Motown
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Fondazione12 gennaio 1959
Sede principaleLos Angeles
SettoreMusicale
ProdottiR&B, Soul, Pop, Hip Hop

La Motown Records, nota anche semplicemente come Motown, è un’etichetta discografica statunitense appartenente alla Universal Music Group.[1] Fondata nel 1959 dall’imprenditore Berry Gordy (Detroit, 28 novembre 1929), la Motown Records costituiva il principale nucleo della Motown Record Corporation, la casa discografica lanciata dallo stesso Gordy nell’aprile del 1960.[2]

La Motown è nota per l’immediato successo che ottenne negli anni ’60 e per il ruolo che ebbe nella diffusione del genere R&B e nell’integrazione razziale nella musica pop. Specializzata nel crossover di generi musicali, la Motown fu pioniera di un sound riconoscibile e noto con lo slogan di "Motown Sound".[3]

Tra gli artisti più noti rappresentati dalla Motown Record Corporation ci sono The Miracles, The Temptations, The Supremes, Stevie Wonder, Marvin Gaye, Diana Ross, The Commodores e The Jackson 5.

Storia

Gli inizi

Dopo il tentativo di carriera da pugile professionista per cui abbandona la scuola superiore all’età di sedici anni, Berry Gordy presta servizio nell’esercito statunitense per qualche anno, ottenendo un’equivalente del diploma scolastico e partecipando alla Guerra di Corea.[4] L’interesse di Gordy per la musica emerge nei suoi vent’anni, quando torna a Detroit dopo il congedo militare. Qui frequenta bar e nightclub jazz che lo stimolano a lasciare l’impiego presso la tipografia di famiglia e ad investire i propri risparmi e un prestito di $700 ottenuto dal padre nell’apertura di un proprio negozio di musica jazz, il 3-D Record Mart, nel 1953.[5]

Il fallimento dell’attività nel 1955, tuttavia, costringe Gordy a trovare impiego nell’industria automobilistica di Detroit, presso la Ford Motor Company.[6] Nel 1957, parallelamente alla separazione dalla moglie Thelma (seguita dal divorzio nel 1959)[7], Gordy lascia il lavoro alla Ford e si dedica interamente all’attività di autore e compositore indipendente per Jackie Wilson, ex pugile di Detroit, e per Marv Johnson, a cui affianca in seguito l’attività di editore musicale per Smokey Robinson, ancora diciassettenne.[8] Tra i suoi partner ci sono sua sorella Gwendolyn (Gwen) Gordy e Roquel “Billy” Davis. Il trio compone alcuni brani di successo, tra cui “All I Could Do Was Cry” di Etta James e “Reet Petite” di Jackie Wilson.[9]

I proventi derivanti dal diritto d’autore, tuttavia, lasciano insoddisfatto Gordy, che decide di fondare l’etichetta discografica Tamla Records nel 1958 e la casa editrice musicale Jobete nel 1959. Nello stesso anno viene fondata anche l’etichetta discografica Motown Records, che insieme alla Tamla Records e alla Jobete costituisce il nucleo fondante della Motown Record Corporation, la casa discografica costituita da Berry Gordy nell’aprile del 1960.[10] Il nome “Motown” è un portmanteau proveniente da “Motor Town” (o “Motor City”), il noto soprannome della città di Detroit, capitale dell’industria automobilistica statunitense.[11] Qui in un edificio residenziale presso West Grand Boulevard 2678 Gordy stabilisce il quartier generale della Motown noto ancora oggi come “Hitsville U.S.A.”.[12]

Gli anni '60

I Miracles di Smokey Robinson sono la prima band che Gordy introduce nella casa discografica ed è loro “Shop Around”, il secondo singolo più venduto negli Stati Uniti nel 1961.[12] In questi anni Gordy iscrive alla Motown anche The Temptations, Martha Reeves & the Vandellas, Tammi Terrell, The Marvelettes, Eddie Kendricks, Paul Williams, Stevie Wonder e molti altri. Per supervisionare e gestire direttamente la loro carriera, alla fine del 1960 Gordy fonda la International Talent Management Inc. (ITMI), la società di management degli artisti della Motown gestita da sua sorella maggiore Esther Edwards.[13] Con l’annessione della Anna Records, la casa discografica fondata dalle sorelle Anna e Gwen Gordy nel 1959 poco prima di quella del fratello, nel 1962 la Motown acquista nuovi artisti, fra cui Marvin Gaye (marito di Anna Gordy) e The Spinners.[14]

Nel 1962 Gordy inaugura la stagione delle “Motor Town Revues”, le tournée collettive degli artisti della Motown nate come strumento di promozione e guadagno alternativo alla distribuzione di dischi.[15] Inoltre, all’inizio, la mancanza di fondi e i pregiudizi di carattere razziale dell’epoca rendono questo l’unico sistema di esibizioni attuabile.[16]

L’insoddisfazione espressa dal supervisore della prima tournée Thomas “Beans” Bowles, sassofonista e performer, circa l’esito di alcune performance convince Gordy a istituire presso la sede di Detroit il dipartimento di “Artist Development” di cui affida la supervisione a Harvey Fuqua. Il programma di formazione prevede lezioni di etichetta, dizione, coreografia (con Charles “Cholly” Atkins dal 1965 al 1971) e arrangiamento (con Maurice King dal 1965 come direttore musicale) per curare ogni dettaglio della performance.[17]

Nel 1963, al contributo di Smokey Robinson dei Miracles come produttore e autore si aggiunge quello del trio Holland, Dozier & Holland (H-D-H) che caratterizzerà il sound della Motown per tutti gli anni ‘60 grazie all'apporto di strumentisti del calibro di Earl Van Dyke, Robert White, James Jamerson e Benny Benjamin. Tra le hits composte da H-D-H ci sono “Heat Wave” di Martha Reeves e “Baby I Need Your Loving” dei Four Tops. Tra i produttori di rilievo della Motown si ricordano anche Harvey Fuqua, William Stevenson, Clarence Paul, Norman Whitfield e Barrett Strong.[18]

Sin dall’inizio Gordy spinge per la pubblicazione di più hits possibili, proposito che riflette la scelta di produrre dischi più economici ma ottimizzati per essere riprodotti dai jukebox e soprattutto dalle radio a transistor, diffusesi tra i giovani dal 1963.[19] Negli uffici del controllo qualità, l’ingegnere capo della Motown Mike McClain costruisce una piccola radio dal suono metallico progettata per approssimare il suono di un’autoradio, sulla quale testare l’impatto sonoro delle registrazioni. Dal 1963, inoltre, la Motown si dota anche di una macchina “taglia-dischi” per il trasferimento immediato di qualsiasi potenziale singolo da nastro su vinile, il mezzo di distribuzione principale dell’epoca.[20]

Nel 1964, “Where Did Our Love Go” delle Supremes raggiunge il primo posto in classifica negli Stati Uniti, mentre il loro singolo successivo, “Baby Love”, raggiunge la prima posizione nel Regno Unito.[12] Il 24 dicembre 1964 le Supremes debuttano in televisione partecipando all’Ed Sullivan Show ed entro il 1966 appaiono in programmi di rete nazionale per un totale di venti comparse.[21] Le Supremes sono anche il primo gruppo pop a esibirsi nella sede della New York Philharmonic nel 1966.[22]

Nel marzo 1965 la “Motown Revue” si reca in Inghilterra per celebrare il consolidamento del suo primo importante punto di appoggio nel mercato internazionale. L’iniziativa aveva avuto impulso esattamente due anni prima, quando Berry, sua sorella Esther e Barney Ales, direttore vendite della Motown, trascorrono diverse settimane in Europa, facendo tappa nel Regno Unito, in Belgio, in Germania e in Olanda per stipulare accordi di distribuzione, editoria e gestione internazionale. Infine, il trio ottiene un accordo di distribuzione con la EMI e la collaborazione tra Mary Wells e i Beatles per la tournée nel Regno Unito del 1964.[23]

Nel 1965 la Motown, divenuta top-seller di 45 giri con quarantadue singoli diversi nella classifica pop della Billboard, incassa otto milioni di dollari; la Jobete rimane la casa editrice numero uno della BMI per il terzo anno consecutivo, aggiudicandosi i premi dell'associazione per dodici singoli. Il numero degli impiegati arriva a 125, vengono fondati uffici a New York e a Los Angeles e alle etichette Motown, Tamla e Gordy si aggiungono le etichette Soul, VIP e Country Melody.[24]

Il 29 agosto del 1968 la Motown intenta un’azione legale contro il trio H-D-H accusato di non aver rispettato i termini del contratto con la Jobete dal momento che non presentano inediti dal 1967. Il risarcimento per danni richiesto ha valore di 4 milioni di dollari. Il trio H-D-H contro-cita in giudizio la Motown accusandola di frode e di abuso dei rapporti fiduciari e richiedendo la somma di 22 milioni di dollari. Alla fine il contenzioso è risolto in privato nel 1972.[25]

Nonostante, la perdita dei H-D-H, la Motown continua a emettere dischi di successo: Marvin Gaye e Gladys Knight & the Pips raggiungono il primo posto in classifica con due versioni dello stesso brano, “I Heard It Through The Grapevine”, e nell’ultima settimana del 1968, cinque singoli della Motown sono inclusi contemporaneamente nella Top Ten della Billboard.[12]

Note

  1. ^ Motown Records, su universalmusic.com.
  2. ^ (EN) Arthur M. Woodford, This is Detroit, 1701-2001, Wayne State University Press, 2001, p. 198.
  3. ^ (EN) Andrew Flory, I Hear a Symphony: Motown and Crossover R&B, University of Michigan Press, 2017, pp. 1-2.
  4. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, pp. 13-14.
  5. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 16.
  6. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 17.
  7. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 18.
  8. ^ (EN) Andrew Flory, I Hear a Symphony: Motown and Crossover R&B, University of Michigan Press, 2017, pp. 31-32.
  9. ^ (EN) The International Directory of Company Histories, vol. 26, St. James Press, 1999, p. 312.
  10. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, pp. 28-29.
  11. ^ (EN) Arthur M. Woodford, This is Detroit, 1701-2001, Wayne State University Press, 2001, p. 198.
  12. ^ a b c d (EN) The International Directory of Company Histories, vol. 26, St. James Press, 1999, p. 313.
  13. ^ (EN) Andrew Flory, I Hear a Symphony: Motown and Crossover R&B, University of Michigan Press, 2017, p. 41.
  14. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 36.
  15. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 44.
  16. ^ (EN) Peter Benjaminson, 9, in The Story Of Motown, rare bird Books, 2018.
  17. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, pp. 87,90.
  18. ^ (IT) Enciclopedia del Blues e della musica nera, Milano, Arcana Editrice, 1994, p. 802.
  19. ^ (EN) Peter Benjaminson, 5, in The Story Of Motown, rare bird Books, 2018.
  20. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 114.
  21. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 144.
  22. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 145.
  23. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 120.
  24. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, pp. 138-139.
  25. ^ (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007, p. 152.

Bibliografia

  • (IT) Massimo Cotto (a cura di), Enciclopedia del Blues e della musica nera, Milano, Arcana Editrice, 1994, pp. 802-803.
  • (EN) Nelson George, Where Did Our Love Go?: The Rise & Fall of the Motown Sound, University of Illinois Press, 2007.
  • (EN) Jon Fitzgerald, Motown Crossover Hits 1963-1966 and the Creative Process, in Popular Music, vol. 14, n. 1, 1995, pp. 1-11.
  • (EN) The International Directory of Company Histories, vol. 26, St. James Press, 1999, pp. 312-314.
  • (EN) Peter Benjaminson, The Story Of Motown, Rare Bird Books, 2018.
  • (EN) Andrew Flory, I Hear a Symphony: Motown and Crossover R&B, University of Michigan Press, 2017.
  • (EN) Adam White e Barney Ales, Motown: The Sound of Young America, Thames & Hudson, 2019.
  • (EN) Gerald Posner, Motown: Music, Money, Sex, and Power, Random House USA Inc, 2005.
  • (EN) Arthur M. Woodford, This is Detroit, 1701-2001, Wayne State University Press, 2001, pp. 197-199.
  • (IT) Nick Logan e Bob Woffinden, Enciclopedia del rock, Milano, Fratelli Fabbri Editore, 1977.