Cimarroni

gruppo etnico afroamericano originato dagli schiavi fuggiaschi nell'impero spagnolo

Cimarroni (dallo spagnolo d'America cimarrónes) era il termine con cui, nelle colonie americane dell'impero spagnolo, s'indicavano gli schiavi africani fuggiaschi datisi "alla macchia".

Cimarroni del Suriname - foto databile ai primi Anni '20 del XX secolo.

I cimarroni si organizzarono in comunità indipendenti che non raramente, queste comunità rimanevano in conflitto con gli schiavisti, razziando le piantagioni ed eseguendo spedizioni allo scopo di liberare i propri compagni rimasti in catene. Molte di esse furono spazzate via per questo motivo; altre scomparvero nel XIX-XX secolo in seguito al disboscamento delle foreste. Alcune comunità sono tuttavia sopravvissute.

Oggi, l'espressione anglofona Maroon viene usata soprattutto per indicare le comunità e le etnie che discendono dai primi cimarroni. Comunità del genere si trovano in Nord, Centro, e Sudamerica, dal bacino del Rio delle Amazzoni alla Carolina del Nord. In Guyana e Suriname (dove i maroon sono anche noti "Djukas" o "negri dei boschi"), grandi comunità maroon vivono ancora nelle foreste o si sono spostate verso le città, mantenendo comunque in qualche misura la loro identità culturale. La più grande comunità maroon del Nordamerica è quella dei Black Seminole in Florida, nata dall'alleanza dei cimarroni con la tribù dei Seminole.

Etimologia

Nella variante americana della lingua spagnola il vocabolo cimarrón indica genericamente qualsiasi animale importato dai colonizzatori nelle Americhe/Antille si sia dato alla macchia (cimarra significa appunto "boscaglia"): cani, buoi, cavalli, ecc.
Il termine passò poi ad indicare anche la "carne umana" di proprietà dei conquistadores fuggita nell'entroterra per riscattare la propria libertà. Il vocabolo cimarrónes veniva spesso abbreviato in 'marrónes, da cui maroon in lingua inglese.

Il vocabolo "cimarroni", adattato direttamente dall'originale spagnolo, appare nella lingua italiana sin dal XVII secolo per tramite delle relazioni dei missionari cattolici nelle Americhe.

Storia

Il fenomeno finì con l'intensificarsi intorno alla metà del XVII secolo. Il 22 aprile 1639 una bolla di Papa Urbano VIII proibì formalmente la schiavitù in America latina. Filippo IV di Spagna accondiscese ai dettami di Roma proibendo lo schiavismo degli indios della Nuova Spagna ma permise di continuare la tratta dei neri. Sempre più schiavi cominciarono perciò ad abbandonare i latifondi per rifugiarsi tra le montagne o nelle fitte foreste alla ricerca della libertà negata dalle autorità.
In Messico, le regioni montagnose di Veracruz iniziarono a riempirsi di cimarroni.
In Brasile s'intensificò il fenomeno dei quilombos, comunità di schiavi fuggiaschi rifugiatisi nella foresta pluviale, in particolare negli attuali stati dell'Amazonas, Bahia, Goiás, Mato Grosso, Minas Gerais, Pará, Rio de Janeiro e São Paulo. Il più famoso, il Quilombo di Palmares, divenne un vero e proprio stato, occupante una vasta area nella zona nordorientale del Brasile, tra gli odierni stati dell'Alagoas e Pernambuco, arrivando a contare 30.000 abitanti. Era un regno retto da un sovrano di nome Zumbi che resistette per quasi un secolo come nazione indipendente, per essere poi cancellato da un esercito europeo alleato composto di portoghesi, olandesi, inglesi e altri.

In Giamaica, i maroon si unirono alle popolazioni arawak e miskito. I maroon giamaicani combatterono contro la schiavitù e per l'indipendenza della Giamaica dalla Gran Bretagna. L'unico eroe nazionale giamaicano donna, Granny Nanny, era il leader dei cimarroni giamaicani nel XVIII secolo, ed ebbe un ruolo fondamentale nella Prima guerra dei cimarroni nel 1731.

Cultura

Molti degli schiavi che fuggivano erano appena giunti dall'Africa, conseguentemente, le comunità che da essi discendono hanno conservato molti tratti culturali del paese d'origine dei loro fondatori: l'uso di erbe medicinali, pratiche magiche e religiose, giochi (per esempio mancala, vedi l'Adji-boto) e la stessa lingua. Spesso, soprattutto nella zona dei Caraibi, gli schiavi si univano alle comunità tribali locali amerindiane, dando luogo a commistioni etniche e culturali uniche. Le caratteristiche delle comunità cimarrone sono quindi estremamente variabili a seconda della loro storia, della geografia dei luoghi in cui si sono insediate, della nazionalità originaria degli schiavi che le fondarono, e della cultura degli indigeni locali.

La nascita di comunità cimarrone è spesso coincisa con la nascita di nuove lingue. In particolare, molti cimarroni parlano lingue creole derivate da lingue europee e africane. Esempio importante in questo senso è il saramaccano, parlato dai Saramaccani del Suriname.

Altri progetti

  Portale Conquista spagnola delle Americhe: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Conquista spagnola delle Americhe

Collegamenti esterni