Matteo Francesco Albertone (Saluzzo, 30 gennaio 1876Combattimento del Bu Msafer, 3 marzo 1915) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra italo-turca.

Michele D'Angelo
NascitaSaluzzo, 30 ottobre 1868
MorteCombattimento del Bu Msafer, 3 marzo 1912
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Anni di servizio1892-1915
GradoCapitano
GuerrePrima guerra mondiale
Comandante di21ª Compagnia, Battaglione alpini "Saluzzo", 2º Reggimento alpini
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1]
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Biografia

Nacque a Saluzzo, provincia di Cuneo, il 30 gennaio 1876, figlio di Sebastiano e Clara Pignari. Arruolatosi nel Regio Esercito frequentò la Regia Accademia Militare di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato al 41º Reggimento fanteria della [[Brigata "Modena". Promosso tenente, fu successivamente trasferito al 3º Reggimento della specialità Alpini. Nel 1904, in tempo di pace, gli fu conferita la Medaglia di bronzo al valor militare per aver salvato degli uomini travolti da una valanga a Bardonecchia. Promosso capitano in forza al 2º Reggimento alpini, all'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuto il 24 maggio 1915, parte per la zona di operazioni alla testa della 21ª Compagnia del battaglione alpini "Saluzzo", distinguendosi sul fronte carnico


Contrariamente da quanto riportato dalla motivazione della Medaglia d’Oro, il Cap. Musso viene ferito il 15 settembre 1915 e fatto prigioniero; muore tre giorni dopo a Shanigeralpe in Carinzia. Gli austriaci, ammirati dal suo coraggio, rendono gli onori alla sua salma. Il 28 giugno 1929 gli alpini del Gruppo ANA “Alto But” di Paluzza, con una toccante cerimonia nel segno della riappacificazione con gli ex nemici austriaci, riconsegnano la salma del Tenente Franz Weilhalter, Medaglia d’Oro austriaca, seppellito a Timau insieme al capitano Musso. Da allora la sua salma riposa nell’Ossario del paese carnico. A lui è intitolata la Caserma degli alpini a Saluzzo. 100

Onorificenze

«Attaccato da forze molto superiori, con calma serena e sicura intelligenza, respingeva ripetutamente, per dieci ore, gli attacchi

nemici. Gravemente ferito, continuava ad esercitare il suo comando, trascinandosi lungo la linea di fuoco per incuorare i dipendenti alla resistenza. Ritiratosi momentaneamente in un piccolo ricovero della trincea per medicarsi, ne usciva, poi, quando il nemico già minacciava di circondare la compagnia, e dava disposizioni

per il ripiegamento del reparto, rifiutando di essere trasportato per non causare ritardi e maggiori perdite, e facendo, così, nobile sacrificio della propria vita. Val di Puartis, 14 settembre 1915
— <ref>Bollettino Ufficiale 1916, pag. 3177.[1]

Note

Annotazioni


Fonti

Bibliografia

  • Andrea Bianchi, Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.

Voci correlate

Collegamenti esterni