]

Volle conoscere anche Marcel Proust, ma riuscì solo a vederlo di sfuggita, e alla fine il suo unico commento sul grande autore riguardò la bruttezza della sua casa.[11] In un incontro a cena con Jean Moréas e con i suoi discepoli Wilde chiese più volte al poeta di recitare qualche verso, ma quello, lodato in continuazione dai suoi ammiratori, rifiutò ogni volta. Questo comportamento stizzì Wilde che se ne andò infuriato.

Quando Wilde ebbe occasione di invitare Moréas e i suoi compagni, fu lui a parlare per tutto il tempo, tanto che Moréas lo definì un rompiscatole, mentre Wilde a sua volta si chiedeva ironicamente se il poeta fosse mai esistito o se fosse solo un mito.[12] Wilde conobbe anche il 24 febbraio 1891 Stéphane Mallarmé, che non appariva mai al pubblico. Mallarmé era amico di Whistler che gli scriveva parlando male di Wilde.[13]

Secondo Wilde, quando Mallarmé riusciva ad essere incomprensibile era perfetto, per questo doveva scrivere solo in francese e non in inglese, una lingua che capiva bene.[14] Oscar non sempre fu accolto amichevolmente come per esempio avvenne con il traduttore delle opere di Wilde Marcel Schwob, che lo descrisse come un accanito consumatore di sigarette egiziane oppiate[15] e d'assenzio,[16]

Oscar lo paragonò metaforicamente a un assassino e molestatore di donne innocenti.[17]

L'incontro con André Gide
André Gide (1869 - 1951)

Il ventiduenne André Gide incontrò Wilde il 26 novembre 1891, e da quel giorno i due iniziarono a frequentarsi quotidianamente.

In occasione di una cena dalla principessa Olga Ouroussoff Gide disse che Wilde emanava una luce.[18] Fra i due non vi fu alcun rapporto amoroso, anche se da alcuni sospettato.

Gide paragonò Wilde al personaggio di Ménalque con il quale descriveva un rapporto che andava oltre l'amicizia ma che non era amore. Wilde dal canto suo disse che amava Gide non per la sua bellezza ma perché, come nel mito del dio Fiume e Narciso, ogni volta poteva vedersi rispecchiato nei suoi occhi.[19]

Il ritorno a Londra

marzo 1892, fotografia scattata dallo studio Alfred Ellis & Walery

Il 22 dicembre 1891 Wilde tornò a Londra per incontrare il fratello che nel frattempo aveva contratto un matrimonio a New York con una ricca 55enne (lui aveva quasi 20 anni di meno) solo per il denaro.[20] Willie poi si riconciliò con la moglie e tornò in America dove riprese a parlare male del fratello: i due non si parlarono mai più.

Alla prima della Lady Windermere Oscar ebbe l'idea che lui e alcuni dei suoi amici dovessero adornare il loro abito con un garofano verde, quasi ad evocare l'appartenenza ad una setta segreta, anche se in realtà quel fiore non significava nulla ma l'importante era farlo credere.[21]

Fu poi la volta del dramma Salomè,[22] che fu però difficile far rappresentare nei teatri. Il dispiacere provato causò a Wilde un peggioramento delle condizioni di salute. I medici lo obbligarono a rinunciare al fumo, consigliandogli una dieta ferrea.

Wilde a casa di Blanche Roosevelt si fece leggere le mani da un noto chiromante dell'epoca (tale Cheiro) che, senza sapere di chi fossero, disse che le mani di Wilde erano come quelle di un re e che la sua mano destra rivelava che a quarant'anni gli sarebbe crollato il mondo addosso e che sarebbe stato esiliato. Egli, da sempre superstizioso, appena ascoltato queste parole abbandonò la casa senza dire una parola.[23]

L'incontro con Alfred Douglas

(inglese)
«I can resist everything except temptation.»
(italiano)
«Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione.»

La storia del rapporto di Wilde con Douglas differisce a seconda di chi la racconta: questi affermò di essere stato assillato dalla corte da parte di Wilde che disse che l'iniziativa era stata tutta di Alfred.

Douglas nel 1892 si presentò a casa di Oscar per chiedere aiuto poiché era oggetto di un ricatto. Oscar, grazie al suo avvocato George Lewis, risolse il tutto.[25] I due cominciarono a frequentarsi ed amarsi, Oscar conobbe la madre di Alfred, Lady Bracknell, e ne fece un personaggio di The Importance of Being Earnest.

Nel novembre 1892 Wilde si accorse che Alfred, il giovane Domiziano come lo chiamava,[26] spendeva senza remore molto denaro che continuava a pretendere quasi per umiliarlo.[27] Il fece conoscere a Wilde il mondo della prostituzione giovanile. Nell'autunno del 1892 fra i due ci fu quasi una gara nell'incontrare questi ragazzi.

Wilde ebbe così modo di avere rapporti con Alfred Taylor (figlio di un industriale), Sidney Mavor (futuro sacerdote), Maurice Schwabe e Freddy Atkins con i quali era come «banchettare con le pantere».[28], Edward Shelley per un breve periodo,[29] e Alfred Wood, di diciassette anni, che lo ricattò ricavandone 30 sterline.

Decadenza e gli amici in pena

Dal 1893 Wilde preferiva alloggiare in albergo per incontrare liberamente e segretamente i giovani dei quali più che i favori, che talora non riceveva, ricercava il clima di ambiguità e di sregolatezza. Dal canto suo a Douglas non interessava nascondersi, entrava dall'entrata principale, voleva far sapere a tutti che era lui il ragazzo preferito da Oscar.[30]

A maggio 1893 Wilde andò ad Oxford per incontrare Alfred e nell'estate dello stesso anno i due soggiornarono in una casa a Goring-on-Thames, dove Oscar conobbe Theodore Wratislaw e il biondo Cyril.[31]

Molti si erano dispiaciuti della situazione in cui si era cacciato Wilde che violava apertamente il "Criminal Law Amendment Act" del 1885 (sezione 1, 1), un emendamento che puniva fino ad un massimo di due anni di reclusione gli uomini che praticavano atti sessuali fra loro.[32]

Max Beerbohm scriveva a Ross di come vedeva l'anima di Oscar ormai persa.[33] Anche John Gray, preferito da Oscar prima di Douglas, ora si sentiva abbandonato[34]

L'amico Pierre Louys andò a trovare Wilde in albergo assieme a Costance che in lacrime pregò il marito di tornare a casa.[35] Wilde rispose alle domande di Pierre dicendo che egli in effetti si era sposato tre volte nella vita, una con una donna e le altre due con degli uomini.[36]

I litigi e l'allontanamento

Oscar Wilde e Lord Alfred Douglas al tempo della loro relazione. Immagine tratta dal libro "Wilde" Jonathan Fryer, p. 85

In questo periodo ci fu il caso di Philip Danney, un sedicenne figlio di un colonnello che si trovava a casa di Robert Ross, che scrisse a Douglas della disponibilità del ragazzo che il sabato andò a letto con Douglas, la domenica con Wilde e il lunedì con una ragazza a spese di Douglas. Quando il giovanetto poi tornò a scuola ingiustificato venne scoperta tutta la faccenda.[37]

Subito il padre si rivolse alla polizia, ma sotto consiglio dell'avvocato e vista la reticenza del ragazzo a fare il nome di Wilde si convinse che era meglio lasciar perdere, poiché anche il figlio rischiava la prigione.[38] Ross scelse allora di andare a Davos per fuggire allo scandalo che la famiglia non gli perdonava.[39]

Dopo un furioso litigio con Oscar, Douglas, come suggerito da sua madre, partì alla volta del Cairo[40] mentre Wilde si nascose a Parigi (aveva anche dato un indirizzo falso per sicurezza) riacquistando una certa serenità ed andando ad applaudire Paul Verlaine uscito da poco dalla prigione.[41]

Nel 1894 Wilde si reca in visita a sua madre, ormai anziana, che avrebbe voluto che Oscar si riappacificasse con il fratello.[42] In questo periodo Wilde scrisse Florentine Tragedy e La Saint courtisane opere rimaste incompiute, e "The Cardinal of Avignon"; riuscì a finire Un marito ideale.

Un'altra importante opera da citare è The Canterville Ghost (Il fantasma di Canterville, 1887) che ha per protagonista una famiglia americana trasferitasi in Inghilterra, dove fa i conti con lo spirito di un uomo malvagio che si aggira per la loro nuova casa; il fantasma vorrebbe a tutti i costi spaventarli, ma non ci riesce. Il ritorno di Douglas pose poi fine alla sua voglia di scrivere.

In questi tempi aveva ritrovato anche la disponibilità verso il prossimo dei tempi passati: aiutò la madre di Nelly Sickert vedova del marito che aveva rifiutato più volte di incontrarlo ma alla quale egli fece riacquistare il sorriso.[43]

Sono rimaste prove di una lettera anonima che ringraziò Wilde per avergli salvato la casa;[44] Edgar Saltus racconta che fu avvicinato da un uomo mezzo nudo al quale Wilde donò il suo cappotto.[45]

Gertrude Pearce, l'istruttrice del figlio di Wilde Vyvyan[46] racconta dei mille modi con cui Wilde le fu d'aiuto.

I processi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Oscar Wilde (i processi).

Gli eclatanti avvenimenti che segnarono la sua vita e che lo videro come scandaloso protagonista per l'opinione pubblica dei benpensanti connazionali riguardarono i processi che Wilde dovette subire alla cui descrizione in modo particolareggiato si rimanda nella apposita voce dedicata ai processi subiti da Wilde.

La prigionia

Condannato molto severamente al massimo della pena prevista Wilde, in divisa da carcerato, fu trasferito alla prigione di Holloway e da lì a Pentonville dove doveva scontare almeno 3 mesi della condanna prima che gli fosse concesso un qualunque contatto con l'esterno.

Lavorava 6 ore al giorno ad un mulino a ruota. Dormiva senza materasso, conobbe fame, insonnia e malattia (diarrea). Gli stessi secondini, pur sostenendo che il prigioniero fosse in perfetta salute, provavano pena nel vedere le condizioni del detenuto che era dimagrito di 10 chili.[47]

Le visite

Richard Burdon Haldane era un membro della commissione di indagine delle carceri che visitò Wilde il 12 giugno 1895.[48] In quell'occasione Oscar chiese ed ottenne da Haldane 15 libri da leggere.[49]

Il 4 luglio Oscar venne trasferito a Wandsworth, dove venne a fargli visita il fratello di Constance Otho Holland, avvertendolo che Costance stava pensando di procedere alla causa di divorzio contro di lui[50] e che se non voleva perdere la famiglia doveva far qualcosa. Wilde si convinse a concedere il divorzio a patto che la moglie andasse a vivere in America.[51]

Il 26 agosto Oscar fu visitato da Robert Sherard, che sebbene avesse il permesso di portare una persona con sé non trovò nessuno che volesse accompagnarlo. Stavano per essere rese pubbliche da Douglas, altre lettere compromettenti. Sherard fu incaricato da Oscar di impedirglielo ma Douglas minacciò d'ucciderlo.[52]

Il 21 settembre 1895 Wilde incontra Constance che, anche se aveva cambiato il suo cognome in Holland, gli promise che lo avrebbe aspettato dopo l'uscita di prigione, .[53] Sia a Londra (da More Adey) che a Parigi, si firmavano con scarso successo petizioni che chiedevano una diminuzione della pena per Wilde. Émile Zola, Victorien Sardou e Jules Renard rifiutarono di aderire.[54]

Durante i primi tempi di prigionia Wilde cadde ferendosi all'orecchio destro, per questo fu ricoverato due mesi nell'ospedale della prigione dove veniva deriso dai secondini.[55] Il 21 novembre venne trasferito al Reading Gaol,[56] dove tra le consuete sofferenze ebbe modo d'incontrare la vera amicizia.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Oscar Wilde al Reading Gaol.

Di nuovo libero

Uscì il 19 maggio 1897, riuscendo ad evitare i giornalisti, accompagnato da Adey e Stewart Headlam, si recò a casa loro su una carrozza. Decise di chiedere asilo per mesi a dei gesuiti di Farm Street che rifiutarono di accoglierlo.[57] S'imbarcò per Dieppe dove Reggie Turner e Ross lo attendevano.

Wilde, pur in contatto epistolare con Douglas, scrisse alla moglie, ancora legalmente sposata con lui, per riconciliarsi ma Costance non cedette.[58]

Altri invece, come Fritz von Thaulow, furono felici di passare del tempo con lui. Il marchese Queensnerry non si sentiva tranquillo e faceva pedinare Wilde che scoperto di essere osservato lasciò la città per Berneval dove molti gli fecero visita: Lugné-Poè, Ernest Dowson, Charles Conder, Dalthousie Young, André Gide, Charles Wyndham, Fernand Xau e Leonard Smithers.

A Napoli

Incontrato di nuovo "Bosey" (Alfred Douglas) andò con lui a Napoli soggiornando alla villa del Giudice (Via Posillipo 37),[59]. Vide Eleonora Duse e le inviò una copia della Salomè che l'attrice ricevette con piacere.[60]

Constance venne a sapere del rinnovato rapporto di Wilde con Douglas e gli scrisse per convincerlo a lasciare definitivamente il suo amante, ma Oscar le rispose che era a causa sua se aveva ripreso il passato tenore di vita.[61] Constance e Lady Douglas allora usarono il ricatto del denaro poiché sia Douglas che Wilde non avevano alcun reddito se non quello che ricevevano dalle due donne. I due furono così costretti prima a vivere in due case separate, poi a lasciarsi definitivamente.[62]

Wilde così poté ricevere 200 sterline dalla moglie che continuava a volergli bene.[63]

La povertà

Incapace di continuare a scrivere e sempre a corto di denaro Wilde avvicinava chiunque parlasse inglese per scroccare da mangiare.[64]

Chiese del denaro al suo traduttore Henry Davray e per ottenerlo gli offrì una copia con dedica di The Duchess of Malfi di Webster.[65] Frédéric Boutet lo vide nel luglio del 1899 sotto la pioggia in un bar che stava per chiudere ma Oscar non se ne andava perché non aveva denaro per saldare il conto.[66]

Anche quando tornò a frequentare Douglas i soldi gli mancarono: una volta prese un mezzo pubblico chiedendo se qualcuno gli potesse pagare il biglietto. I presenti rifiutarono di aiutarlo e fu obbligato a scendere e a prendere una carrozza, sicuro che Alfred avrebbe pagato la corsa.[67]

Arrivò quasi a derubare una cantante lirica, Nellie Melba. Avvicinatosi a lei barcollante, le disse «Sono Oscar Wilde e sto per fare una cosa terribile. Sto per chiederle dei soldi», la donna in preda al panico gli diede tutto quello che aveva.[68]

Un'altra volta Ellen Terry lo vide affamato davanti ad una pasticceria, osservando come per la fame che provava si mordesse le mani.[69] Ridotto senza denti anteriori e senza dentiera, venne riconosciuto da pochi suoi vecchi amici, fra cui Bodley e Emma Calvé,[70] ai quali raccontò di essersi ridotto in quel modo per il rifiuto di un monastero a cui tempo prima aveva chiesto asilo.

La fine

 
Particolare dei "baci" impressi sulla tomba di Wilde.

Trasferitosi a Parigi, completò The Ballad of Reading Gaol. L'opera appena pubblicata si rivelò un successo, Wilde inviò numerose copie con dediche ai suoi conoscenti: ne ricevette una anche la moglie, ma senza dedica; la donna trovò lo scritto meraviglioso.[71] Constance morì a 40 anni dopo un'operazione chirurgica alla schiena il 7 aprile del 1898.

Si narra che Wilde l'avesse sognata il giorno prima della morte dicendole "vattene, lasciami in pace".[72] Nel maggio 1898, per cause sconosciute, Wilde venne operato alla gola.

Nel giro di due anni morirono anche Beardsley il 16 marzo 1898 (aveva venticinque anni), Dowson il 23 febbraio 1900 e suo fratello Willie, il 13 marzo 1899. Dopo la morte di Beardsley raggiunse il suo amico Frank e nel dicembre 1898 risiedeva all'Hotel des Bains di La Napoule vicino Cannes. In quell'occasione, parlando con il suo amico, disse che mentre lui soleva vantarsi di aver conosciuto Balfour, Balfour stesso si vantava di aver conosciuto Wilde.[73]

Viaggiando fece sosta a Genova nel cimitero di Staglieno dove si trovavano seppellite ai piedi di una collina le spoglie di Constance,[74] solo in seguito fu aggiunta una scritta che ricordava di chi fosse stata la moglie. Per poco tempo andò a vivere da Mellor Gland in Svizzera, ma stanco di vedersi rifiutata ogni richiesta di prestito decise di ripartire quasi subito: si recò prima a Santa Margherita dove Ross lo salvò dai debiti che aveva contratto, poi a Parigi all'hotel Marsollier, dove venne obbligato a non consumare alcool per 6 mesi.

Fra i tanti viaggi che ancora fece incontrò a Fontainebleau lo scienziato Peter Chalmers Mitchell che gli fece un invito a cena, che Wilde rifiutò per non fargli fare una brutta figura, poiché sapeva di non essere ben accetto.[75] Viaggiò di nuovo in Italia dove ebbe la benedizione di Papa Leone XIII sei volte nel giro di poco tempo e disse che grazie a ciò era guarito il suo esantema. In quei giorni incontrò anche John Gray. Harris scrisse al posto di Wilde la sua opera Mr. and Mrs. Daventry, i cui proventi pagarono i debiti di Oscar.

Il 31 gennaio 1900 Queensberry morì lasciando ad Alfred 20.000 sterline, di quella somma non diede neanche un penny a Wilde.[76] In quei giorni Wilde frequentava vari caffè letterari, ove incontrò Anna de Brémont alla quale disse:

(inglese)
«I wrote when I did not know life; now that I do know the meaning of life, I have no more to write. Life cannot be written; life can only be lived»
(italiano)
«Ho scritto quando non conoscevo la vita. Ora che so il senso della vita, non ho più niente da scrivere. La vita non può essere scritta: la vita si può soltanto vivere»

Malato di nevrastenia o di avvelenamento da cozze, come sosteneva lo stesso Wilde, soffriva di un forte prurito e si doveva continuamente grattare le varie chiazze sul corpo. Il medico, che secondo Ross tardò nella corretta diagnosi, lo visitò 68 volte.[79]

Rimase confinato a letto dal settembre del 1900 e venne operato per una paracentesi del timpano (o forse per asportazioni di polipi) ,[80] A mezzogiorno del 29 ottobre si alzò dal letto, dopo pranzo passeggiò con Ross e al bar bevve dell'assenzio.[81]

Il giorno dopo peggiorò, per un'otite media probabilmente dovuta alla sifilide terziaria, una malattia che si era manifestata molti anni prima.[82] Morfina, oppio e cloralio gli venivano somministrati per alleviare il dolore, ma beveva champagne ogni giorno. La vecchia suppurazione dell'orecchio destro peggiorò, a novembre l'infiammazione arrivò al cervello causando una meningoencefalite.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Oscar Wilde e la religione.

Wilde, che non riusciva più a parlare, alzando due volte la mano in risposta fece capire a Ross che voleva vedere un prete per convertirsi.[83]

Il giorno dopo, il 30 novembre, in Rue des Beaux-Arts 13, all'età di 46 anni, dopo aver vomitato sangue, Oscar Wilde morì alle 14.00.[84] "Nel mentre della morte uscì del siero da ogni orificio."[85]

Il funerale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Wilde esteta socialista.
(inglese)
«And alien tears will fill for him
Pity's long-broken urn,
For his mourners will be outcast men,
And outcasts always mourn»
(italiano)
«Lacrime sconosciute riempiranno
l'urna della Pietà per lui. Avrà
i lamenti degli uomini esiliati,
per gli esiliati esiste solo il pianto.»

Dupoirier accudì il cadavere, Dunne riempì la bara con icone cattoliche e da Gilbert venne fatta una foto con il flash. Quattro carrozze seguirono il carro funebre. Wilde disse una volta ad André Gide:

«Volete sapere qual è stato il grande dramma della mia vita? È che ho messo il mio genio nella mia vita; tutto quello che ho messo nelle mie opere è il mio talento.»

Ciò che rimase di Wilde fu prima seppellito nel cimitero di Bagneaux. Nel cimitero di Bagneaux, sulla sua tomba, gli amici, che nonostante tutto gli erano rimasti fedeli anche negli ultimi difficilissimi anni, avevano fatto costruire un modesto monumento su cui avevano fatto incidere la frase (tratta dal libro di Giobbe): "Nulla osavano aggiungere alle mie parole, e su di loro stillava goccia a goccia il mio discorso".

Dal 1909 le sue spoglie riposano al cimitero di Père Lachaise, sotto un imponente monumento costruitogli da Jacob Epstein, raffigurante una sfinge. Il trasporto avvenne a cura della signora Carew, madre di Sir Coleridge Kennard.

Morto Ross le sue ceneri vennero sepolte nella stessa tomba di Wilde. Negli anni, numerose estimatrici di Oscar Wilde si sono succedute dinnanzi a questo monumento lasciandovi, come traccia del loro passaggio, impronte di baci.

  1. ^ Rudolf Von Frank Liebich, Unpublished memoir, Clark.
  2. ^ Lionel Johnson, lettera ad Arthur Galton del 18 febbraio 1890 (tenuta a Hart-Davis)
  3. ^ aveva fatto come riportato in Henry Hyde Champion, Wilde As I Saw Him, Book Lover, dicembre 1914, pp. 244-245.
  4. ^ Jean Paul Leverson, Raymond, Oscar Wilde, Recollections, London, Nonesuch Press, gennaio 1932, p. 42.
  5. ^ Lady Wilde lettera a Wilde, giugno 1898
  6. ^ David Bispham, A quaker Singer's Recollections, New York, 1920, p. 150.
  7. ^ Robert Sherard, Aesthete and Realist Morning Journal del 22 marzo 1891
  8. ^ in Max Beerbohm, Oscar Wilde in Anglo-American Times del 25 marzo 1893
  9. ^ in Richard Ellmann, Oscar Wilde una biografia, Milano, Rizzoli, 1993.
  10. ^ Molti di questi apologhi ritenuti da sempre perduti sono stati raccolti in un volume intitolato "Le parole del giglio" pubblicato in Italia dalla Verba Volant edizioni nel novembre 2010.
  11. ^ Tale commento fu udito dai suoi genitori mentre Wilde osservava la casa aspettando il ritorno di Proust Julian Philippe, Oscar Wilde, Paris, 1967, p. 246.
  12. ^ Stuart Merrill, Prose et vers: oeuvres posthumes, Paris, 1925, pp. 142-145.
  13. ^ Le varie lettere di Whistler sono state raccolte in C.F. Barbier, Corriespondance, Paris, 1962, pp. 98-99.
  14. ^ Gédéon Spilett in Gil Blas del 2 novembre 1897
  15. ^ Barbara Belford, Oscar Wilde: A Certain Genius, Random House, 2000, p. 185, ISBN 978-0-8129-9261-8.
  16. ^ L'assenzio verrà poi vietato nella Svizzera nel 1908, negli USA nel 1912 in Francia nel 1915 me non in Britannia Phil Baker, The Book of Absinthe: A Cultural History, Grove Press, 2001, p. 30, ISBN 978-0-8021-3993-1.
  17. ^ Pierre Champion, Marcel Schwob et son temps, Paris, 1927, p. 99.
  18. ^ E. H. Mikhail, Oscar Wilde: Interviews and Recollections, Barnes & Noble, 1979, p. XX.
  19. ^ André Gide, Oeuvres complètes, Paris, 1932-1939, vol. III, pp. 476-477.
  20. ^ Pearson Hesketh, The Pilgrim daughters, London, 1961, p. 185.
  21. ^ Robertson Graham, Time was, London, 1931, p. 135.
  22. ^ Per l'opera lirica che Richard Strauss ricavò da questo dramma vedi Fausto Cercignani, Il tetrarca, la vergine e il profeta nel dramma di Oscar Wilde e nel libretto di Richard Strauss, in «Salome» di Richard Strauss, a cura di F. Degrada, Milano, Edizioni del Teatro alla Scala, 2002, pp. 81-109. Il saggio si trova anche in Studia theodisca IX, Milano, 2002, pp. 171-192.
  23. ^ Conte Louis (Cheiro) Hamon, Cheiro memoirs. The Reminiscences of a Society Palmist, Philadelphia, 1913, pp. 152-153.
  24. ^ Oscar Wilde, Detti e Aforismi, Milano, BUR, 20045. ISBN 978-88-386-3917-3
  25. ^ George Lewis pagò il ricattatore 100 sterline per avere il materiale con il quale lo ricattava come in Brian Roberts, The Mad Bad Line: The Family of Lord Alfred Douglas, Philadelphia, H. Hamilton, 1981, p. 155, ISBN 978-0-241-10637-2.
  26. ^ Gary Schmidgall, The Stranger Wilde, London, Dutton, 1994, p. 302, ISBN 978-0-525-93763-0.
  27. ^ Dal "Daily Telegraph" del 18 aprile del 1913
  28. ^ Bernard J. Taylor, Feasting with Panthers, iUniverse, 2004, p. 1, ISBN 978-0-595-31294-8.
  29. ^ H. Montgomery Hyde, Trails of Oscar Wilde, Paris, 1928, p. 298, ISBN 978-0-486-20216-7.
  30. ^ André Gide, Oeuvres complètes, Paris, 1932-1939, vol. III, pp. 30-33.
  31. ^ Jarlath Killeen, The Fairy Tales of Oscar Wilde, 2007, p. 109, ISBN 978-0-7546-5813-9.
  32. ^ Emesso dalla regina esso riguardava solo gli atti compiuti fra gli uomini, quando gli fu chiesto il motivo dell'esclusione delle donne per quanto riguarda atti sessuali con lo stesso sesso la regina rispose che le donne non fanno cose del genere come in Herbert F . Tucker, A Companion to Victorian Literature and Culture, Blackwell Publishing, 1999, p. 418, ISBN 978-0-631-21876-0.
  33. ^ Max Beerbohm, lettera a R. Ross (il testo lo si ritrova ad opera di Hyde)
  34. ^ Fu corteggiato in seguito da Marc André Raffalovich, un uomo che ebbe molti dissapori con Wilde
  35. ^ George Percy Jacomb Hood, With Brush And Pencill, London, 1924, p. 116.
  36. ^ Dianne Jacomb, Journal, Paris, 1956, opera in 4 volumi, IV volume, p. 395.
  37. ^ Trevor Fisher, Oscar and Bosie: A Fatal Passion, London, Sutton, 2002, p. 67, ISBN 978-0-7509-2459-7.
  38. ^ Jonathan Fryer, Andre and Oscar: The Literary Friendship of Andre Gide and Oscar Wilde, London, 1998, p. 82, ISBN 978-0-312-30387-7.
  39. ^ G.T. Atkinson, Oscar Wilde at Oxford, London, "Cornhill Magazine", LXVI, 1895 (9 gennaio), p. 561.
  40. ^ William Freeman, The Life of Lord Alfred Douglas: Spoilt Child of Genius, London, H. Joseph, 1948, p. 94.
  41. ^ Come ci racconta Emma Calvé, My Life, London, 1922, pp. 97-98
  42. ^ Lady Wilde lettera a Wilde del 29 marzo 1894
  43. ^ Richard Ellmann, Oscar Wilde, Vintage Books, 1998, p. 412, ISBN 978-0-394-75984-5.
  44. ^ La lettera del 28 aprile 1891 risiede a Clark
  45. ^ Edgar Saltus, Wilde: An Idler's Impression, Chicago, 1914, p. 18, ISBN 978-1-58617-026-4.
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