Transnistria

autoproclamato Stato indipendente nella Moldavia orientale, a riconoscimento internazionale limitato
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La Transnistria[2], Transdniestria o, secondo l'espressione russa, Pridnestrovie[3] è uno stato indipendente de facto non riconosciuto a livello internazionale, essendo considerato de jure parte della Repubblica di Moldavia: è governato da un'amministrazione autonoma con sede nella città di Tiraspol.

Transnistria
Transnistria - Localizzazione
Transnistria - Localizzazione
Territorio a status conteso
Motivo del contenziosoRepubblica autoproclamatasi indipendente dal 2 settembre 1990
Situazione de factoterritorio sotto tutela russa;[1] rivendicato dalla Moldavia
Posizione della Repubblica Moldava di Transnistria
Dichiarazione d'indipendenza2 settembre 1990
Nome completoRepubblica Moldava di Pridnestrovie
Nome ufficiale(RO) Republica Moldovenească Nistreană;
(RU) Приднестрóвская Молдáвская Респýблика (Pridnestrovkaja Moldavskaja Respublika);
(UK) Придністровська Молдавська Республіка (Prydnistrovs'ka Moldavs'ka Respublika)
GovernoRepubblica presidenziale
Capo di StatoYevgeny Shevchuk
Capo del governoPyotr Stepanov
Riconoscimenti internazionaliAbcasia e Ossezia del Sud (dal 2006)
Posizione della Moldavia
Sintesi della posizionenon riconoscimento dell'indipendenza; rivendicazione dell'intero territorio come parte integrante dello Stato
Nome completoUnità amministrativa territoriale di Transnistria
Nome ufficiale(RO) Unităţile Administrativ-Teritoriale din Stînga Nistrului
Suddivisione amministrativaRegione autonoma
Informazioni generali
Linguarusso, rumeno e ucraino (ufficiali)
Capitale/CapoluogoTiraspol
Area3.567 km²
Popolazione555.500 ab. (2004)
Densità155,73 ab./km²
ContinenteEuropa
Fuso orarioUTC+2
ValutaRublo transnistriano (de facto)
TLD.md (de iure, comune con la Moldavia)
Prefisso tel.+373
Sigla autom.MD (de iure, comune con la Moldavia)
Transnistria - Mappa
Transnistria - Mappa

La regione, precedentemente parte della della Repubblica socialista sovietica moldava (una SSR delle ex repubbliche dell'Unione Sovietica), ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza come Repubblica Moldava di Pridnestrovie il 2 settembre 1990. Dal marzo al luglio 1992 la regione è stata interessata da una guerra che è terminata con un cessate il fuoco garantito da una commissione congiunta tripartita tra Russia, Moldavia e Pridnestrovie, e la creazione di una zona demilitarizzata tra Moldavia e Pridnestrovie comprendente 20 località al di qua e al di là del fiume Nistro.

Nome

Il nome della regione deriva dal nome del fiume Nistro a dipendenza dal lato di vista: la Transnistria o Pridnestrovie è infatti un'area posta sulla sponda orientale del fiume. In italiano sarebbe coretto il termine Cisnistria per la regione geografica anche se generalmente è conosciuta col suo nome rumeno Transnistria oppure talvolta Transdniestria. L'unico nome formale, sancito dalla Costituzione della Repubblica indipendente è Приднестровская Молдавская Республика (Pridnestrovskaja Moldavskaja Respublika) in russo, Република Молдовеняскэ Нистрянэ (Republica Moldovenească Nistreană) in rumeno, Придністровська Молдавська Республіка (Pridnistrovs'ka Moldavs'ka Respublika) in ucraino. L'abbreviazione usata dalle autorità è quella in lingua russa, ossia PMR (ПМР).

Il nome breve utilizzato localmente è Pridnestrovie (traslitterazione del russo Приднестровье). Nel 2000 un editto presidenziale ha sancito che la traslitterazione ufficiale del nome in caratteri latini sia Pridnestrovie[3] (seguendo un uso parzialmente difforme rispetto alle traslitterazioni scientifiche del cirillico). Da un punto di vista etimologico i nomi derivano da varianti del termine Transnistria inteso come "oltre il fiume Nistro", Pridnestrovie, significa infatti "presso il fiume Nistro".

Storia della Transnistria

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Transnistria.

Fino al XX secolo

La regione era popolata nell'antichità da Geti/Daci e da popolazioni iraniche. Subentrarono i romani e alla fine del medioevo vi si trovavano tribù slave in movimento verso la penisola balcanica, nomadi turchi e pastori rumeni. Fu sotto il controllo della Rus' di Kiev e del Granducato di Lituania; nel XV secolo l'area finì sotto il controllo dell'Impero Ottomano. A quel tempo, la popolazione era scarsa, di etnia mista moldavo-rumena e ucraina, con presenza di nomadi tartari.

Alla fine del XVIII secolo ci fu la colonizzazione della regione da parte dell'Impero Russo, con lo scopo di difendere i propri confini di sud-ovest. La conseguenza fu una consistente immigrazione di ucraini, russi e tedeschi.

La Transnistria nell'ambito dell'Unione Sovietica

Nel 1918 il Direttorato di Ucraina (a quel tempo indipendente) proclamò la sua sovranità sulla parte sinistra del fiume Nistro. A quel tempo, la popolazione era per il 48% moldavo-rumena, 30% ucraina e 9% russa. Un terzo della regione (la parte attorno alla città di Balta, oggi con maggioranza ucraina) fa parte dell'Ucraina. La regione divenne poi l'Oblast' Autonomo di Moldavia nell'ambito della RSS (Repubblica Socialista Sovietica) di Ucraina. L'entità fu trasformata in Repubblica Autonoma Moldava (RSS a sua volta), con capitale Balta, nel 1924. La maggioranza della popolazione era di madrelingua rumena e nelle scuole s'insegnava perciò la lingua rumena usando l'alfabeto cirillico.

La RSS (Repubblica Socialista Sovietica) di Moldavia fu istituita da una decisione del Soviet Supremo dell'URSS il 2 agosto 1940. Era formata da due parti: una buona parte della Bessarabia, sottratta alla Romania il 18 giugno a seguito del patto Molotov-Ribbentrop, dove la maggioranza della popolazione era di lingua rumena; e la parte occidentale della preesistente Repubblica Autonoma Moldava, mentre la parte orientale, con la precedente capitale Balta, era annessa alla RSS di Ucraina.

Nel 1941 le truppe rumene, all'inizio dell'Operazione Barbarossa, ripresero la Bessarabia ma continuarono l'avanzata oltre il confine storico lungo corso del Nistro. La Romania annesse poi ad interim l'intera regione tra il Nistro e il fiume Bug meridionale dove era presente una consistente minoranza romena, includendo la città portuale di Odessa, che attualmente fa parte dell'Ucraina. L'Unione Sovietica riguadagnò l'area nel 1944 quando l'Armata Rossa penetrò nel territorio facendo indietreggiare le Potenze dell'Asse.

La RSS Moldava fu oggetto di una politica di sistematica russificazione, ancor più dura di quella del periodo zarista. Il cirillico divenne la scrittura ufficiale della lingua moldava nella repubblica, mentre il russo era la lingua di comunicazione interetnica.

La maggior parte delle industrie che furono create nella RSS di Moldavia allo scopo di attirare immigrati dal resto dell'URSS, era concentrata nella Transnistria, mentre la parte della Moldavia a ovest del Nistro manteneva un'economia prevalentemente agricola. Nel 1990, la Regione della Transnistria rappresentava il 40% del PIL moldavo e produceva il 90% dell'energia elettrica dell'intera repubblica moldava.

La 14ª armata dell'esercito russo, che aveva sede in a Tiraspol, rimase anche dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica per salvaguardare il loro più importante arsenale e deposito di munizioni in Europa. Il governo di Mosca avviò negoziati con le repubbliche di Moldavia, Pridnestrovie ed Ucraina per trasferire i diritti sul materiale militare alla Russia.

L'indipendenza de facto

 
Igor Smirnov.

Durante gli ultimi anni ottanta, la perestrojka di Michail Gorbačëv permise la liberalizzazione politica a livello regionale. L'incompleta democratizzazione era preliminare per il nazionalismo che diventava la principale dinamica forza politica. Qualche minoranza politica si oppose a questi cambiamenti nella classe politica della Repubblica moldava, dato che dal tempo dei Soviet i politici locali erano stati spesso dominati dai non-rumeni, particolarmente da russi.

Le leggi sulla lingua introdussero l'alfabeto latino per la scrittura moldava, sebbene una significativa porzione della popolazione non-rumena della RSS di Moldavia non parlasse il rumeno. Il problema delle lingue ufficiali nella Repubblica Moldava divenne un nodo gordiano. L'abolizione del russo come lingua ufficiale ha portato a grandi proteste, in particolare nella parte orientale del paese, nella Regione della Transnistria e Prodnestrovie di oggi, dove il russo era la lingua della maggioranza della popolazione. Nel periodo successivo vi era sempre più discriminazione contro le minoranze della Moldavia. Nella Regione della Transnistria e nella regione della Gagauzia diversi gruppi per i diritti civili, avevano fatto richiesta per una re-introduzione del russo come lingua ufficiale e l'autonomia regionale. Il governo repressivo della SSR moldava allora iniziò anche a vietare questi movimenti.[4] Le tensioni tra i gruppi etnici Moldavi si inasprò poi drammaticamente all'inizio del 1990 dove cittadini membri della comunità russa del parlamento sono stati aggrediti da alcuni manifestanti, mentre la polizia moldava guardava passivamente.[5] Parti del Frontul Popular nazionalista chiese apertamente l'espulsione di immigrati russi e delle altre minoranze etniche.[6] Il Presidente moldavo Mircea Ion Snegur discusse pubblicamente il suo obiettivo di unificazione con la Romania.

Nella Regione Transnistria della Moldavia, tuttavia, i gruppi di popolazione di lingua russa (russi, ucraini, moldavi e altri di lingua russa) erano nella maggioranza e visero i propri diritti minacciati da parte della nuova, politica nazionalista in Moldavia. La leadership locale nella zona della Transnistria e Pridnestrovie di oggi organizzò un referendum popolare nel 1990, nel quale risultato una maggioranza di oltre il 90% degli elettori votarono per la secessione dal resto della Moldavia.[7] In seguito al esito della votazione popolare la Regione della Transnistria dichiarò il 2 settembre 1990 unilateralmente la secessione e la formazione della nuova Repubblica Sovietica Pridnestrova di Moldavia. Inizialmente si persegui l'obiettivo di essere riconosciuti come una repubblica sovietica indipendente all'interno dell'Unione Sovietica. Dopo il fallimento del colpo di stato nel Agosto del 1991, la disintegrazione dell'Unione Sovietica fu inarrestabile. Il 24 agosto 1991 il parlamento della SSR moldava votò Sì per la dichiarazione di definitiva indipendenza dall'Unione Sovietica e costituzione della nuova Repubblica di Moldavia, il cui territorio includeva la Regione della Transnistria.. La leadership della nuova Repubblica di Moldavia cominciò apertamente a perseguire la sua politica nazionalista e attuare in pratica il suo piano di unificazione della Moldavia con la Romania.

Un giorno dopo, il 25 agosto 1991, anche nell'ex regione della Transnistria che era divenuta Repubblica Sovietica Pridnestrova di Moldavia il Soviet Supremo adottò a loro volta una dichiarazione di piena indipendenza dalla costuitasi nuova Repubblica di Moldavia. L'obiettivo anche qui è stato la costruzione di un proprio stato, e qualsiasi rimanenza con la nuova Repubblica di Moldavia fu respinta visto anche la votazione antecedente.

Questo fastidio verso le nuove politiche era manifestato in maniera più visibile nella Regione della Transnistria, dove i centri urbani come Tiraspol avevano una maggioranza slava e una significativa presenza di immigrati russi. Secondo il censimento nel 1989, la popolazione nella Regione della Transnistria era composta per il 39,9% da moldavo/rumeni, per il 28,3% da ucraini, per il 25,4% da russi e per il 1,9% da bulgari.

 
I simboli sovietici sono ancora utilizzati in Transnistria.

Il parlamento moldavo chiese al Governo dell'URSS in di "iniziare le negoziazioni con il Governo moldavo e porre fine all'occupazione illegale della Repubblica della Moldavia e ritirarsi dal territorio moldavo", ritirando la 14ª armata da Tiraspol.

La Moldavia tuttavia, continuò a considerare la Regione dell'ex Transnistria come parte del proprio territorio, pur avendo avuto poco reale influenza nella stessa. La Moldavia iniziò a costruire un proprio esercito e ricevette sostegno dalla Romania.[8] Il 1 ° Marzo 1992 ebbe inizio una guerra su scala limitata tra la Repubblica della Moldavia e la Repubblica Moldava di Pridnestrovie. Sul lato della Repubblica della Repubblica della Moldavia combatterono anche numerosi volontari provenienti dalla Romania, mentre sul altro lato la Guardia Repubblicana formata per lo più da civili e da volontari Russi e vicina Ucraina ebbe il successivo appoggio delle forze della 14ª armata che rimase agli ordini del generale Aleksandr Ivanović Lebed, come già accaduto nel novembre 1990 a Dubossary (russo: Дубоссáры, rumeno: Dubăsari). L'esercito moldavo, cosi trovandosi in posizione di successiva inferiorità numerica e di armamenti, fu sconfitto con rilevanti perdite. Nel giugno 1992 le forze Repubblicane e della 14ª armata attraversarono il fiume Dniestr e occuparono la città di Bendery (in rumeno Tighina), situata sulla sponda occidentale del fiume; l'evento è ricordato in come Massacro di Bendery ove molte vittime civili furono causate dal fuoco delle artiglierie Moldave anche contro gli edifici civili.[9] I racconti dei testimoni oculari e le immagini tv sono incredibilmente simili a quelli che da mesi arrivano dalla Jugoslavia. E a volte, appaiono perfino più terribili, coi volti trasformati dall' odio e dalla violenza dei combattimenti, e le sagome dei carri armati e dei bombardieri, pronti a scattare al primo comando sugli immensi territori della Russia, del Caucaso e dell' Ucraina. Il reporter di radio Tiraspol, la capitale della regione ribelle del Dnestr, ha raccontò con voce concitata che la nuova offesiva moldava era scattata alle 23:00 in punto del 21 luglio 1992, poco dopo l' accordo sulla tregua concluso, accettato e siglato il 21 luglio 1992 tra Eltsin e Snegur. Gli agili Mig 29 Moldavi si sono levati in cielo per colpire il villaggio di Parkani, sulla riva ovest del Dnestr, a pochi chilometri da Bendery. I morti e i feriti non si contano, e il giornalista ha riferito solo che una famiglia residente nel villaggio è stata completamente annientata dalle bombe. Parlando di fronte ai deputati del suo Parlamento, ieri, il presidente della Repubblica moldava dichiarò priva di fondamento questa informazione. Ma gli osservatori militari delle 4 potenze coinvolte nel conflitto - Russia, Ucraina, Romania e Moldavia - hanno dovuto confermare il bombardamento.[9]

Dopo tale accordo, la Russia continuò a supportare de facto il governo della Repubblica Moldava di Pridnestrovie. Fu istituita una zona di sicurezza tra la Repubblica Moldava e la Repubblica Moldava di Pridnestrovie controllata da una Forza di pace congiunta (335 militari russi, 453 militari della Repubblica della Moldava e 490 miliziani della Repubblica Moldav di Pridnestrovie Moldava), sotto la supervisione di una Commissione di controllo congiunta. Nel 1998 alla Commissione si aggiunsero 10 osservatori militari ucraini.

L'OSCE, che cerca di favorire un negoziato stabile tra le parti, ha avviato una missione in Moldavia il 4 febbraio 1993 e ha aperto un ufficio a Tiraspol il 13 febbraio 1995.

Nel febbraio 2003, gli Stati Uniti d'America e l'Unione europea hanno imposto misure restrittive contro la leadership della Repubblica Moldava di Pridnestrovie.

La sicurezza militare della Repubblica

Nel territorio della Repubblica Moldava di Pridnestrovie sono stanziati, in veste di peacekeepers, 1.500 militari russi, equipaggiati con armi leggere, a difesa dei consistenti depositi di munizioni lasciati in loco dalla 14ª armata dell'URSS.

Nel 2009, dopo che era stata ipotizzata l'installazione di uno scudo antimissili americano in Romania, il presidente della Repubblica Igor Smirnov ha dichiarato il benestare per lo schieramento di un sistema di difesa antimissili russo sul territorio da lui controllato.[10]

Le relazioni internazionali della Repubblica

 
Un passaporto transnistriano

L'Abcasia, l'Ossezia del Sud e la Transnistria dal 2006 hanno costituito la Comunità per la democrazia e i diritti dei popoli.[11]

Il processo di pace con la Moldavia

La posizione della Russia nella questione della Transnistria

Nel luglio 2002, l'OSCE, la Russia e i mediatori dell'Ucraina approvarono un documento di principio per il ritorno della Moldavia a un sistema federale. Fondamentali divisioni si sono però incontrate sulla forma dello Stato e i poteri della federazione in fieri.

A metà novembre 2003, la Russia preparò un memorandum contenente una dettagliata proposta per la costituzione di uno stato federale moldavo unito. Pubblicato dapprima in Russia sul sito web del Ministero degli Esteri della Transnistria, il testo era promosso da Dmitry Kozak, uomo di spicco dello staff del presidente Putin. Il memorandum Kozak rappresentava una rottura con la leadership della Transnistria, in quanto prevedeva che la Transnistria avesse uno status comune al resto della Moldavia.

Per la Moldavia federale era stato proposto che le competenze di governo fossero divise in tre categorie: quelle della federazione, quella degli Stati federati e quelle comuni. Questo piano presentava però diverse incognite, prima fra tutte il meccanismo elettivo delle due camere del parlamento federale: si prevedeva una camera bassa eletta con criterio proporzionale e un senato composto da 13 membri eletti dalla camera bassa federale, 9 dalla Transnistria e 4 dalla Gagauzia. Secondo il censimento del 1989, la Transnistria aveva il 14% della popolazione totale della Moldavia e la Gagauzia il 3,5%.

Grandi dimostrazioni contro il memorandum Kozak ebbero luogo a Chişinău nei giorni seguenti la sua pubblicazione. La leadership moldava rifiutò di firmarlo senza la coordinazione delle organizzazioni europee. Una visita del presidente Putin in Moldavia fu cancellata. La Moldavia e il memorandum Kozak furono all'ordine del giorno nell'incontro dei ministri dell'OSCE a Maastricht nel dicembre 2003. A causa del disaccordo tra la Russia da una parte e l'Unione Europea e gli Stati Uniti dall'altra, la questione moldava fu una delle principali ragioni per cui una dichiarazione finale non fu adottata dopo il meeting.

La crisi del 2004

Approssivativamente 11.200 bambini su 79.000 studenti della Transnistria sono educati in lingua moldava, un numero uguale ai bambini educati in quella rumena; nell'estate del 2004, le autorità della Transnistria chiusero con la forza 6 scuole che insegnavano il moldavo scritto in caratteri latini: circa 3.400 bambini furono vittime di questa misura. Diversi insegnanti e genitori che si opposero alla chiusura furono arrestati e le lezioni si tennero all'aperto per diversi giorni. Le scuole chiuse furono poi riaperte, ma con lo status di "istituzioni educative non-governative". Durante la crisi, il governo moldavo decise di isolare la repubblica separatista dal resto del paese, ma il blocco era inefficiente causa la mancanza di cooperazione del governo ucraino filo-russo di Leonid Kučma. La Transnistria reagì con una serie di azioni miranti a destabilizzare la situazione economica nella Moldavia, tagliando la fornitura elettrica che, in Moldavia, è in gran parte garantita da centrali costruite in Transnistria nel periodo sovietico.

La posizione dell'Ucraina nella questione della Transnistria

Nel maggio 2005, il governo ucraino filo-occidentale di Viktor Juščenko propose un piano in sette punti, secondo il quale l'eventuale separazione definitiva della Transnistria dalla Moldavia doveva arrivare attraverso un negoziato stabile e libere elezioni. Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e la Repubblica Moldava di Transnistria espressero accettazione per il progetto. Nel luglio 2005, l'Ucraina aprì 5 nuovi valichi di confine tra Transnistria e Ucraina, pattugliati da ufficiali moldavi e ucraini per ridurre l'alta incidenza del contrabbando. L'Ucraina ha aperto nello stesso anno un'ambasciata a Chisinau e un consolato a Balti. Nel 2005 anche l'Unione Europea ha avviato una missione per ridurre il contrabbando tra la Transnistria da una parte e l'Ucraina dall'altra.

La Russia, che sembra orientata a mantenere lo status quo o a guidare essa stessa il processo di pace, non ha espresso aperto sostegno al progetto ucraino. Il fallimento della proposta ha spinto il governo ucraino a rinsaldare i legami con la Moldavia, finendo per schierarsi sulle posizione del Governo moldavo. Il 3 marzo 2006, l'Ucraina ha introdotto nuovi regolamenti doganali per le merci che transitano attraverso il confine della Transnistria: sono importabili in Ucraina solo i beni che hanno documenti rilasciati dalle Autorità moldave, in base all'accordo doganale ucraino-moldavo del 30 dicembre 2005. La Transnistria e la Russia hanno protestato parlando di "blocco economico" imposto alla regione separatista. Il 28 dicembre 2009 i governi ucraino e moldavo hanno lanciato anche un processo di demarcazione dei loro 985 km di confine, sempre senza coinvolgere la Transnistria. Anche in questa circostanza la Transnistria e la Russia hanno protestato per una iniziativa che non è tesa alla soluzione negoziata della crisi.[12]

La ripresa dei negoziati di pace nel 2010

A Vienna, sotto la guida dell’Osce si sono ritrovati il 27 e 28 settembre nel formato “5+2” i negoziatori di Chişinău, Tiraspol, oltre che i diplomatici russi, ucraini, nordamericani ed europei. Senza risultati clamorosi, i colloqui si sono focalizzati su due argomenti: libertà di movimento e garanzie per la prosecuzione dei negoziati.[13] Tra i risultati tangibili si annovera la riapertura della linea ferroviaria Chişinău-Odessa (Ucraina), attraverso la Transnistria e il riallaccio delle linee di telefonia fissa delle due parti del Dnestr.

Popolazione

All'ultimo censimento del 1989, la popolazione della Transnistria era di 546 400 abitanti. Recentemente, c'è stata una consistente migrazione della popolazione dalla regione dovuta alle difficoltà conseguenti ai fatti del 1990 e al più completo isolamento internazionale. L'autoproclamata Repubblica di Transnistria non è riconosciuta né dalle Nazioni Unite, né da alcuno Stato Sovrano: questo è il motivo principale per cui una gran parte della popolazione è oltre l'età della pensione.

Censimenti

Censimento 1989

  • Totale popolazione sulla parte sinistra del fiume Nistro (è esclusa Tighina, città situata sulla destra del fiume ma non considerata dalla Moldavia come parte della Transnistria): 546.400 abitanti di cui:
  • Moldavi: 40%
  • Ucraini: 28%
  • Russi: 24%
  • Altri: 8%

Censimento 2004

  • Totale popolazione (includendo Tighina): 555.500 abitanti, di cui:
  • Moldavi: 31,9%
  • Russi: 30,3%
  • Ucraini: 28,8%

Le notevoli variazioni rispetto al censimento precedente fanno supporre che vi siano stati scambi di popolazione con la Moldavia a ovest del Nistro. In sostanza i moldavo/rumeni abbandonerebbero la Transnistria per trasferirsi ad abitare in territori controllati dal governo di Chisinau mentre gli slavi (ucraini e pieds-noirs russi) migrerebbero verso il territorio controllato dalle autorità di Tiraspol. A lungo andare, se queste tendenze continueranno, si avrà una netta differenziazione etnica fra i territori che si affacciano sulle opposte sponde del Nistro: nella parte occidentale dominata dall'etnia moldavo/romena scomparirà l'etnia russa e si ridurrà a una piccola percentuale quella ucraina mentre nella parte orientale i moldavo/romeni diventeranno un'esigua minoranza immersa in una larghissima maggioranza slava.

Attualmente il gruppo etnico moldavo/romeno, che forse ancora rappresenta la maggioranza relativa della popolazione della Transnistria, si presenta diviso tra fautori della Moldavia, fautori della grande Romania e sostenitori del governo in carica. Il gruppo etnico russo sostiene l'indipendenza della Transnistria o, in alternativa, l'annessione alla Russia. Gli ucraini infine sono divisi tra i sostenitori della Transnistria indipendente e i fautori dell'annessione all'Ucraina. In conclusione russi e ucraini, che uniti rappresentano la maggioranza assoluta della popolazione della Transnistria, sono accomunati dalla richiesta di un distacco definitivo dalla Moldavia. In questa situazione si inseriscono inoltre le istanze di altre solide comunità etniche straniere, ormai stabilmente insediate sul territorio, come i caucasici, i siberiani, gli armeni e i georgiani.

Economia

Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è di circa 420 milioni di dollari americani, il che corrisponde a un reddito procapite è di 662 dollari (lordi) all'anno: questo dato è poco preciso visti i dubbi sulla reale consistenza demografica del territorio. La regione ha un discreto numero di fabbriche ereditate dal sistema industriale sovietico, peraltro contraddistinte da tecnologie superate e inquinanti.
Una è una fabbrica di munizioni in Tighina (Bender) mentre altre fabbriche di acciaio esistono in Rîbniţa. La fabbrica di Rîbniţa contribuisce al 50% circa del reddito della repubblica ed è il fornitore principale dei lavori in quella città. Un'altra importante fabbrica è la distilleria Kvint di Tiraspol, famosa per il suo forte spirito, talmente radicata nel territorio (esiste dal 1897) che viene riportata anche nella banconota da 5 rubli "rublo della Transnistria" (banconota introdotta nel 1994, ma non riconosciuta dai circuiti internazionali).

La più importante azienda è la Sheriff, l'unica autorizzata a esportare all'estero, il cui proprietario è il figlio maggiore Vladimir del presidente Igor' Nikolaevič Smirnov. La "Sheriff" ha il controllo virtuale sull'economia dell'intera regione, dalla squadra di calcio della capitale FC Sheriff Tiraspol e del relativo stadio recentemente costruito, ha una catena di supermercati e di distributori di carburante, una casa editrice, una distilleria, un casinò, un canale televisivo e un'agenzia pubblicitaria.

Osservatori della Comunità Europea, esprimendosi in merito alla preoccupante situazione dell'illegalità e del mancato controllo delle frontiere di questa regione alle porte dell'Unione, sono portati a ritenere che parte non irrilevante del flusso economico nazionale sia direttamente collegato ai traffici illeciti che derivano dal radicamento del crimine organizzato di mafie attive in tutta la Russia e dalla particolare posizione di passaggio di questo territorio per il flusso degli stupefacenti, delle armi e del contrabbando; questa situazione ha portato la stampa a definire il paese il "buco nero d'Europa".[14]

Diritti umani

  Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti umani in Transnistria.

La situazione dei diritti in Transnistria è stata criticata da molti governi e organizzazioni internazionali . Il rapporto del 2007 Freedom in the World, pubblicato dalla statunitense Freedom House, descrive la Transnistria come un territorio "non-libero", con una situazione altrettanto pessima per entrambi i diritti politici e le libertà civili.[15]

Secondo il rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti riferito all'anno 2006:

«Il diritto dei cittadini a cambiare il loro governo [Governo della Moldavia] fu limitato. [...] Le autorità avrebbero continuato a usare torture, arresti arbitrari e la detenzione. [...] In Transnistria le autorità limitano la libertà di parola e di stampa. [...] Nella regione separatista della Transnistria le autorità continuano a negare la registrazione e perseguitano i gruppi religiosi minoritari. La regione separatista resta una fonte significativa e un'area di transito per il traffico di persone. [...] L'omosessualità è illegale, i gay e le lesbiche sono oggetto di discriminazione governativa e sociale[16]

Truppe

 
Emblema delle forze armate della Transnistria

Nel 2007, le Forze Armate e paramilitari della Transnistria furono composte da 4.500–7.500 soldati, divisi in quattro brigate di fanteria motorizzata a Tiraspol, Bender, Rîbniţa e Dubăsari.[17] Detengono: 18 carri armati, 107 veicoli corazzati, 46 installazioni anti-aerei. L'aeronautica è composta da: 9 elicotteri Mi-8T, 6 elicotteri Mi-24, 2 elicotteri Mi-2, diversi aeroplani An-2, An-26 e modelli Yak-18.

Regioni Amministrative della Transnistria

 
Mappa amministrativa

La Transnistria è suddivisa in 5 distretti (raion) e 2 municipalità (tra parentesi il nome in russo)

La bandiera

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bandiera della Transnistria.

La Bandiera dalla Repubblica Moldava di Transnistria è stata adottata ufficialmente come bandiera di Stato il 3 luglio 2000. È in pratica la bandiera dell’ex repubblica socialista sovietica moldava (1952-1990). La legge prevede anche l'uso di una versione semplificata che non contiene la falce e il martello e la stella in alto a sinistra.

Stampa e informazione

Riferimenti in opere di fantasia

Note

  1. ^ (EN) Sentenza della Corte europea dei Diritti dell'uomo che condanna la presenza militare russa nella regione, su echr.coe.int. URL consultato il 23-02-2008.
  2. ^ Transnistria è il nome diffuso in lingua italiana, cfr. Documento del Parlamento Europeo e Documento della Camera dei deputati
  3. ^ a b (EN) Pridnestrovie.net: Testo dell'editto ufficiale, su pridnestrovie.net. URL consultato il 17 luglio 2007.
  4. ^ Paul Hare: Who are the Moldovans? In: Paul Hare, Mohammed Ishaq, Judy Batt: Reconstituting the market: the political economy of microeconomic transformation. Taylor & Francis, 1999, S. 369–371.
  5. ^ Stuart J. Kaufman: Modern Hatreds: The Symbolic Politics of Ethnic War. Cornell University Press, 2001, ISBN 0-8014-8736-6, S. 143.
  6. ^ The painful past retold Social memory in Azerbaijan and Gagauzia, Hülya Demirdirek, Postkommunismens Antropologi, University of Copenhagen, 12–14 April 1996.
  7. ^ http://www.olvia.idknet.com/ol63-09-06.htm
  8. ^ Arms and Ethnic Conflict, John Sislin, Frederic S. Pearson (Rowman & Littlefield, 2001), S. 99, ISBN 0-8476-8855-0
  9. ^ a b Massacro sulle rive del Dnestr http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/06/24/massacro-sulle-rive-del-dnestr.html
  10. ^ Transdnestr could host Russian military base, but Russia is unwilling | Features & Opinion | RIA Novosti
  11. ^ Официальный сайт Сообщества "За демократию и права народов"
  12. ^ [1] Ukraine, Moldova starting demarcation of Dniester border
  13. ^ Transnistria-Moldavia, è football diplomacy, in Osservatorio balcani e caucaso, 22 ottobre 2010
  14. ^ P. Sartori, TRANSNISTRIA, UN CROCEVIA DI TRAFFICI ILLECITI ALLE PORTE DELL’UNIONE EUROPEA, ISIG ·Trimestrale di Sociologia Internazionale, 2002 (http://www.isig.it)
  15. ^ Freedom House, 2007 "Freedom in the World" report
  16. ^ Dipartimento di Stato degli Stati Uniti: Country Reports on Human Rights Practices – 2006
  17. ^ km.ru, Приднестровье показало мускулы, 06.09.2007 (RU)

Altri progetti

Collegamenti esterni

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