Francesco Anfossi
Francesco Anfossi (Nizza Marittima, 1819 – Nizza Marittima, 1870 ca.) è stato un patriota italiano.
Biografia
Francesco Anfossi, ufficiale effettivo dell'esercito piemontese, combatté nella Prima guerra di indipendenza italiana come volontario alla testa dei "Cacciatori Volontari della Morte" da lui organizzati, mentre il fratello Augusto fu uno dei primi caduti delle Cinque Giornate di Milano (la formazione dei Volontari della Morte fu perciò anche conosciuta come Reggimento Augusto Anfossi) [1].
Durante la prima guerra di indipendenza italiana la formazione di Anfossi, che nel complesso diede una pessima prova di disciplina e combattività, pessima la definì il prode Luciano Manara[2], fu aggregata dapprima ai Corpi Volontari Lombardi del generale Michele Allemandi e in seguito al Corpo di Osservazione del Tirolo del generale Giacomo Durando affrontando gli austriaci il 22 maggio a Ponte Caffaro[1].
Il colonnello Anfossi accusato di "aver fatto esportare dal palazzo Lodrone bauli carichi di oggetti di valore", malversazione dei fondi del suo reparto e incitamento all'insubordinazione della truppa posta al suo comando, fu arrestato il 27 luglio per ordine del comandante dell'esercito lombardo, Teodoro Lechi. Tradotto presso il carcere del castello Sforzesco di Milano fu liberato il 7 agosto in seguito all'occupazione della città da parte degli austriaci. Il procedimento giudiziario a suo carico non ebbe più seguito a causa dei mutati eventi politici-militari, ma Francesco Anfossi fu escluso dall'esercito piemontese nonostante il ricorso presentato presso la camera dei deputati del Regno[3]. A guerra conclusa, Anfossi con il memoriale: "Memorie sulla compagna di Lombardia dal 1848", edito nel 1851, cercò di difendere il suo operato nel corso della campagna del Trentino.
Nel 1859 Anfossi tentò ancora una volta senza successo di prendere servizio nei Cacciatori delle Alpi e, in seguito, nei costituendi Cacciatori della Magra. Nel 1860 prese parte alla Spedizione dei Mille, capitano al comando la 5ª Compagnia, ma fu congedato subito dopo lo sbarco in Sicilia accusato di vigliaccheria in quanto durante un assalto nel corso della battaglia di Calatafimi si sarebbe nascosto al riparo di una casa.[1] Fu perciò estromesso dal corpo da Giuseppe Garibaldi e privato della pensione e medaglia commemorativa de I Mille. Negli anni successivi visse miseramente tra Torino e Nizza Marittima spegnendosi quindi in quest'ultima città.[1]
Scritti
- Francesco Anfossi, Memorie sulla compagna di Lombardia dal 1848, 1851.
Note
- ^ a b c d Dizionario del Risorgimento naz.
- ^ Luciano Manara, Lettere di Luciano Manara a Fanny Bonacina Spini, 1939.
- ^ Francesco Anfossi, Memorie sulla compagna di Lombardia dal 1848, 1851.
Bibliografia
- Profili dei personaggi menzionati in G. Bandi I Mille - Un toscano a fianco di Garibaldi Edizioni Polistampa, Firenze 2010.
- G. De Orestis, Anfossi Francesco (JPG), in Dizionario del Risorgimento nazionale. Dalle origini a Roma capitale. (Vol. II, I personaggi), Milano, Casa Editrice Dottor Francesco Vallardi, 1931, pp. 71.
- Ferdinando Augusto Pinelli, Storia militare del Piemonte,
- Agostino Perini, Statistica del trentino, vol. 1, Trento 1852.
- Davide Besana, Storia della rivoluzione di Milano nel 1848, 1860.
- Federico Odorici, Storie bresciane, vol XI, Brescia 1856.
- Emilio Dandolo, I volontari e i Bersaglieri Lombardi, 1860.
- Carlo Moos, Intorno ai volontari lombardi del 1848, in Il Risorgimento, Milano 1984.
- Luciano Manara, Lettere di Luciano Manara a Fanny Bonacina Spini, 1939.