Utente:Xavier121/Sandbox
Si indicano come i sette sapienti greci o i sette savi alcuni filosofi dell'antica Grecia, in particolare del VI sec. a.C., che venivano dai loro contemporanei riconosciuti come tali. Tale riconoscimento non è però unanime, la lista dei nomi varia infatti a seconda dell'autore che la scrive. Sono sempre gli stessi i primi quattro. Essi sono:
- Solone da Salamina
- Talete di Mileto
- Biante di Priene
- Pittaco da Mitilene
- Cleobulo da Lindo
- Chilone di Sparta
- Misone di Chene
Platone, che fu il primo ad enumerare i sette saggi (in ), li elenca così:
«Di questi vi era Talete di Mileto, Pittaco di Mitilene, Biante di Priene, il nostro Solone, Cleobulo di Lindo, Misone di Chene e per settimo si diceva ci fosse anche Chilone spartano»
Diogene Laerzio nelle sue vite dei filosofi ragguaglia invece le successive elaborazioni di tale lista:
«Questi erano ritenuti i (sette) saggi: Talete, Solone, Periandro, Cleobulo, Chilone, Biante, Pittaco. A questi aggiungono Anacarsi lo scita, Ferecide il siriaco, Epimenide il Cretese. Alcuni poi anche Pisistrato il tiranno»
Vale a dire che Periandro di Corinto era in questo caso inserito al posto di Misone.
Pensiero
Del pensiero dei sette sapienti non ci è giunta alcuna opera, né è possibile identificarne alcun tratto comune. Ci sono giunte tuttavia alcune massime, che si caratterizzano per la loro lapidaria laconicità. Fra queste, ricordiamo:
- Conosci te stesso (Talete)
- Nulla di troppo (Solone)
- Ottima è la misura (Cleobulo)
- Non desiderare l'impossibile (Chilone)
Da questi brevi frammenti, che in pratica inaugurano la storia del pensiero occidentale, ci è possibile intravedere la formazione di un sapere di tipo etico, che si distacca dalla religione omerica tradizionale per assumere i connotati propri di un sapere oggettivo e razionale, tipicamente filosofico.
Note
Bibliografia
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