Utente:Freddref/Sandbox
Palazzo Boilleau | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Pisa |
Indirizzo | Via Santa Maria, 85 |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVI secolo |
Inaugurazione | XVI secolo |
Uso | Sede didattica del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell' Università di Pisa |
Piani | 3 |
Palazzo Boilleau[1] è un palazzo storico del centro di Pisa, sito nel quartiere Santa Maria, sede didattica del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell' Università di Pisa.
Il palazzo fu edificato tra il XVI e il XVII secolo per volere di Carlo Antonio dal Pozzo, arcivescovo di Pisa e consigliere del granduca Ferdinando I. Il progetto venne affidato da Giuseppe Bocca, vicario dell'arcivescovo, all'architetto Raffaello Zanobi di Pagno e prevedeva la realizzazione di una serie di case lungo la strada che collegava via Santa Maria con Piazza dei Cavalieri.[2]
Storia
Il rinnovamento edilizio a Pisa del XVI secolo
Pisa fu protagonista di una profonda opera di rinnovamento edilizio negli ultimi anni del XVI secolo. In pochi anni, durante il granducato di Ferdinando I de' Medici
, gli edifici medioevali delle vie principali della città furono demoliti e al loro posto sorsero prestigiosi palazzi signorili, con linee architettoniche del tutto nuove, riconducibili su un modello di provenienza fiorentina. Quest'opera di rinnovamento fu la conclusione della trasformazione da città medievale a città rinascimentale avviata da Cosimo il Vecchio e proseguita poi con Lorenzo de' Medici e con Cosimo I che riprogettò i centri politici e amministrativi della città.[3]
In quest'ottica di rinnovamento il palazzo fu costruito in un'area precedentemente occupata dall'antica "Hosteria dello Stellino" da cui deriva la prima denominazione del palazzo che fu destinato a residenza dell'Operaio dell'Opera del Duomo Papponi. L'edificio fu completato nelle sue parti principali in pochi anni, il cantiere risultava attivo nel 1590, come dimostrano le perizie sui pagamenti che l' Opera del Duomo di Pisa effettuò allo scalpellino Piermaria di Giovanbattista Francesco Ciottoli e al fabbro Matteo Perrotti. Nel 1595 si procedette alla stima degli elementi lapidei impiegati nella facciata ad opera di Giovanni di Gismondo Gargiolli, intagliatore, e di Francesco Niccolò Barbinelli, scalpellino.
Una lettera del 16 dicembre 1595 dell'arcivescovo Carlo Antonio Dal Pozzo conferma che il progetto del Palazzo dello Stellino è da ascriversi a Raffaello Zanobi di Pagno.
Il Settecento e i Sanminiatelli
Nel XVII secolo la famiglia Seghieri, originaria della terra di Montecarlo in Val di Nievole, si trasferì a Pisa. Nel corso del secolo, grazie a delle alleanze matrimoniali, la famiglia allacciò rapporti con le famiglie più illustri della città. La notorietà raggiunta permise ai Seghieri di acquistare diverse abitazioni tra cui Palazzo Boilleau. In seguito la storia dei Seghieri si intrecciò con un'altra prestigiosa famiglia della città, i Sanminiatelli, di cui facevano parte uomini di cultura politici e religiosi, tra cui il conte Bino Sanminiatelli, narratore, pubblicista e disegnatore. Nel 1792 Francesco Sanminiatelli, dopo essere stato investito del baliato di Modigliana , sposò Luisa del cavalier Simone Seghieri Bizzarri. Nel XVIII secolo, dunque, la proprietà di Palazzo Boilleau passò per ereditarietà ai Sanminiatelli, da qui deriva la seconda denominazione del palazzo.[4]
Abitazione del barone di Boilleau fu palazzo Sanminiatelli Potrebbe trattarsi di un barone Boileau de Castelnau stabilitosi a Pisa nella prima metà dell' Ottocento. In Pisa i Boileau si dedicarono alle opere benefiche e di questa loro munificenza resta traccia in una lapide della chiesa di San Rocco, posta nella piazza dei Cavalieri in Pisa.
Nel dopoguerra gli spazi interni del palazzo furono adeguati per il suo nuovo ruolo di sede universitaria, furono tamponati il portone principale e il successivo posto alla destra di quest'ultimo e il cortile fu occupato da nuove aule.
Il barone Boilleau e l'attuale denominazione
Descrizione
Il palazzo presenta una grande facciata a tre piani, suddivisa in modo regolare dalle finestre dall'impianto portale, balcone, stemma posto sull'asse centrale. Con sette campate si differenzia dalle tipiche residenze nobiliari pisane che ne presentano cinque. Il fronte è realizzato a intonaco con membrature in pietra serena di Fiesole, incorniciato lateralmente dal bugnato, degradante verso l'alto, ed è concluso da un'aggettante cornice dentellata di gronda.[4]
Sulla facciata, in cima all'impianto centrale, è posto un busto marmoreo raffigurante Ferdinando I, commissionato al Giambologna e realizzato dal suo allievo e scultore Pietro Francavilla, mentre la nicchia d'ornamento fu scolpita dallo scalpellino Giovanni di Gismondo Gargiolli. Al piano terra sono presenti due finestre inginocchiate che affiancano le due porte d'ingresso laterali, al secondo piano le finestre sono ad edicola con timpani triangolari, mentre al terzo piano semplici finestre architravate.
Dopo la seconda guerra mondiale il palazzo subì una ristrutturazione interna, eseguita al fine di adeguare la struttura alla sua nuova funzione di sede didattica. Il portone principale e quello posto a destra vennero tamponati e il cortile occupato con nuove aule. Nonostante gli stravolgimenti subiti, dalla planimetria è possibile evincere la tipologia aristocratica del Palazzo dello Stellino, con una scala nobiliare e un ampio salone corrispondente al vestibolo d'ingresso del piano terra. La porta laterale a nord conduceva probabilmente ad ambiente autonomi rispetto al nucleo principale, ed erano destinati ad uso locativo come testimoniato dalle denominazioni ricorrenti coeve: "casotta dello Stellino", "case dello Stellino", "casa del palazzotto dello Stellino".
Il portale principale conduceva in un ampio vestibolo coperto da una volta a padiglione lunettata e che viene oggi utilizzato come aula. Da qui si accedeva alla scala a doppia rampa in pietra serena voltata a botte. Il vasto salone era situato al primo piano in corrispondenza del balcone esterno.
Il palazzo nel suo insieme presenta un'architettura essenziale e funzionale che sembra anticipare un "proto neoclassicismo" fiorentino portato avanti poi da Ludovico Cigoli e Gherardo Silvani agli inizi del XVII secolo, distaccandosi perciò dallo stile barocco diffusosi sopratutto a Roma nel Seicento.
Nel 2014 è stata eseguita una importante opera di restauro che ha interessato: il cornicione sottogronda, le cornici, i timpani delle finestre, le fasce marcapiano, il balcone, i portali, i bugnati e il busto di Ferdinando I.
Il busto di Ferdinando I de' Medici
Galleria d'immagini
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Finestra del piano terra
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Busto Marmoreo di Ferdinando I de' Medici
Note
Bibliografia
- Ewa Karwacka Codini, Architettura a Pisa nel primo periodo mediceo, I, Pisa, Gangemi Editore, 2010, ISBN 978-88492-1955-5.
- Massimo Dringoli, Andrea Martinelli e Franco Nuti, I Mestieri Del Costruire: L'Edilizia Storica a Pisa, I, Pisa, Pacini Editore, 1997, ISBN 88-7781-158-7.
- Emilia Daniele, Le dimore di Pisa: l'arte di abitare i palazzi di una antica repubblica, I, Firenze, Alinea Editrice, 2010, ISBN 978-8860555564.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
- Via Santa Maria, su lakinzica.it.
- Palazzo Boilleau, su piacenti.org.