Utente:Marty.cat.sama/Sandbox
Coclearia | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Angiospermae |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Dilleniidae |
Ordine | Capparales |
Famiglia | Brassicaceae |
Nomenclatura binomiale | |
Cochlearia officinalis |
La coclearia ( Cochlearia, officinalis) categorizzata nella famiglia delle Brassicaceae è una pianta erbacea annua.
È caratterizzata da fiori ermafroditi riuniti in un racemo, da foglie basali ovoidali e da steli eretti.
È caratteristica delle terre salate delle coste marittime.
Morfologia
La coclearia può arrivare a altezza di 30 cm . Il suo fusto è debole, gli steli acuminati e lisci; le foglie si differenziano tra foglie superiori e inferiori.[1]
Le foglie inferiori si presentano ovali, quasi rotonde, molto peduncolate, intere e un po' frastagliate. Sono pressappoco tanto larghe quanto lunghe, semilunate e concave come un cucchiaio (in Francia la coclearia viene chiamata Erba dei cucchiai = Herbe aux cuillere).
Le foglie superiori sono esili e cordate abbracciafusto (avvolgono il fusto con due orecchie).
La coclearia ha piccoli fiori bianchi e corti racemi terminali (a grappoli). I racemi producono delle piccole silique ovali globose e da valve appena carenate.
La fioritura avviene da maggio a giugno e i colori dei fiori sono tre : bianco, bianco-crema e bianco-rosato. La Coclearia è amatissima dagli insetti impollinatori.
L'erba ha un odore forte, volatile, leggermente acre; è di sapore salato, piccante e amarognolo.[2] [3]
Distribuzione e habitat
La Coclearia si trova principalmente nelle regioni montane e sulle rive del mare. Inoltre la riscontriamo anche nelle zone di coste basse o di estuari, vicino a sorgenti saline e a scogliere marine, o vicine a miniere di sale dell'Europa occidentale, settentrionale e centrale.
Il clima ideale per la pianta è moderatamente umido e temperature molto basse.
Coltivazione
Per coltivare la Coclearia, occorrono un terreno fresco e frequenti annaffiature. La pianta cresce in qualsiasi tipo di terreno, ma predilige terreni poveri o calcarei, di medio impasto, umidi, ma ben drenati, con un' esposizione luminosa a mezz’ombra. Si deve seminare in file, a poca profondità, a una distanza di una trentina di centimetri.
I semi germinano presto. Alla comparsa delle foglie occorre rompere il terreno in superficie, per far respirare le radici della pianta coltivata ed eliminare le erbacce. Non si deve raccogliere altro che in caso di bisogno, ed è consigliabile conservare qualche pianta per avere altri semi.
Usi
Uso farmacologico
L'azione farmacologica e le applicazioni della Coclearia Officinalis sono simili a quelle del Rafano.
In passato, ci si avvaleva dell'erba quando era fresca per usufruire del suo contenuto vitaminico. La pianta grazie la conservazione in fasci essiccati o in estratti, veniva utilizzata anche sulle navi per curare lo scorbuto e il sapore era molto amaro, tanto da essere corretto grazie all' uso di erbe e spezie. Nella medicina popolare si può impiegare come il Crescione, nel catarro cronico, nelle tossi con espettorazione, nell'anemia, l'idropisia, negli ingorghi atonici dei visceri e in alcune malattie cutanee. Nell'uso esterno si applica sulle ulcere atoniche e scorbutiche.
Il succo deve essere preso nella dose da 50 a 100 grammi al giorno, o sotto forma di sciroppo (1 parte di succo in 2 di zucchero) nella dose di 20 a 60 grammi al giorno.. Si crea grazie al succo una reazione purificante su milza, fegato e sangue. Inoltre le foglie tritate possono essere applicate per lenire contusioni.
Uso cosmetico
L'estratto della coclearia viene usato in creme e lozioni utili a stimolare la salute dei capelli e del cuoio capelluto, creme anti-età e gel disinfettanti.[6]
Uso culinario
Le foglie vengono utilizzate principalmente crude e appena raccolte, per preservare al meglio l’alto contenuto di vitamina C.
Tipicamente sono usate:
- Cucinate in minestre
- Accompagnava crude in insalata i contorni di carni e pesci
- Utilizzata come componente per salse piccanti.
Preparati ed estratti
Si ottiene dalla Cocleria dopo l'essicazione la conserva di Coclearia e lo spirito di coclearia.
All'epoca l'acqua distillata di Coclearia della Farmacopea Prussiana, si corrompeva facilmente, dunque in tal caso non ci si poteva avvalere di una conservazione annuale.[7]
- La tisana di Coclearia
- Risciacqui e colluttori con infusione al 2-4%
- Ricavato Fluido di Coclearia
- Coclearia Tintura Madre Preparata dalla pianta fresca intera tit.alcol.45° a 1/20
Controindicazioni
La Coclearia è controindicata negli stati infiammatori (per moderare i suoi effetti irritanti viene raccomandato di assumerla assieme a latte o ad altro emolliente).
Si possono manifestare reazioni di ipersensibilità nei confronti dei glucosinolati.
Sono possibili interazioni con farmaci tiroidei (tiroxina e metimazolo), ma solo in caso di consumazione di dosaggi elevati e prolungati nel tempo.
Storia
L'utilizzo della Coclearia ebbe inizio nel XVI secolo nel quale il nome le venne dato dai botanici. Il consumo si stima provenisse per la maggior parte dalla Gran Bretagna.
Diventò all'epoca un'essenziale portatrice di vitamina C, ed era una verdura preziosa per i marinai. Sulle navi era spesso conservata in fasci essiccati o estratti e utilizzata abbinata a diverse spezie, per la cura o la prevenzione dello scorbuto.
Possiamo prendere come esempio delle funzioni officinali della pianta, il fatto citato da Bachstrom (Observat. circa scorbutum, Firenze, 1757) di un marinaio, in condizioni di salute di generale disfacimento, il quale i compagni, lo deposero ed abbandonarono sulle coste della Groenlandia, a causa della paura di infezione. Il marinaio si è trascinato sulla spiaggia e ha pascolato le sole erbe, che trovava (Coclearia ed ossalide) grazie alle quali recuperò interamente la sua salute.[10]
Note
- ^ pianteinnoveative, su pianteinnovative.it.
- ^ Pierre Lieutaghi, Il libro delle erbe, Milano, Rizzoli, 1974.
- ^ V. Tenore e G. A. Pasquale, Compendio di botanica, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1847..
- ^ Pierre Lieutaghi, il libro delle erbe, Rizzoli Editore, 1974..
- ^ V. Tenore e G. A. Pasquale, Compendio di botanica, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1847..
- ^ Guido Bissanti, Cochlearia officinalis, su Un mondo ecosostenibile, 6 ottobre 2020. URL consultato l'11 maggio 2023.
- ^ erbeofficinali.org, https://erbeofficinali.org/dati/q_scheda_res.php?nv_erba=COCLEARIA .
- ^ Alberto Tucci De Leo, Erbe Officinali e Piante Medicinali, Youcanprint, 2015..
- ^ Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, 2003..
- ^ Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, 2003..
Bibliografia
- Pierre Lieutaghi, il libro delle erbe, Rizzoli Editore, 1974.
- V. Tenore e G. A. Pasquale, Compendio di botanica, Stamperia e Cartiere del Fibreno, 1847.
- Carl Joseph Meyere Giovanni Spagnolo, Manuale di farmacologia, G.Palolari, 1841.
- Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, 2003.
- Alberto Tucci De Leo, Erbe Officinali e Piante Medicinali, Youcanprint, 2015.
- pianteinnoveative, su pianteinnovative.it.
- Cochlearia officinalis, su Un mondo ecosostenibile.