Utente:Pietro, l'essere sapiente/Sandbox
Sinossi
Libro 1: versione da pubblicare
I-II
Nel regno postromano di Britannia, re Uther Pendragon entra in conflitto con il duca di Cornovaglia. Invitato a corte con la moglie Igraine, nota per la sua saggezza, il duca fugge con lei per proteggerla dalle avances del re. Uther assedia il castello di Terrabil, ma si ammala d'amore per Igraine. Il fedele Ulfius chiama Merlino, il quale propone un patto: Uther potrà giacere con Igraine grazie a un incantesimo che lo renderà identico al duca, in cambio della promessa che il figlio concepito gli venga affidato. Nella stessa notte in cui Uther giace con Igraine, il duca muore in battaglia. Poco dopo, Uther sposa Igraine, rafforzando il proprio potere. Le sorelle di Igraine vanno in sposa a vari re: Morgause a re Lot, Elaine a re Nentres, mentre Morgana la Fata viene mandata a studiare arti magiche in convento.
III-IV
Igraine rimane incinta e Uther le rivela di essere stato lui, grazie alla magia, a giacere con lei.
Alla nascita del bambino, Merlino prende il neonato e lo affida a sir Ector
affinché sia allevato in segreto. Il bambino, chiamato Artù, cresce ignaro delle proprie origini. Intanto, la salute di Uther peggiora. Durante un attacco nemico, il re guida il proprio esercito dalla lettiga, vincendo la battaglia. Tornato a Londra, è ormai in fin di vita e, davanti ai baroni, indica Artù come suo erede prima di morire.
V-VII
Dopo la morte di Uther, il regno cade nel caos. Merlino suggerisce all'arcivescovo di Canterbury di convocare tutti i nobili per la notte di Natale. In quella notte miracolosa compare una spada infissa in un'incudine su una roccia, con l'iscrizione:
Nessuno riesce nell'impresa, tranne il giovane Artù, che lo fa per caso mentre cerca un'arma per sir Kay. Dopo varie prove nelle feste successive, Artù si conferma il solo capace di estrarre la spada. Viene riconosciuto re e incoronato, assegnando i primi incarichi tra i suoi alleati più fedeli.
VIII-XI
Per la Pentecoste, Artù convoca una festa a Carleon. Diversi re si presentano ma, invece di omaggiarlo, lo attaccano. Merlino interviene, rivelando la vera origine regale di Artù, ma i re rimangono ostili. Dopo scontri violenti, Artù ottiene la vittoria grazie alla spada miracolosa. I nemici fuggono e Merlino consiglia di cercare l'alleanza con i re d'oltremare Ban di Benwick e Bors di Gallia. I due rispondono positivamente, giungendo in Britannia con truppe fresche. Un grande torneo celebra l'evento, e successivamente Merlino parte per Benwick per organizzare un secondo esercito. I due eserciti si riuniscono presso Bedegraine, pronti alla guerra.
XII-XVI
Undici re ribelli riuniscono 60.000 uomini per abbattere Artù. L'esercito alleato di Artù, Ban e Bors, forte ma numericamente inferiore, agisce con astuzia: un attacco notturno sbaraglia i nemici. Il giorno seguente, un secondo assalto, favorito da una manovra a sorpresa, completa la vittoria. Merlino ferma il massacro, ammonendo Artù per la sua ferocia. I re alleati vengono premiati, e Merlino annota gli eventi presso il suo maestro Bleise prima di tornare, travestito, per verificare lo stato d'animo del re.
XVII-XIX
Re Rience del Galles invade i domini dell'alleato Leodegrance di Camelerd. Artù, Ban e Bors intervengono, sconfiggendo Rience. Artù incontra per la prima volta Ginevra, figlia di Leodegrance. Dopo la battaglia, Ban e Bors tornano in patria per affrontare i Franchi di re Claudas. I re sconfitti a Bedegraine si rifugiano a Sorhaute e si preparano alla vendetta. Nel frattempo, Artù si unisce inconsapevolmente con la sorella Morgause, concependo Mordred. Un sogno funesto e la visione della Bestia Latrante preannunciano sventure. Merlino appare in varie forme e rivela al re la verità sulle sue origini e la profezia della propria futura morte.
XX-XXIII
Artù convoca sua madre Igraine per confermare la propria discendenza. Durante un banchetto, Ulfius la accusa di slealtà, ma Igraine, sostenuta da Merlino e da sir Ector, chiarisce di aver ignorato la sorte del figlio. Artù, commosso, la abbraccia e indice otto giorni di festa. Subito dopo, il giovane Griflet chiede di vendicare la morte del cavaliere Miles. Fatto cavaliere da Artù, viene sconfitto e ferito da un potente guerriero. Artù, indignato, parte per affrontarlo. Dopo un duello duro e spettacolare, è salvato da Merlino che addormenta il cavaliere, rivelatosi poi essere Pellinore, destinato a rivelare il nome del figlio di Artù: Mordred.
XXIV
Ferito, Artù viene curato da un eremita. Merlino lo conduce a un lago magico dove una mano emerge con una spada nel fodero: è Excalibur.
La Dama del Lago gliela concede in cambio di un favore futuro. Merlino sottolinea l'importanza del fodero più della spada, poiché protegge da ogni ferita. Artù vorrebbe affrontare di nuovo Pellinore, ma Merlino lo dissuade: l'uomo diventerà presto suo alleato e sposo della sua sorella minore.
XXV-XXVI
Artù riceve un messaggio provocatorio da re Rience, che pretende la sua barba per completare un mantello fatto con quelle di altri undici re sconfitti. Artù, offeso, rifiuta e si prepara alla guerra. Su consiglio di Merlino, emana un editto per eliminare i neonati nati il primo maggio, uno dei quali (Mordred) è destinato a causare la sua morte. I bambini vengono messi su una nave e affogano, tranne Mordred. La strage provoca sdegno ma nessuna rivolta. Rience raduna un nuovo esercito, preparando lo scenario per futuri conflitti, lasciati in sospeso per il "Libro di Balin il Selvaggio".
2° Libro: Versione da pubblicare
I - II
Durante il soggiorno di re Artù a Londra, egli venne informato che re Rience del Galles del Nord aveva invaso i suoi territori, compiendo saccheggi e massacri. Artù, indignato, radunò cavalieri e baroni a Camelot, allora detta Winchester, per pianificare la difesa. In tale occasione, una damigella della Dama del Lago comparve portando con sé una spada magica, che solo un cavaliere puro e virtuoso avrebbe potuto estrarre. Dopo che tutti fallirono, ci riuscì Sir Balin, un cavaliere povero e appena liberato dalla prigione, suscitando sorpresa e invidia. Tuttavia, la dama lo avvertì che la spada avrebbe causato la sua rovina.
III - IV
Poco dopo, la Dama del Lago giunse a corte reclamando la testa di Balin come compenso per aver donato Excalibur al re. Quando Artù si rifiutò, Balin la riconobbe come responsabile della morte di sua madre e la uccise. Per questo, Artù lo bandì dalla corte. Balin giurò di vendicare il re uccidendo Rience. Nel frattempo, il cavaliere irlandese Lanceor, offeso dalla gloria di Balin, lo inseguì per affrontarlo in duello.
V - VII
Il duello tra Lanceor e Balin terminò con la morte del primo. La sua amata, Colomba, si uccise per il dolore. Balin incontrò poi suo fratello Balan, con cui pianificò di combattere al fianco di Artù. Merlino giunse alla corte e rivelò che la spada di Balin era stata destinata a vendetta e che il cavaliere era destinato a un tragico destino. Un nano avvisò i fratelli che sarebbero stati perseguitati per la morte di Lanceor, ma Balin si mostrò deciso ad andare avanti.
VIII - IX
Merlino, parlando con re Marco di Cornovaglia, profetizzò un futuro duello fra Lancillotto e Tristano proprio sul luogo in cui erano morti Lanceor e Colomba. Poi predice a Balin che avrebbe inflitto la più grande ferita dalla Passione di Cristo, colpendo un cavaliere leale e scatenando guerre e rovina. Balin e Balan, guidati da Merlino, catturarono re Rience durante un’imboscata notturna e lo portarono prigioniero ad Artù. Merlino informò il re che Rience sarebbe stato presto raggiunto dal fratello Nero, e che una nuova guerra era imminente.
X - XI
Nella battaglia contro re Nero, Artù organizzò dieci battaglioni. Grazie a Merlino, re Lot dell’Orkney fu trattenuto da false profezie, e ciò permise ad Artù di ottenere una grande vittoria. Balin e Balan combatterono valorosamente, mentre Artù uccise numerosi nemici. Successivamente, re Lot cercò vendetta ma fu ucciso da Pellinor, che lo colpì a morte con un fendente. Dodici re alleati caddero e furono seppelliti a Camelot con grandi onori. Merlino predisse che, con la morte di Artù, sarebbe iniziata l’epoca del Santo Graal. Intanto, Artù consegnò incautamente il fodero di Excalibur alla sorella Morgana, che lo sostituì con uno falso per donarlo al suo amante Accolon.
XII - XIII - XIV - XV
Un giorno, mentre Artù era ammalato, vide passare un cavaliere sconsolato. Inviò Balin a chiamarlo: si trattava di Herlews il Barbuto, che poco dopo venne ucciso da Garlon, un cavaliere invisibile. Balin giurò vendetta e seguì le sue tracce, finendo alla corte di Pellam di Listenoise, fratello di Garlon. Durante un banchetto, Balin uccise Garlon davanti a tutti, suscitando la collera di Pellam. Senza armi, Balin trovò una lancia sacra e colpì Pellam, provocando il leggendario Colpo Doloroso. Il castello crollò e Balin fu sepolto tra le macerie per tre giorni. Liberato da Merlino, fu informato che aveva usato la Lancia del Destino, e che il castello era sede del Santo Graal. Pellam visse menomato fino all’arrivo di Galahad. Merlino e Balin si separarono per sempre.
XVI - XVIII
Proseguendo il cammino, Balin incontrò Garnish della Montagna, afflitto per l’abbandono da parte della sua amata. La ritrovarono in atteggiamenti amorosi con un altro cavaliere. Garnish, disperato, li uccise entrambi e poi si suicidò. Balin, temendo ritorsioni, fuggì. Giunse infine a un castello dove, ignorando un monito, accettò di affrontare un campione misterioso in duello. Prima dello scontro, gli venne offerto uno scudo diverso dal suo.
Trasportato su un’isola, Balin affrontò il campione: era suo fratello Balan, che però non lo riconobbe. Ignari dell’identità reciproca, si affrontarono in un cruento duello e si ferirono a morte. Quando scoprirono la verità, fu troppo tardi. Balan morì poco dopo, mentre Balin spirò a mezzanotte. I due vennero sepolti insieme, con un’epigrafe che narrava la loro tragedia.
Merlino giunse sulla tomba e vi incise:
«Qui giace Balin il Selvaggio, che era il Cavaliere dalle Due Spade e inferse il Colpo Doloroso.»
Prese poi la spada di Balin, modificò il pomo e la rese estraibile solo da Lancillotto e Galahad. La incastonò in una roccia galleggiante destinata a Camelot. Il fodero fu lasciato sull’isola per essere ritrovato da Galahad. Infine, Merlino raccontò tutto ad Artù, che ne fu sconvolto e dichiarò: «Questa è la storia più triste che io abbia mai udito.»
3° Libro: versione da pubblicare
I-II
Dopo aver domato i baroni ribelli, Re Artù confidò a Merlino il desiderio di prendere moglie, chiedendogli consiglio. Il mago approvò l’idea e Artù espresse il suo amore per Ginevra, figlia di Re Leodegrance di Camelerd e già possessore della Tavola Rotonda. Merlino riconobbe le qualità della giovane ma mise in guardia il re: ella avrebbe in futuro amato un altro cavaliere. Ottenuto il permesso, Merlino si recò da Leodegrance, che acconsentì alle nozze e donò al re la Tavola Rotonda con cento cavalieri. Il corteo giunse a Londra in grande pompa. Artù ordinò solenni nozze e l’incoronazione di Ginevra, affidando a Merlino la ricerca di altri cinquanta cavalieri. Il mago ne trovò quarantotto, e il Vescovo di Canterbury benedisse i seggi della Tavola, su cui comparvero magicamente i nomi dei cavalieri. Due sedili rimasero vacanti. In quell’occasione, Galvano, nipote del re, chiese l’investitura a cavaliere come dono di nozze e fu accontentato.
III-IV
Durante le celebrazioni giunse a corte Aries il Vaccaro con il figlio diciottenne Tor, bello d’aspetto e in sella a una cavalla magra. Chiese che il figlio fosse fatto cavaliere. Artù notò l’aspetto nobile del giovane e accettò. Merlino rivelò che Tor era in realtà figlio di Re Pellinor, nato da un’unione forzata. La madre confermò, e Pellinor, giunto in seguito a corte, riconobbe il figlio con gioia. Tor fu così fatto cavaliere prima di Galvano, e uno dei seggi vuoti della Tavola fu riservato a Pellinor. L’altro rimase il pericoloso Seggio Periglioso, mortale per chi non fosse degno. Galvano, segretamente rancoroso verso Pellinor, colpevole della morte di suo padre Re Lot, giurò vendetta, ma il fratello Gaheris lo convinse ad attendere.
V-VIII
Il matrimonio tra Artù e Ginevra fu celebrato a Camelot, seguito da un banchetto sontuoso. Durante la festa, Merlino predisse l’arrivo di grandi avventure. Un cervo bianco irruppe nella sala, inseguito da una cagna bianca e trenta bracchi. Un cavaliere rapì la cagna, e poco dopo un altro rapì una dama che chiedeva giustizia.
Artù affidò tre imprese: a Galvano il recupero del cervo, a Tor della cagna, e a Pellinor della dama. Galvano, con Gaheris, affrontò vari ostacoli e uccise Alardin delle Isole. Raggiunto un castello, vide il cervo ucciso dai cani. Un cavaliere, Ablamor della Palude, ne uccise sei e fu affrontato da Galvano. Una dama si gettò a proteggerlo e fu uccisa per errore dal cavaliere. Pentito, Galvano risparmiò Ablamor ma fu severamente rimproverato da Gaheris.
Più tardi, i due furono assaliti da quattro cavalieri. Ferito, Galvano fu salvato dall’intervento di quattro dame che ottenero la resa degli aggressori. Una di esse, saputo che era nipote di Artù, ordinò di liberarlo, imponendogli di portare a corte il cervo e il corpo della dama uccisa. A Camelot, Merlino e Ginevra lo giudicarono: Galvano fu costretto a giurare eterna protezione alle donne, salvo eccezioni, pena la vergogna eterna.
IX-XV
Tor partì alla ricerca della cagna. Incontrò un nano che lo sfidò a giostrare con due cavalieri: Felot di Langduk e Petipace di Winchelsea, che furono disarcionati e inviati prigionieri a corte. Il nano si unì a Tor, conducendolo ai padiglioni dove si trovava la cagna. Dopo averla recuperata, fu sfidato da Abelleus, che rivendicava l’animale. Dopo il duello, una dama chiese la testa di Abelleus, colpevole di aver ucciso suo fratello. Tor lo giustiziò. Ospitato per la notte, rivelò la sua identità e ripartì. Tornato a Camelot, raccontò le imprese sotto giuramento e Merlino profetizzò per lui un futuro glorioso. Artù lo investì di terre da conquistare.
Pellinor inseguì il rapitore della dama, ma ignorò le suppliche di una fanciulla accanto a un cavaliere ferito, che morì poco dopo. Lei, disperata, si uccise. Proseguendo, Pellinor trovò due cavalieri in lotta per la dama rapita. Uccise uno di loro, Hontzlake di Westland, che gli aveva abbattuto il cavallo, e fu ospitato da Meliot di Logris, il sopravvissuto. Scoprì che la dama era Nimue e che l’altro cavaliere era Brian delle Isole. Tornando, vide i cadaveri dei giovani che aveva ignorato e fu colto dal rimorso. Nimue gli suggerì di seppellirli e portare la testa della fanciulla a corte.
A Camelot, Pellinor raccontò tutto. Ginevra lo rimproverò e Merlino rivelò che la fanciulla era Elaine, figlia illegittima di Pellinor, e il cavaliere era Miles delle Lande, suo promesso sposo, ucciso da Loraine il Selvaggio. Come punizione divina, Merlino predisse che Pellinor sarebbe stato tradito dal suo migliore amico nel momento del bisogno.
Terminate le tre imprese, Artù confermò la nomina di Galvano, Tor e Pellinor, assegnò terre a chi ne era privo e istituì i precetti cavallereschi della Tavola Rotonda: Non commettere omicidi né crudeltà, Non tradire né comportarsi slealmente, Concedere misericordia a chi la chiede, Difendere dame, damigelle e gentildonne, Non combattere per motivi ingiusti, d’amore o per avidità.
I cavalieri giurarono solennemente di osservare queste regole, rinnovando il giuramento ogni Pentecoste.