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Adon Brachi

Immagine fotografica del pittore Adon Brachi nel suo studio - trequarti di profilo - Anni '70 del XX secolo
Adon Brachi nel suo studio - metà anni '70

Adon Brachi (Prato, 8 dicembre 1923 – Firenze, 30 luglio 2009) è stato un pittore italiano attivo nella seconda metà del XX secolo.

Carriera artistica

Gli esordi

Pittore autodidatta non professionista, di estrazione popolare, frequenta, negli anni dopoguerra, gli ambienti intellettuali ed artistici della sua città, aperti alle evoluzioni ed innovazioni culturali dell'epoca, in ambito italiano ed internazionale.

Trova rapidamente nella pittura il suo linguaggio di predilezione e si lega di amicizia, accettandone di buon grado la lezione, con pittori di lui più esperti e già riconosciuti da pubblico e critica, fra i quali Gastone Breddo, Rinaldo Burattin, Sergio Fiaschi, Bruno Saetti.

 
Adon Brachi - Darsena - 1954

Le sue prime prove ricevono riconoscimenti da pittori di chiara fama della prima metà del Novecento, come Ottone Rosai, Primo Conti, Oscar Gallo ed altri qualificati intellettuali dell’epoca, quali Nicola Lisi e Mario Novi.

Gli anni cinquanta e sessanta

Si appassiona alle vicende ed ai movimenti artistici del momento, principalmente il “Fronte nuovo delle arti” e, dopo la fine del “Fronte”, sancita dalla spaccatura fra realisti ed astrattisti, predilige i modi espressivi di quest’ultimi e segue con particolare interesse le vicende e le proposte di artisti e gruppi, allora di avanguardia, divenuti poi storici, quali il “gruppo degli otto” e segnatamente, per comune sensibilità, Renato Birolli ed Ennio Morlotti.

Dal 1953 partecipa a mostre e rassegne regionali, nazionali e internazionali, conseguendo premi e riconoscimenti. Le sue composizioni astraggono ed estraggono da elementi naturali e concreti un’espressione formale scarna e misurata, una coloristica armoniosa e sommessa. Il filtro dei sentimenti è sempre presente e spesso predominante sull’impostazione rigorosamente intellettuale delle sue creazioni, che peraltro le caratterizza.

Gli influssi della pittura informale e delle sperimentazioni “materiche” e “gestuali” sono presenti, soprattutto nelle opere degli anni sessanta, ma il rigore formale ed il controllo del gesto prevalgono e si impongono nella produzione successiva.

Nel 1959 il quotidiano “La Nazione” gli dedica un articolo, a firma di Piero Paoli, nella sua “Galleria di Pittori” ed alcuni mesi dopo, nell’Aprile 1960, Giuseppe Vannucchi, allora critico d’arte per il quotidiano “Il Mattino” gli dedica una recensione, definita dal pittore stesso come il “viatico” a cui farà riferimento lungo tutto l’arco della sua carriera artistica.

La sua “consacrazione” in quanto “astrattista” gli viene dall’invito ad esporre alla Mostra Internazionale di Arte Astratta organizzata dall'Associazione Turistica Pratese e dalla Galleria Numero di Firenze, nel Palazzo Pretorio di Prato, dall’11 al 30 giugno 1960.

Immagine fotografica del quadro "Giardino" realizzato negli anni '60 del XX secolo dal pittore Adon Brachi
Adon Brachi - Giardino - Anni '60

Nel corso degli anni sessanta, le sue opere vengono presentate al pubblico nell’ambito di esposizioni collettive e concorsi, ricevono apprezzamenti di artisti e critici d’arte dell’epoca e sono spesso premiate e segnalate dalle giurie. La tecnica che Adon Brachi finisce per prediligere è l’olio su tela, senza peraltro mai abbandonare altre modalità pittoriche: disegno a matita, acquarello, più spesso tempera o pastello. Occasionalmente tenta l’affresco e l’incisione.

Gli anni settanta

Gli anni settanta sono i più prolifici nell’arco della vita artistica di Adon Brachi. La sua produzione è ormai marcata da uno stile personale, coerente con le impostazioni e le esperienze del precedente periodo, dotato per altro di un sicuro equilibrio compositivo e cromatico, di una tavolozza ricca di verdi e di bruni ispirati dal mondo vegetale, di altri verdi ed azzurri, dalle tonalità marine.

Dal 1973 al 1975 Adon Brachi espone le sue opere in svariate mostre personali e collettive all’occasione delle quali un discreto numero delle sue opere viene messo sul mercato.

Si interessano alla sua pittura riviste specializzate e noti critici d’arte fra i quali : Salvatore Maugeri, Carlo Munari ed Elvio Natali.

Quest’ultimo, in particolare, continua a seguire la produzione di Adon Brachi anche negli anni seguenti e ravvisa nel suo stile una maturità ed una stabilità degne di essere riconosciute, se non proprio al livello di movimento o di corrente artistica, almeno come singolarità espressiva tipica di una “forma d’arte” che viene allora definita, dallo stesso Natali, “neonaturalismo pratese”, associando Adon Brachi ed alcuni altri pittori coevi e perlopiù conterranei operanti con sensibilità analoghe : Sergio Fiaschi, Lucia Mazzoni, Mario Mordini, Anna Sanesi, Primo Tamagnini.

Immagine fotografica del quadro "Albero" realizzato nel 1975 dal pittore Adon Brachi
Adon Brachi - Albero - 1975

Altri critici, volendo sintetizzare in una formula, più o meno adeguata, lo stile pittorico di Brachi, parleranno di “esistenzialismo naturalista” (Salvatore Maugeri) e di “naturalismo lirico” (Franco Riccomini e lo stesso Elvio Natali). Nella mostra collettiva dei “neonaturalisti” pratesi che si tiene nel Palazzo Pretorio di Prato [33] alla fine del 1975 Adon Brachi è presente con sei opere del ’74 e del ’75.

In sede locale, Adon Brachi partecipa alle attività del “Centro d’Arte di Prato” animato dal fotografo pratese Renato Bencini e del Centro Promozionale Arte e Cultura (CEPAC), allora diretto da Roberto Palma. Redige note di presentazione per le tele di amici pittori, come Piero Arrighini, Primo Tamagnini, Renza Paoletti, Cinzio Cavallarin, Luana Vannucchi e per le fotografie dell’amico Umberto Falciani.

Ancora nella prima metà degli anni settanta, Adon Brachi si cimenta nella realizzazione di opere decorative, realizzate in collaborazione con artigiani esperti in diverse tecniche, non prettamente pittoriche.

Essenziale per il divenire di questa esperienza è l’amicizia con don Vittorio Aiazzi, parroco della parrocchia del Sacro Cuore in Prato, dotata di una chiesa moderna, all’epoca recentemente edificata, allora scarna, ma che sarà, nel corso degli anni, arricchita di opere d’arte interessanti, di ispirazione ovviamente cristiana, assai varie negli stili dei diversi artisti.

Le opere concepite da Adon Brachi e realizzate sotto la sua supervisione per la Chiesa del Sacro Cuore di Prato sono molteplici :

  • Il disegno del pavimento del presbiterio, concepito fin dal 1964 e poi realizzato in marmo Calacatta oro di Vagli, al centro del quale è istallato l’altar maggiore della chiesa.
  • La porta del ciborio, attualmente situato dietro l’altare della navata sinistra della chiesa, è realizzata con metalli vari, smaltati ed incisi a sbalzo. La sua concezione risale alla metà degli anni sessanta, contemporanea all’edificazione della chiesa stessa.
  • Il “ramage” in legno dorato, sulla parete posteriore dell’altare della Vergine, nella navata destra della chiesa. Fu realizzato, nel 1979, su progetto del Brachi.
  • I pannelli laterali e frontale dell’organo, situato nella navata sinistra, intarsiati in legno e metalli colorati, sempre su progetto del Brachi, furono inaugurati nel 1980.
 
Adon Brachi - 1974 - Vetrate della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Prato - Uno dei 38 pannelli del campanile
  • Le monumentali vetrate perimetrali in “dalles” ornanti la base della torre campanaria, di grandi dimensioni, nonché quelle, di dimensioni minori, poste alla base degli otto lucernari distribuiti sul tetto dell’edificio. Realizzate dalla Ditta Mellini di Firenze su cartoni di Brachi, nel rispetto della colorazione e della pezzatura dei vetri da lui definita, meritano una menzione particolare sia per l’unità stilistica, coerente peraltro con l’impostazione pittorica di Brachi, sia per l’ampiezza dell’opera costituita da 156 pannelli, per un totale di oltre 100 m2 di superficie decorata. Furono inaugurate nel 1974 e restaurate nel 2005.
  • La vetrata della grande porta centrale del tempio, concepita nel 2005 e realizzata dalla vetreria Gabuzzini di Prato con vetri rilegati in piombo, è stata l’ultima opera creata da Adon Brachi per la Chiesa del Sacro Cuore di Prato.

Negli ultimi anni settanta Adon Brachi conferma nelle sue opere, esposte in rare occasioni, la maturità pittorica del suo stile di ispirazione naturalistica, di impostazione astratta e composizione geometrica, di sentimentale, moderato e globalmente romantico cromatismo.

La fine del secolo e le ultime presenze

Nell’ultimo ventennio del secolo XX, Adon Brachi continua a dipingere, fedele al suo pathos ed alla sua tradizione, oramai consolidata, ma riduce notevolmente l’attività espositiva.

Nel 1983, su suo disegno, una vetrata a soggetto sacro viene collocata nella cappella della Residenza Sanitaria Assistenziale “Casa Serena” a Mezzana (Prato).

Partecipa, nel 1984, all’iniziativa “Arte nel paesaggio” del Comune di Cantagallo, con una “Infiorescenza”. L’opera di Adon Brachi è collocata sulla parete di una casa di Luicciana, a fianco di quelle di Gualtiero Nativi e di Vinicio Berti. Artisti di fama internazionale, quali il cileno Sebastian Matta, partecipano all’iniziativa.

Schivo da mire mercantili e di competizione, la sua produzione diviene sempre più confidenziale e legata ad occasioni o temi precisi e privati, come confida al critico d’arte e amico Franco Riccomini, che lo intervista nel 1991.

Fra i molti pittori pratesi che continua a frequentare, l’amico Umberto Cocci lo stimola a tenere in vita la vena pittorica e lo ospita per alcuni anni nel suo atelier.

Nel 1992, una sua opera “Marina Bassa” è inserita nell’iniziativa “Prato – Arte per la pace” organizzata dal Comune di Prato in collaborazione col comune tedesco di Ebensee.

Nei primi anni del XXI secolo, lo sguardo di Adon Brachi sulle evoluzioni delle arti figurative e della sua propria opera diviene “retrospettivo”, come pure il suo atteggiamento pubblico.

Nel 2000 rinnova la sua partecipazione al “Museo all’aperto” di Luicciana-Cantagallo con “Amuleto silvestre n°3".

Espone alcune delle sue ultime opere nell’ambito della “II Rassegna degli artisti pratesi del ‘900” che investe varie sedi espositive in Prato, alla fine del 2002.

Sue opere vengono ancora presentate a Vaiano, presso Confartigianato, nella seconda metà del 2004.

È del 2005 il suo progetto, già citato, per la vetrata della porta centrale della Chiesa del Sacro Cuore di Prato.

Immagine fotografica del quadro "Motivo" realizzato dal pittore Adon Brachi alla fine del XX secolo
Adon Brachi - 2000 - "Motivo"

Un degrado psico-fisico di ordine patologico lo allontana dall’attività pittorica negli ultimi anni della sua vita. Muore in una clinica fiorentina il 30 Luglio 2009.

L’Associazione culturale “Cesare Guasti” pubblica, nel 2011, un articolo monografico su Adon Brachi, di Sergio Nannicini [64], inserito nel quaderno n° 7 di “Studi e Memorie”.

Alcuni amici pratesi, fra cui principalmente l’amico pittore Cinzio Cavallarin, si adoperano, dopo la sua morte, per mantenerne vivo il ricordo.

Opere di Adon Brachi sono esposte nel 2011 e nel 2014 nel quadro della rassegna periodica “Gli indimenticabili”, presso il “Centro Visite Area Protetta del Monteferrato”.

Bibliografia

“8° Mostra Nazionale di Pittura – Città di Pontedera” – Bandecchi & Vivaldi – 1955

“X Premio Città di Terni” – La Soffitta – Gruppo artisti ternani – 1959

“II Concorso Regionale di Pittura – Giovanni Mazzuoli” – Vaiano – Luglio 1960

“Pittori Toscani” – Rinaldo Burattin – Toscana Produce – Gennaio/Febbraio 1961

“Prato : Arte oggi” – Franco Riccomini – Edizioni del Palazzo – 1976

“Formale / Informale” – Elvio Natali – Edizioni del Palazzo – 1980

“Arte nel paesaggio” – Pittura e scultura a Luicciana – Agenzia Verde – Edizione 1984

“Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù – 30 anni di storia” – Tipografia Thomas s.r.l. - 1995

“Prato e la sua provincia” – Claudio Cerretelli – Giunti – 1996

“Artisti storici del 900 a Prato” – Franco Riccomini – Studio Bibliografico Pratese – 2001

“II Rassegna degli artisti pratesi del ‘900” – a cura di Assioma Centro d’Arte e Cultura Edizioni “Il Penny” - 2002

“Storia delle Arti figurative nella Prato del tardo novecento” Franco Riccomini – Le Polene - 2003

“Arte nel paesaggio” – Pittura e scultura a Luicciana – Agenzia Verde – Edizione 2000

“L’arte di Adon Brachi : Uno specchio di lente giornate fra gli idoli della geometria” in : “Prato : Un’operosa città del silenzio fra ottocento e novecento” – Associazione culturale “Cesare Guasti” – Studi e Memorie n°7 - Sergio Nannicini - Cantagalli 2009

Note